Solidarietà internazionalista ai fratelli proletari di Ankara

Il SI Cobas denuncia la strage che ha massacrato più di centoventi e ferito centinaia di partecipanti a una manifestazione ad Ankara per la pace e contro la repressione dei curdi, ed esprime la sua solidarietà ai proletari curdi che sono doppiamente oppressi: sfruttati nei luoghi di lavoro dove costituiscono gli strati inferiori della classe operaia turca, e oppressi come minoranza etnica privata del diritto di autodeterminazione.

Il sanguinario attacco terroristico, che segue a poca distanza gli altri due attentati anti-curdi di Diyarbakir e Suruc, ricorda le stragi di stato degli anni ’70 in Italia. Chiunque abbia organizzato ed eseguito l’attentato, lo scopo è creare un clima di tensione, di esasperazione e di paura che giustifichi l’inasprimento della repressione interna contro la popolazione e le organizzazioni curde oltre all’intervento militare contro le formazioni curde in Siria e Iraq, e tiri la volata al partito AKP di Erdogan nelle imminenti elezioni del 1 novembre, incapace di formare una maggioranza di governo dopo la battuta d’arresto nelle elezioni dello scorso giugno che hanno visto il rafforzamento del partito curdo.

E non è forse un caso che la strage giunge dopo che Erdogan ha raggiunto un accordo con Commissione Europea, che ha promesso un miliardo di euro al governo turco perché faccia il poliziotto per conto dell’Europa, trattenendo fino a due milioni di profughi siriani in nuovi campi sul proprio territorio, e impedendo loro di proseguire verso l’Europa. La Turchia come prigione per i siriani in fuga dalla guerra oltre che per i curdi interni. Oltre ai finanziamenti la UE potrebbe dare in cambio anche una maggiore disponibilità al percorso di associazione della Turchia.

D’altra parte è da un secolo, dalla fine della Prima Guerra Mondiale imperialista, che le potenze europee hanno affidato alla Turchia il ruolo di gendarme del Medio Oriente, imprigionando nel suo territorio un’area a maggioranza curda grande quanto l’Italia, dove l’imperialismo turco ha operato come potenza coloniale occupante. La deflagrazione di Iraq e Siria, provocata dagli interventi delle potenze occidentali e delle petromonarchie del Golfo, ha posto fine alle ipotesi di pacificazione tra il PKK curdo e il governo turco, il cui obiettivo primario è ora schiacciare sul nascere ogni autonomia curda anche oltre i propri confini, come dimostrato nel boicottaggio della Rohava di Kobane, mentre
lascia campo libero alla reazione dell’ISIS.

Per questo denunciamo gli imperialismi d’Europa complici del governo turco, e l’Italia in particolare (nel 1999 il governo D’Alema ebbe un ruolo nel negare asilo politico al leader curdo Oçalan e permetterne la cattura), con le grandi imprese europee e italiane che d’intesa con il governo Erdogan fanno affari d’oro sfruttando il proletariato turco e curdo, violando spesso i diritti dei lavoratori.

I lavoratori organizzati nel SI Cobas, italiani e provenienti da decine di paesi del mondo, esprimono il loro dolore per le vittime della strage di Ankara e tendono la mano ai lavoratori della Turchia, siano essi di lingua turca o curda, invitandoli ad unirsi tra loro e a stringere collegamenti con i lavoratori combattivi in Europa e nel mondo, nella comune lotta contro il padronato locale e internazionale, e contro i rispettivi governi, per difendere le condizioni della nostra classe e per il rovesciamento del capitalismo generatore di sfruttamento e di guerra.

Sindacato Intercategoriale Cobas – SI Cobas

da http://www.sicobas.org/

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