6° anniversario della strage di Viareggio

Lunedì 29 giugno ricorre il 6° anniversario della strage di Viareggio. L’associazione ‘il mondo che vorrei’ ha organizzato una giornata di commemorazione con corteo che partirà da Via Ponchielli alle 20.30.
Dal 20 giugno è invece allestita la mostra-documento ‘Tutto ciò che è stato e ciò che è dal 29 giugno 2009 a oggi’.

La strage di Viareggio raccontata in una mostra-documento

Dal 20 al 27 giugno a Villa Argentina a Viareggio (angolo tra via Fratti e via Vespucci, di fronte alla pineta), tutto ciò che è stato e ciò che è dal 29 giugno 2009 a oggi. Dal deragliamento di un treno carico di Gpl in corsa, al primo grado del processo ancora in corso. Dall’esplosione che ha spento 32 vite, alla battaglia di chi è rimasto e vive per chiedere giustizia. Tutto raccolto in una mostra-documento che evidenzia le luci e le ombre della strage di Viareggio. E che non è solo una sequenza di fotografie, disegni e atti di un disastro, ma di dolore patito sulla pelle delle famiglie di via Ponchielli. Un modo per fermare la Storia e raccontarla per immagini e didascalie. Un gesto, un volto, un particolare. Per testimoniare, per denunciare, per non dimenticare.
Nella settimana che anticipa il sesto anniversario dalla strage della stazione, l’associazione dei familiari delle vittime “Il mondo che Vorrei”, con la partecipazione grafica di Gianfranco Maffei, prova a ripercorrere il suo viaggio attraverso la mostra “Incancellabile”. Che resterà allestita a Villa Argentina dal 20 al 27 giugno, dalle 17 alle 23. E che poi partirà per un’ideale staffetta della memoria lungo il Paese.

L’inizio del percorso è fissato in un’ora precisa: le 23.48. La deflagrazione. E quei momenti bloccati per sempre attraverso gli scatti di confusione, di fuoco, macerie, lampeggianti e sangue. Poi il silenzio, il lutto, l’umanità di una città piegata. Le indagini, l’incidente probatorio. In esposizione anche gli atti della Procura, quelle incontrovertibili verità che in poche parole testimoniano la fragilità dei controlli sbrigativi sui carri che sui binari trasportano merci pericolose. Obiettivi che quindi si fissano sui dettagli, come il punto di corrosione dell’assile che, cedendo, ha innescato il deragliamento del treno 50325. La cisterna accovacciata, lo squarcio sul suo fianco. Qual buco che ha lasciato passare il gas mortale. Ma anche i primi piani di chi, come il ferroviere Riccardo Antonini, ha denunciato a voce alta le carenze nei sistemi di sicurezza delle ferrovie italiane. E che, per questo, è stato licenziato. Ma non si è arreso. E le marce di Viareggio; la sue gente in fila ogni anno, lo stesso giorno, per ricordare chi non c’è più.

Tutto accompagnato da tavole, che come lavagne di scuola, spiegano bianco su nero le tappe di questo cammino in salita verso la verità e la giustizia. Volutamente bianco su nero, perché troppe volte quello che in questi anni, su questa vicenda, è stato scritto nero su bianco si è perso. Una mostra dal finale aperto, e che tale rischia di rimanere per la possibilità che il reato di incendio colposo finisca per cadere nel vuoto della prescrizione. Una mostra-documento nata invece per chiedere una risposta: “perché è successo?”

Associazione dei familiari delle 32 Vittime “IL MONDO CHE VORREI”

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