California – Quando si delocalizzano anche le riprese dei film di Hollywood

globalizzazione-174702Postiamo questo pezzo apparso su The Economist (traduzione a cura di Internazionale) : le vie del capitale sono (potenzialmente) infinite ! Questa schizofrenia della massimizzazione del profitto spinge gli investimenti laddove le condizioni (per il capitale) sono maggiormente favorevoli, da qui gli sgravi offerti dagli Stati, i quali ovviamente reclamano una parte del malloppo.

  A proposito di “primato della politica” sull’economia….e di quanto sia “sostenibile” socialmenete questo modo di produzione.

Lo stato americano inaugura un programma di incentivi fiscali per arginare la fuga delle produzioni cinematografiche

Ache potrebbe mai servire un vecchio stabilimento per la produzione del latte con cavi penzolanti, finestre in frantumi e muri imbrattati? In California, dei location manager con un po’ di immaginazione hanno deciso che sarebbe stato una perfetta replica dell’Iraq devastato dalla guerra per una scena di American sniper, di Clint Eastwood. L’industria californiana del cinema fa diventare le hall dei grandi alberghi uffici della Nasa, tiene le navi da guerra dei supereroi ormeggiate a Long Beach e fa sfrecciare quasi ogni inseguimento d’auto nel deserto del Moja ve. Perfino i parcheggi, se opportunamente allagati, possono diventare il mar Rosso che Mosè attraversa guidando il suo popolo durante l’esodo dall’Egitto.

Negli ultimi dieci anni la lunga tradizione della California di ospitare le riprese cinematografiche si è notevolmente indebolita. Generosi incentivi fiscali in una trentina di stati americani e in diversi paesi in giro per il mondo hanno spinto gli studios a guardarsi intorno prima di decidere dove girare un film. Tra il 2003 e il 2013, le spese per le produzioni cinematografiche in Louisiana sono aumentate dell’ottocento per cento e in Georgia, dopo l’entrata in vigore di un nuovo regime fiscale nel 2005, del settecento per cento. Entrambi gli stati offrono alle compagnie di produzione sgravi fiscali fino al 30 per cento. Siamo arrivati al punto che per le riprese di San Andreas, un film in cui un terremoto devasta la California, la produzione ha preferito fare le riprese in Australia. Questo deve aver scosso davvero la California che ha cominciato ad affilare le armi.

Entro la fine di luglio nello stato entrerà in vigore un nuovo, più esteso programma di incentivi fiscali per le produzioni di film e serie tv, che coprirà il 20 per cento delle spese locali di una troupe. Con un fondo di 330 milioni di dollari, il piano ha un portafogli tre volte più grande di quello precedente. Per la prima volta, con una mossa che punta a riportare a casa le grandi produzioni, perfino i film con budget superiori a 75 milioni di dollari potranno richiedere gli incentivi. Del resto, lo scorso anno venti dei 25 film campioni d’incasso a livello globale avevano un budget più alto di quella cifra. Amy Lemisch, che dirige la California film commission, ammette che il programma è più modesto di quelli approvati da altri stati. Ma il suo obiettivo è “trattenere i progetti più a rischio di fuga”.

Dieci anni a bordo campo

In California è stato girato il 21 per cento dei maggiori successi cinematografici mondiali dello scorso anno, non una gran percentuale, ma in risalita rispetto al misero 14 per cento dell’anno precedente. Ora i produttori potrebbero essere attirati dai nuovi incentivi: quattro serie tv stanno già pensando di trasferirsi in California. Ma Hollywood non tornerà più a monopolizzare il settore come un tempo. A Los Angeles nel 2013 è stata prodotta la metà dei film del 1996, e la percentuale totale delle serie tv dalla durata di un’ora a episodio prodotte in California è scesa dal 65 per cento del 2005 al 28 per cento del 2013. “La California ha aspettato dieci anni a bordo campo consentendo lo sviluppo di altri centri”, spiega Paul Audley della Film LA, un’azienda che procura i per-messi a chi vuole girare a Los Angeles.

