Cosa c’entra la lotta No Tav con quella dei lavoratori toscani

E come non penare a Mattia, Chiara, Claudio e Niccolo, accusati di terrorismo per aver dato fuoco a un compressore. Quel compressore – già riparato, già venduto – doveva servire a trivellare una montagna piena di amianto per un’opera inutile e disastrosa. Abbiamo scelto di parlare di una classe senza rappresentanza e senza voce – quella dei salariati -, cosa c’entra col TAV, dirà qualcuno. E invece c’entra, soprattutto qua in Toscana, nel Mugello rigonfio di falde che adesso è un deserto senz’acqua. C’entra perchè all’origine di tutto – del disastro ambientale come dello sfruttamento – c’è la fame di profitto. C’entra perchè un giorno vorremmo essere noi lavoratori a decidere cosa produrre e come distribuirlo, quali opere creare e quali buttare nel dimenticatoio.

C’entra soprattutto perchè per farci soldi, tanti soldi, da un TAV, bisogna ancora una volta spremere i lavoratori. Proviamo per un attimo ad assumere il punto di vista degli operai che lavorano (e vegliano,mangiano, dormono…muoiono) in un cantiere. Ecco un assaggio di quello che è stato il Mugello

“Le ditte che hanno in appalto i lavori della Variante di valico nel comune di Barberino di Mugello sono BTP, Todini e Toto. Per l’Alta velocità il committente era unico, il CAVET (Consorzio Alta Velocità Emilia Toscana). Sebbene per entrambe le opere ci sia una miriade di subappalti, è chiaro che la frammentazione dei lavori in lotti e l’assegnazione a più ditte, rende maggiormente difficile una gestione unitaria della sicurezza: occorrono più controlli, si ha a che fare con più responsabili e con organizzazioni diverse. La Variante di valico è un’opera ritenuta ormai necessaria da tutti, non ha opposizione dalle forze politiche, non c’è conflitto intorno al progetto per cui non ci sono riflettori accesi, discussioni, informazione. Sull’Alta velocità, soprattutto all’inizio dei lavori, non era così. Difatti, col proseguire dell’opera e la perdita di attenzione, i turni sono peggiorati, la frammentazione del lavoro in subappalti cresciuta e le morti sul lavoro pure. I lavoratori dell’Alta velocità facevano turni che si riteneva durissimi: il cosiddetto quarto turno con sei giorni di lavoro e uno di riposo, sei giorni di lavoro e due di riposo, sei giorni di lavoro e tre di riposo, facendo così 48 ore di fila a settimana in galleria. Già dal primo giorno di distribuzione dei questionari sulla Variante di valico, ho capito che i turni ora erano ancora più duri: i lavoratori mi hanno parlato di 11, 12, 13 ore nei cantieri come orari ‘normali’. Il quarto turno è diventato un 6+1 (giorno di riposo), 6+1, 6+4 per concentrare i giorni liberi. Ma le ore sono di più. In tanti hanno scritto 40, 50, 60 ore. Dai dati dei questionari il lavoro straordinario è mediamente di 34 ore mensili.

Qualcuno mi ha confessato che oltre alla ditta madre dell’appalto, lavora a nero anche per la ditta in subappalto, e allora la lunghezza della giornata non sai neanche misurarla. Si accumulano le ore perché i soldi delle paghe sono sempre meno e perché si risparmiano le ore per tornare a casa. Il 28,6% dei lavoratori proviene dalla Calabria, il 15,8% dall’Abruzzo, il 10,3% dalla Campania, l’8,8% dalla Basilicata; una fotografia già vista nei casi delle grandi opere italiane. Rispetto ai campi base della Tav, per la Vav (Variante di valico) le camere per gli operai sono singole, ma non c’è più l’infermeria. L’infermiera che spesso è stata insieme a me per la distribuzione dei questionari e che ha avuto esperienza nelle infermerie dei campi base della Tav, mi dice che i presìdi infermieristici servivano ai lavoratori come punto di riferimento per parlare con gli operatori sanitari dei loro problemi, non solo collegati alla salute.”

Oggi [ieri ndr] Mattia, Chiara, Claudio e Niccolo sono stati assolti dall’accusa di terrorismo (condannati a “soli” 3 anni e mezzo, ne hanno passato già uno in galera, in attesa della sentenza), grazie anche alle mille voci di quei compagni che da tutta Italia hanno espresso loro solidarietà.

TUTTI LIBERI NOTAV

Tratto da: Clash City Worker Toscana

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