Unione europea e Grecia: iniziativa Giovedì 16 alla Polveriera

La Grecia è oggi al centro del dibattito politico internazionale. I motivi sono ben noti: la crisi economica e la successiva imposizione da parte delle oligarchie europee dei piani di Austerity hanno devastato la penisola ellenica più di ogni altro paese. Licenziamenti di massa, forti tagli alle spese sociali e disoccupazione alle stelle sono stati, per i lavoratori greci, gli effetti più catastrofici di queste politiche. A questo attacco dall’alto i soggetti colpiti hanno tuttavia dato una risposta attraverso una serie impressionante di scioperi generali e manifestazioni oceaniche, spesso culminate con duri scontri.

Rispetto a questa situazione a pagare pegno, in termini di consenso politico, sono stati i partiti storici: il Pasok (partito socialista) e Nea Dimokratia (conservatori), considerati, giustamente, come i maggiordomi della Troika. Il “vuoto politico” creatosi è stato colmato in parte dalla crescita dei neonazisti di Alba Dorata, ma soprattutto dall’esplosione di Syriza. Il partito di Alexis Tsipras è riuscito a imporsi alle ultime elezioni promettendo la fine dell’austerity e una ricontrattazione dei vincoli europei, in particolare per quanto riguarda il pagamento del debito statale.

La narrazione che accompagna le azioni di Tsipras e del fido Varoufakis è quella classica di Davide contro Golia: la piccola Grecia che orgogliosamente alza la testa contro la grande e prepotente Germania.

Tuttavia riteniamo questa lettura fuorviante, in quanto fa perno sul concetto di “interesse nazionale”, espressione che di per sé non ha senso, ma che nel linguaggio corrente è sinonimo di “interesse delle classi dominanti”. Ciò che intendiamo dire è che non esiste un “popolo” greco oppresso dalla Germania, ma una classe lavoratrice greca schiacciata certamente dalla Troika e dalla Merkel, ma anche dalla propria borghesia.

Se Tsipras, benché con scarsi risultati, prova a “farsi rispettare” a Berlino e Bruxelles, non altrettanto fa in casa propria con i settori sociali maggiormente privilegiati: è bene ricordare che in Grecia sia i grandi armatori (in Grecia abbiamo la seconda flotta mercantile al mondo) che la Chiesa Ortodossa sono esentasse. Quando si dice che i greci hanno pagato caro la crisi perché prima avevano vissuto “al di sopra delle proprie possibilità” bisognerebbe specificare quali greci….

In sintesi l’urgenza è quello di una rilettura della situazione greca e del ruolo delle istituzioni europee nel quadro della lotta tra classi, piuttosto che tra nazioni.

Di tutto questo parleremo Giovedì 16 Aprile ore 17 alla Polveriera (plesso di S. Apollonia) con i Clash City Workers e i redattori della rivista il Cuneo Rosso

Sul “caso Grecia” leggi un approfondimento del n. 2 del Cuneo rosso

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