Primo maggio di lotta nel mondo

L’apparato repressivo più imponente contro le manifestazioni del Primo Maggio si è visto all’opera a Istanbul, in Turchia, dove circa 20.000 poliziotti sono stati schierati con un centinaio di mezzi blindati per impedire che i manifestanti raggiungessero piazza Taksim, luogo simbolo del movimento operaio turco e delle recenti rivolte antigovernative. Duecento gli arresti e svariate decine i feriti negli scontri con la polizia, che ha usato gas lacrimogeni e getti d’acqua per disperdere la folla.

Tensione anche in Corea del Sud, dove migliaia di persone sono scese in piazza a Seul per protestare contro le politiche del governo sul lavoro. Manifestazioni importanti anche in Germania: secondo i sindacati tedeschi, almeno 400.000 persone hanno partecipato alle 470 mobilitazioni che si sono svolte in tutto il Paese.

In Spagna decine di migliaia di persone hanno sfilato nelle strade di Madrid contro la precarizzazione del lavoro e le politiche di austerità promosse dal governo. In Grecia, migliaia di manifestanti hanno celebrato la giornata dei lavoratori nel centro di Atene, con slogan contro la Troika e le misure “lacrime e sangue” imposte ai lavoratori.

Manifestazioni per la May Day 2015 anche negli Stati Uniti, dove la temperatura sociale resta alta in seguito ai fatti di Baltimora e alla repressione contro i movimenti per la giustizia sociale. A New York, i lavoratori dei fast food e i loro alleati hanno marciato con manifesti e cartelli per i quindici dollari l’ora e la libertà di organizzazione nei luoghi di lavoro. Forte anche la protesta contro la violenza della polizia. A Oakland, bloccato il porto e lanciato l’hashtag #LaborAgainstPoliceTerror.

In Argentina concentramento dei sindacati in Plaza de Mayo, striscioni in solidarietà a Black Lives Matter e ai rivoltosi di Baltimora. Manifestazioni di massa anche in Messico, Cuba, Cile, Colombia, Brasile e in tanti altri paesi.

In Italia 30.000 persone sono scese in strada a Milano contro Expo: città militarizzata, lacrimogeni contro i manifestanti, qualche danneggiamento a banche e negozi e una lunga polemica su quello che è successo e su come continuare la lotta contro l’Esposizione universale del lavoro sottopagato e gratuito. Nel frattempo il sito www.noexpo.org comunica che l’assemblea nazionale di lancio della mobilitazione per i 6 mesi di Expo, fissata per il 3 maggio, è stata spostata a data da destinarsi.

Anche quest’anno il Primo Maggio ha ricordato che il proletariato è una classe mondiale e che l’1% deve cominciare a tremare all’idea di una sollevazione internazionale.

da http://www.chicago86.org/index.php

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