Abusi di polizia o violenza di stato? Iniziativa domenica 15 marzo

Rilanciamo l’iniziativa di Sinistra Classe e Rivoluzione Firenze che si terrà domenica 15 marzo, presso il circolo Arci di Novoli, via di Novoli 8, angolo via Allori,
h 19.30 apericena di autofinanziamento
h 21.00 proiezione di “E’ STATO MORTO UN RAGAZZO”, documentario sul caso di Federico Aldrovandi , seguirà dibattito.

Un anno fa in pieno centro a Firenze moriva per asfissia Riccardo Magherini in seguito all’intervento di una pattuglia delle forze dell’ordine. A settembre, a Novoli, il diciottenne Raphael precipitava nel vuoto a seguito di un controllo di polizia. Casi paragonabili a quelli di Federico Aldrovandi, Stefano Cucchi, Marcello Lonzi e tanti altri ancora: persone morte a seguito di un intervento della polizia o di un fermo.

Nella peggiore delle ipotesi, questi episodi si concludono con un’assoluzione completa degli agenti coinvolti. Nella migliore delle ipotesi si arriva a parlare di “abusi di polizia”. Un termine che di per sè non spiega nulla: perchè si giunge ad abusare e di cosa si abusa?

Quando si sparge per tutta la società il veleno del securitarismo, quando si crede che il crescente disagio sociale dovuto alla crisi di questo sistema economico possa essere affrontato con il manganello, si rafforza inevitabilmente lo spirito di casta, l’invasamento delle “forze dell’ordine”.Ciò che si crea non è “una società più sicura”, ma corpi di uomini armati sempre più convinti che l’ordine sociale scaturisca dal proprio manganello. Un’idea che torna utile quando si tratta di intervenire contro le mobilitazioni sociali, per sgombrare una casa occupata da famiglie senza tetto o per caricare un corteo di operai in lotta per il proprio lavoro come successo con quelli delle acciaierie di Terni.

E può succedere infine che in preda a questo spirito securitario, un banale controllo di polizia diventi un pestaggio, un fermo diventi un assassinio di Stato. I recenti casi negli Usa di omicidi di persone di colore da parte della polizia dimostrano che non siamo di fronte ad “abusi” perpetrati da singoli, ma ad una caratteristica fondante dell’azione dello Stato, tanto più in un periodo di crisi economica.

Il securitarismo diventa così la forma di massima insicurezza per tutti coloro che lottano per i propri diritti e per le persone comuni. La nostra sicurezza non deriva dal manganello, ma da una società basata sulla piena occupazione, il soddisfacimento dei bisogni fondamentali come il diritto alla casa, all’istruzione e alla salute.

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