Christmas Lectures all’Unifi: 3 appuntamenti interessanti da martedì 15

Martedì 15 dicembre ore 11

Massimo Inguscio Docente di Fisica della materia

Luce e Tempo

Dipartimento di Fisica e Astronomia | Aula magna | Via G. Sansone, 1, Sesto Fiorentino FI

Della Royal Institution, dove Faraday aveva iniziato la tradizione delle “Christmas lectures”, è rimasta una bella immagine del 1934 con Lord Rutherford che parla del “nuovo idrogeno”. Si trattava di uno dei tanti momenti magici della fisica in cui l’osservazione attenta della luce proveniente dagli atomi svelava nuove leggi della natura. Alcune “anomalie” nello spettro erano state spiegate da Dirac combinando meccanica quantistica e relatività ristretta in una elegante equazione che arrivava a prevedere l’esistenza dell’antimateria, all’epoca ancora invisibile. Se la comprensione della natura stessa della luce è andata di pari passo con lo sviluppo della scienza, la curiosità di come atomi e molecole interagiscano con la luce ha portato a vere rivoluzioni tecnologiche, quella del laser prima tra tutte. Oggi usiamo luce laser per rallentare l’agitazione degli atomi sin quasi a fermarli ed “immagazzinarli” uno ad uno ben ordinati in contenitori, anche essi fatti di luce. Questi atomi, con le oscillazioni degli elettroni che li compongono, diventano formidabili orologi tanto precisi che se fossero stati messi in funzione al momento del big bang ora non sbaglierebbero più di un secondo. La luce, col periodico succedersi del giorno e della notte, da sempre protagonista della misura del tempo, ritorna strumento per scandirlo con incertezze di pochi miliardesimi di miliardesimo di secondo. Con gli orologi atomici, collegati con fibre di luce, si può “vedere” il rallentamento dello scorrere del tempo dovuto alla gravità, come previsto cento anni fa da Einstein nella sua teoria della relatività generale. Si aprono nuovi scenari applicativi. Curiosità ed immaginazione possono portare ad importanti rivoluzioni tecnologiche.

Mercoledì 16 dicembre ore 11  

Massimiliano Pieraccini  Docente di Elettronica

Nikola Tesla, tra eresia e scienza

Scuola di Ingegneria | Sala Caminetto | Via di Santa Marta, 3, Firenze

Nikola Tesla è stato definito “l’uomo che ha inventato il XX secolo”. Al di là del mito, la sua vicenda umana e scientifica pone importanti interrogativi sulla Scienza e i suoi metodi.Tesla è l’inventore della corrente alternata, su cui sono basate ancora oggi le reti elettriche di tutto il mondo. Ma Tesla è molto più di un geniale inventore, nell’immaginario collettivo, è il paradigma del genio solitario, ossessivo e paranoico, sempre in bilico tra pazzia e genialità, trionfo e fallimento, solida scienza e volgari trucchi da baraccone. Quando, giovanissimo, arrivò negli Stati Uniti per lavorare con Thomas Edison aveva con sé una lettera di presentazione nella quale c’erano scritte poche parole: “Conosco due grandi uomini: uno siete voi, l’altro è questo giovane”. Le due spiccate e opposte personalità entrarono in rotta di collisione. Tesla, con la furia di un dio vendicatore, distrusse l’impero econo-mico di Edison e trasformò l’intera rete di distri-buzione dell’energia elettrica degli Stati Uniti secondo le sue idee rivoluzionarie, divenendo un uomo ricco e rispettato. Avrebbe potuto godersi il successo, ma non era nel suo carattere di anima inquieta e visionaria. Si giocò tutto per un’impresa folle: utilizzare il pianeta terra come rete di distribuzione dell’energia. In un laboratorio segreto a Colorado Springs costruì una macchina elettrica che avrebbe operato sull’intera ionosfera, con l’unico risultato di ridursi sul lastrico. Tornò a New York e ottenne finanziamenti per le sue ricerche che promettevano cieli notturni illuminati a giorno, micidiali raggi della morte e strabilianti macchine volanti senza né ali né motori. Pochi anni dopo era di nuovo sul lastrico. Morì nel 1943 in solitudine e povertà in una camera di albergo di New York.

Giovedì 17 dicembre ore 11

Chiara Azzari Docente di Pediatria

Perchè morire per una malattia prevenibile? La lotta dei vaccini contro le malattie infettive

Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi Padiglione 13 | Aula Clinica Medica 1 | Largo Brambilla, 3, Firenze

Un bambino morto di pertosse, un giovane adulto deceduto o amputato dei 4 arti a causa di un’infezione meningococcica sono un prezzo che la nostra società non vuole più pagare alle infezioni. I vaccini rappresentano una delle principali scoperte della medicina ed hanno un ruolo fondamentale nella riduzione della mortalità infantile e nel miglioramento della salute di tutta la popolazione. La scelta dei vaccini da utilizzare deve però essere effettuata con rigore scientifico, basato in primis su dati epidemiologici corretti. Un’epidemia o un cluster di casi gravi o mortali, come quello recente causato dal meningococco C nella regione Toscana ci ricordano come la conoscenza del microrganismo sia necessaria per pianificare un’accurata prevenzione vaccinale. Gli studi condotti nel nostro laboratorio, basati su indagini molecolari, hanno consentito di conoscere a fondo i microrganismi e la loro aggressività, di studiarne la diffusione nel nostro paese e di porre quindi le basi per la programmazione di interventi preventivi consapevoli. I risultati delle ricerche sono stati inseriti tra le “pietre miliari” del Center for Disease Control” in USA ed hanno consentito di dimostrare che la diagnosi molecolare è lo strumento più efficace nella sorveglianza delle malattie infettive e nella pianificazione dei programmi di vaccinazione.

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