In questo declino gli studios hanno fatto la parte dei cattivi. Mentre venivano discusse le nuove leggi molti dichiaravano di sostenere l’industria cinematografica californiana, ma intanto spingevano altri stati ad ampliare i loro programmi di finanziamento. Sono gli incentivi, non i copioni, a decidere dove si girerà un film. E si conta sul fatto che i contribuenti finanzieranno le offerte più deboli. Dopo che Leonardo di Caprio ha deciso di non interpretare Steve Jobs in un film sulla vita del fondatore della Apple, i produttori esecutivi della Sony hanno detto – stando ad alcune email trapelate – che il progetto sarebbe potuto andare avanti solo trasferendo le riprese in Georgia. Senza il potere trainante di Di Caprio, che li avrebbe aiutati a coprire i costi, non potevano permettersi di girare in California ed erano costretti a spostarsi. Alla fine la Sony ha cancellato la produzione.

Finché il gioco vale la candela, agli studios piace girare in California. Il sole splende con affidabile regolarità ed eserciti di operatori specializzati vivono nello stato (la sola contea di Los Angeles impiega nel settore del cinema un numero di persone 25 volte più grande di quello della Louisiana).

Secondo una ricerca della Southern California association of governments, ogni dollaro elargito in finanziamenti l’anno scorso ha fruttato alle casse dello stato 1,11 dollari in tasse sui ricavi.

Un recente studio ha mostrato che in Louisiana, invece, per ogni dollaro che il fisco ha prelevato dall’industria cinematografica, lo stato ne ha sborsati più di quattro in incentivi. Lemisch fa notare inoltre che centinaia di posti di lavoro dipendono dalle produzioni: la realizzazione di un campione d’incassi al botteghino può richiedere il coinvolgimento di un migliaio di aziende. I produttori hanno bisogno di massaggi, gli assistenti di cancelleria e le attricette vogliono candele profumate e rose fresche. Senza contare tutto quello di cui hanno bisogno scenografi e costumisti.

Joseph Henchman, un avvocato che fa parte del gruppo di esperti Tax foundation, rimane scettico sui benefici che i finanziamenti alle produzioni di film e serie tv possono portare agli stati: la fedeltà che ispirano è passeggera. Henchman approva la scelta del governatore della California, Jerry Brown, di aumentare i controlli delle autorità sulle società di produzione che richiedono gli incentivi. “Devi poterti rivalere in qualche modo se la produzione non fa tutto ciò che ha promesso”, afferma l’avvocato. Bisognerà osservare con attenzione il ruolo comprimario che i nuovi finanziamenti giocheranno nel vecchio dramma fiscale della California.

Incassi e location

Tra i film che hanno incassato di più negli Stati Uniti nel 2014 American sniper, di Clint Eastwood, rappresenta una sorta di eccezione. Quasi tutte le location del film sono in California, anche quando si trattava di scene ambientate in Iraq. Hunger games. Il canto della rivolta – parte 1 è stato girato tra la Georgia e l’Europa (Francia e Germania) mentre Guardians of the galaxy nel Regno Unito. Gran parte delle riprese di Captain America. The winter soldier è stata realizzata in Ohio, dove gli sgravi fiscali variano tra il 25 e il 30 per cento. Le location di Jurassic world, tra i campioni d’incassi del 2015, si dividono tra la Louisiana, le Hawaii e la California. Avengers. Age of Ultron è stato girato tra Corea del Sud, Regno Unito, Bangladesh, Italia e Sudafrica, mentre Furious 7 tra il Colorado, la Georgia e Abu Dhabi. Un altro paese dove si concentrano molte produzioni cinematografiche statunitensi è il Canada, dove è stato realizzato Cinquanta sfumature di grigio.

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