[Firenze] Solidarietà agli studenti contro l’ISEE e lavoratori in appalto

2015_11_20_studentisee.jpgIl nuovo calcolo Isee ha ottenuto lo scopo: escludere pezzi importanti delle classi popolari dal diritto allo studio. Solo a Firenze circa 370 studenti hanno perso l’alloggio nella casa dello Studente: alcuni hanno rinunciato allo studio, altri ancora hanno provato ad ottenere un ‘interlocuzione con il presidente del Dsu Moretti, con la vice presidente della Regione Bardi, con il Senato Accademico ottenendo come risposta la riconferma dell’obbligo di liberare gli alloggi e l’applicazione della tariffa di 10 euro al giorno per chi avesse deciso di restare. Una somma che non può di certo permettersi chi non può pagare un affitto, in una città dove una stanza si affitta a 250-300 euro al mese. I tentativi di incontri si sono rivelati sempre e solo un nulla di fatto: parole, promesse vaghe, minacce di intervento della polizia. Il motivo – ribadito più volte dalle bocche dei dirigenti regionali: non ci sono soldi.

Ma siamo davvero sicuri che non ci siano soldi, che non c’è soluzione al problema?

Gli studenti contro l’Isee hanno dimostrato che le soluzioni ci sono! Di fronte all’inerzia della Regione e del DSU hanno recuperato uno stabile abbandonato in via del Ponte di Mezzo, in condizioni perfette ma mai inaugurato: è al centro di una speculazione ad opera di New Immobiliare e dell’Asl di Firenze costata alle casse pubbliche una perdita di circa 3 milioni di euro. Essi inoltre denunciano l’esistenza di almeno due blocchi di alloggi destinati agli studenti ma ancora inutilizzati.

In contemporanea anche i lavoratori in appalto del Dsu Toscana sono in stato di agitazione a causa di stipendi molto bassi e carichi di lavoro eccessivi. Se non ci sono soldi, come mai il Dsu preferisce spendere di più per qualche regalo a cooperative amiche per nulla interessate alla qualità del servizio (meno che mai alle condizioni di lavoro dei propri dipendenti) ma molto attente al profitto? Perchè si, lo sappiamo che un lavoratore in appalto costa molto di più di un lavoratore internalizzato.

Quale sia il fine di tutto questo è reso chiaro dalla Legge di Stabilità 2016 che prevede ancora tagli all’Istruzione pari a 661 milioni di euro in tre anni, mentre si aumentano di 2.3 miliardi le spese militari e di 27 milioni i fondi alle scuole private. Non solo si sacrificano i servizi destinati al popolo, a chi ha diritto ad accedere ad un’istruzione di qualità, pur di pagare un debito che noi non abbiamo certo contribuito a creare, ma si sfrutta la crisi per assestare un colpo decisivo al già traballante modello di istruzione pubblica.

Si vuole infatti una scuola che prepari manodopera servizievole e precaria, magari disposta (anzi, obbligata) a lavorare gratuitamente (come ci dice la riforma della Buona scuola), che soprattutto restauri e inasprisca le differenze tra chi frequenta un liceo e chi un tecnico o peggio un professionale. Una scuola gestita come una azienda e non come un servizio pubblico, in cui la missione storica della scuola – formare dei cittadini consapevoli e, soprattutto, eguali, – venga sacrificata ai bisogni delle imprese. Una scuola pubblica che sia sempre meno un onere per lo stato: un lungo percorso, iniziato ormai da decenni, che come sbocco vorrebbe la privatizzazione del mondo dell’Istruzione.

Per questo chi lotta ora per il diritto allo studio, gli studenti contro il nuovo Isee, stanno lottando in realtà per tutti noi! Denunciamo con forza l’atteggiamento delle istituzioni accademiche e scolastiche, che non forniscono risposte, ma anzi sono prodighe di chiamate alla Polizia e alla Digos per far manganellare o denunciare gli studenti.

Denunciamo il linciaggio mediatico di cui è vittima il movimento degli Studenti contro l’Isee, in questi giorni al centro di una vera a propria campagna diffamatoria volta ad accusare di assenza di dialogo, di violenza e di comportamento antidemocratico un gruppo di studenti a cui come unica alternativa,nell’assenza di soluzioni e dialogo, è stata lasciata quella di abbandonare gli studi o trasferirsi a vivere per strada.

Solidarietà agli studenti occupanti di via del Ponte di Mezzo Solidarietà ai lavoratori in appalto dell’Università di Firenze e del DSU.

Per una scuola e una università pubblica, gratuita e di massa

Per l’internalizzazione dei lavoratori in appalto

da http://www.clashcityworkers.org/

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