Prima gli Italiani? No, prima gli sfruttati, prima i proletari!

Riceviamo e pubblichiamo:

“Prima gli Italiani”. E’ questo lo slogan che rimbalza da Salvini alla Santanché, da CasaPound ai “Fratelli d’Italia” della Meloni, che occupa i tristi talk show televisivi alle colonne dei quotidiani, sino a diventare la parola d’ordine con il quale questi destri personaggi invitano a scendere in piazza per fiaccolate e marce tricolori, in difesa della “Nazione”, della sua “Civiltà” e “Tradizione”, della “Sovranità”.

Ma che cosa sta dietro a questo slogan che sembra essere il nuovo cavallo di battaglia delle destre? Niente di nuovo. L’uso del nazionalismo è da sempre un’arma in mano alle classi dominanti per governare e controllare periodi di crisi e di potenziale tensione sociale, per poter portare a suo favore i processi di ristrutturazione dei rapporti di classe. La ricerca di un nemico esterno, nasconde infatti da sempre la necessità di padroni e governanti di estirpare un nemico interno ad una nazione, che si vorrebbe descrivere come un blocco unitario, tenuto unito da presunti valori condivisi, interessi comuni, oltre che dal “sangue” ed un destino comune.

Quante volte, in questi anni in cui la crisi ha dimostrato il volto più crudo del sistema capitalista, ci siamo sentiti dire che era necessario fare tutti dei sacrifici, che avevamo vissuto al “di sopra delle nostre possibilità”, che per avere tutti più tutele bisognava toglierle a chi le aveva, mentre le aziende chiudevano, si smantellavano i diritti conquistati dai lavoratori, si precarizzava ulteriormente i contratti, si alzavano i ticket sanitari o si svendeva ai privati l’istruzione pubblica? Dietro il “Prima gli Italiani” che i razzisti e fascisti cercano di propagandare nei settori popolari, ad esempio, ci sta il “Siamo tutti sulla stessa barca” dei salotti buoni dei padroni, banchieri e affaristi incravattati, perché l’uno è in funzione dell’ altro.

Scaricare sul migrante, sullo straniero, sul Rom, l’odio e puntare il dito su chi ci starebbe rubando la casa, il lavoro, i soldi, quando gli stessi politici che spargono odio e paura, oltre ad aver governato per anni con politiche che hanno affamato gli italiani (Fratelli d’Italia e Lega in primis) sono gli stessi che hanno lucrato sulla pelle dei migranti, con mazzette e appalti truccati nella gestione dell’accoglienza, allora diventa palese come esso sia funzionale a tentare di disinnescare e colpire chi invece non è più disposto ad abbassare la testa, a fare ulteriori sacrifici, ad accettare un sistema che produce sempre più disuguaglianza e sopraffazione per molti, profitti e rendite per pochi. Chi fomenta razzismo e fascismo, chi come Salvini e la Lega fino a ieri urlava “Prima il Nord!” e adesso si arruolato nella crociata del “Prima gli Italiani” è dunque il primo nemico di chi invece è disposto a lottare sul proprio posto di lavoro, nel proprio quartiere, sui banchi di scuola, contro chi questo sistema l’ha prodotto e voluto, ed ha imparato a farlo a fianco di chi è come lui -davvero- perché vive sulla sua pelle la sua stessa identica situazione, sia esso un fiorentino Doc, un pugliese, un rumeno o un siriano.

Sulla stessa barca di affaristi e speculatori, di banchieri strozzini e padroni, ci stanno i fascisti che li difendono al grido di “Prima gli Italiani”, noi stiamo con chi è sfruttato, con chi ogni mese deve fare i conti con gli affitti e le bollette, con chi difende il diritto allo studio per tutti, una sanità accessibile, un trasporto pubblico efficiente, un territorio libero da opere inutili e nocive, chi difende i servizi nei quartieri delle periferie, rifiutando ogni divisione fra italiani e migranti, fra chi ci vuole divisi e in competizione fra di noi. E rifiutando oggi le politiche di guerra portate avanti dalle classi dominanti, politiche che ancora di più fomentano astio e diffidenza verso gli immigrati, considerati potenziali terroristi pericolosi, tendendo ancora a scaricare su un corpo sociale le tensioni che esse stesse generano.

Il nostro nemico non sarà un rifugiato in fuga da guerra e povertà o un lavoratore costretto ad accettare salari da fame perché ricattato, sarà chi la guerra la produce e chi sfrutta chi lavora, il nostro nemico non sarà chi occupa una casa perché non ce l’ha, ma sarà il palazzinaro che le case le tiene vuote o chi guadagna sul caro affitti, il nostro nemico è di classe così come i nostri compagni di lotta:

Prima gli Italiani? No, prima gli sfruttati, prima i proletari!

CPA Fi*Sud

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