Mondadori – Rcs: grandi manovre nel mondo dei libri

Philippe Ridet, Le Monde, Francia. Traduzione a cura di Internazionale

La Mondadori vuole acquistare il gruppo Rcs per controllare il 40 per cento dell’editoria italiana. Un problema per le piccole case editrici e per gli autori

Èun gigante dell’editoria quello che potrebbe nascere in Italia. La casa editrice Mondadori, di proprietà di Silvio Berlusconi, il 18 febbraio ha lanciato un’offerta non vincolante per acquistare il 99,99 per cento della Rizzoli, suo concorrente storico. La Mondadori rappresenta il 27 per cento dell’editoria italiana per un giro d’affari di 239 milioni di euro e utili per 36 milioni di euro. La Rizzoli, di proprietà del gruppo Rcs (che controlla anche i quotidiani Corriere della Sera, Gazzetta dello sport e lo spagnolo El Mundo), rappresenta l’11 per cento del mercato e ha un giro d’affari di 155 milioni di euro e 1,3 milioni di euro di utili. Secondo la stampa italiana, la Mondadori metterà sul tavolo tra i 120 e i 150 milioni di euro. L’offerta sarà valutata, è stato lo scarno commento di Rcs.

L’offerta è stata preceduta da due eventi. Nell’autunno del 2014 il gruppo Mondadori – guidato da Marina Berlusconi, primogenita dell’ex presidente del consiglio – ha separato il settore della stampa periodica da quello dei libri. A gennaio di quest’anno la Fininvest ha collocato sul mercato il 7,7 per cento delle sue azioni, da cui potrebbe ricavare tra i 373 e i 392 milioni di euro.

Il gruppo Rcs, diretto da Pietro Scotto Jovane e proprietario delle case editrici Rizzoli, Bompiani, Adelphi, Bur, Fabbri Editori, Marsilio, Sonzogno e Archinto, non se la passa tanto bene: alla fine del 2014 Rcs libri perdeva 500 milioni di euro, nonostante sia la casa editrice dei best seller di Umberto Eco e Michel Houellebecq.

L’offerta di Mondadori, salutata dalla borsa di Milano con un balzo del 3 per cento del valore delle azioni, potrebbe evitare al gruppo un aumento di capitale. La sorte del Corriere della Sera, di cui il gruppo automobilistico Fiat è l’azionista più importante, non sembra per il momento legata a quella di Rcs. Se l’operazione andasse in porto, la famiglia Berlusconi controllerebbe quasi il 40 per cento del settore dell’editoria. Una percentuale sulla quale dovrà pronunciarsi l’antitrust. Una simile concentrazione non esiste in nessun altro paese europeo. Secondo le cifre pubblicate da Repubblica, in Spagna la casa editrice Planeta controlla il 24 per cento del mercato, in Gran Bretagna Penguin Random House il 26 per cento, in Germania Bertelsmann il 23 per cento e in Francia Hachette il 21 per cento. Tuttavia, ancora una volta è la personalità di Silvio Berlusconi a far discutere. La differenza di dimensioni tra i due gruppi è tale che nessuno dubita del fatto che la Mondadori assumerà il controllo totale della Rizzoli. Per farne cosa? Un gruppo in grado di resistere ad Amazon o una società al servizio degli obiettivi politici di chi la controlla?

La Mondadori è stata fondata nel 1907 e acquistata da Silvio Berlusconi negli anni novanta. In seguito c’è stata una battaglia legale tra l’editore Carlo De Benedetti (proprietario del gruppo Espresso) e Berlusconi. De Benedetti sosteneva di aver firmato prima di Berlusconi un accordo con altri azionisti per avere la maggioranza della casa editrice. La cassazione ha infine stabilito che Berlusconi aveva corrotto dei magistrati per ottenere una sentenza favorevole nell’arbitrato deciso per trovare un accordo e ha obbligato il Cavaliere a versare 494 milioni di euro a titolo di risarcimento a De Benedetti.

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