Lucca – Giovedì assemblea dei lavoratori sul trasporto pubblico

 PER UN TRASPORTO PUBBLICO PER TUTTE/I

VENERDI 21 APRILE  2016 ore 20.30 appuntamento 

Salvaguardare il diritto alla mobilità e i diritti dei lavoratori

Se il rinnovo dei contratti significa peggioramento delle condizioni di lavoro, meno diritti e qualche spicciolo inutile a fronte della crisi economica, allora questi contratti è meglio non rinnovarli!
L’ipotesi di accordo firmata tra le Associazioni Datoriali Asstra e Anav e i sindacati confederali per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale dei Lavoratori (CCNL) Autoferrotranvieri-internavigatori (mobilità-TPL) il 28 novembre 2015, alle 2 di notte, insieme e oltre ai singoli e specifici attacchi, pone la basi e formalizza la tendenza alla privatizzazione in corso nel settore del trasporto pubblico (tendenza già in corso da anni in tutto il settore pubblico),
L’accordo rientra nella generale tendenza a giocare al ribasso da parte dei sindacati di regime:(il contratto appena rinnovato prevede persino che restituiscano i soldi  i soldi dell’inflazione programmata). impone un peggioramento progressivo delle condizioni di lavoro e di vita,
ciò che le interessa è la valorizzazione del capitale e poco importa se vengono travolte e distrutte vite umane, città e territori. È la situazione generale a dettare le condizioni contrattuali.

Non esisteranno contratti migliori perché la società intera va a rotoli, ed è nel solco della lotta per costruire l’alternativa al sistema di sfruttamento e miseria dei padroni che deve inserirsi la lotta dei lavoratori del TPL. Questo accordo riguarda tutti. Riguarda ilavoratori del TPL (dal personale viaggiante agli impiegati agli operai delle officine) e riguarda anche le masse popolari che di quel servizio ne usufruiscono. L’ipotesi di accordo per il TPL ha ricadute sui diritti, sulle tutele dei lavoratori e sulla qualità della vita delle masse popolari, sulla vivibilità delle città.Organizzarsi e organizzare per tempo, prevenire e neutralizzare le mosse dei padroni.Significa che i lavoratori avanzati del TPL devono raccogliere l’indignazione, la rabbia, il malcontento e la combattività che tranvieri hanno da sempre dimostrato di avere, organizzandosi deposito per deposito, città per città, in comitati che si occupano sistematicamente di quanto succede in azienda, della sua gestione, che svolgano un’azione educativa e formativa verso gli altri lavoratori, incitandoli a organizzarsi.Costruire organizzazioni popolari all’interno dei depositi che siano di stimolo e di esempio per i lavoratori di altri depositi della stessa azienda di trasporti e per i lavoratori di aziende di trasporti di altre città , a partire da quelli dove esistono condizioni più favorevoli. Senza aspettare di essere in tanti per cominciare, gli altri si aggregheranno via via che il comitato svolgerà un ruolo politico verso il resto dei lavoratori.

Promuovere il protagonismo dei lavoratori e creare una rete fra loro (valorizzando i legami che già spontaneamente esistono): coinvolgendo e organizzando insieme volantinaggi dentro e fuori dal proprio deposito; creando gruppi di discussione sul CCNL e sulla situazione generale, per portare sempre più lavoratori dalla parte sana e avanzata “della barricata”; spingere altri lavoratori a organizzarsi in comitati; organismi in cui si discuta di come far fronte alla situazione attuale, che studino le mosse da fare per salvaguardare il trasporto pubblico e che inizino a praticarle, senza aver paura di sbagliare, ogni esperienza ha qualcosa da insegnare a chi vuole imparare. Vuol dire non farsi cogliere impreparati ma organizzare il dissenso, formare ed educare alla lotta di classe i lavoratori.Il fronte delle forze che possono essere mobilitate è ampio. Non fermarsi ai confini dell’azienda ma rivolgersi all’esterno, cercare e creare un legame e un filo diretto con gli utenti, denunciare quanto avviene in azienda, spingendoli a organizzarsi in comitati di difesa del TPL , organizzare incontri e assemblee nei territori in cui sorgono i depositi, chiamare alla solidarietà i lavoratori e gli operai di altre categorie. Costruire una rete di relazioni interna ai depositi, fra i depositi e fra i depositi e le masse popolari dei quartieri in cui sorgono, fra i depositi e le aziende del territorio o a livello nazionale. Non farsi cogliere impreparati ma organizzare il dissenso, formare ed educare alla lotta di classe i lavoratori. È difficile, certo, ma non è impossibile, è una strada che i lavoratori possono percorrere e devono imparare a percorrere se hanno la determinazione di vincere.Già i servizi pubblici vengono gestiti da ConsigIi di Amministrazione e Amministratori delegati che hanno il ruolo di un padrone d’azienda. Chi gestisce l’azienda la gestisce con una concezione da padrone (anche se il suo stipendio è deciso dalla politica e non dai risultati d’impresa!): trattano il servizio pubblico non come un bene comune (come è invece per i lavoratori e le masse popolari) ma come una merce da cui ricavare maggiori profitti e su cui fare i propri interessi.

La questione per le organizzazioni popolari delle aziende pubbliche come quelle del trasporto è contrastare il processo di privatizzazione in corso, conoscere e capire il senso delle mosse del padrone; denunciare le mosse del padrone agli altri lavoratori per mobilitarli, spezzando i tentativi di creare divisioni fra i lavoratori, sgretolando passo dopo passo l’idea alimentata dai padroni che “io speriamo che me la cavo” e le prassi attraverso cui l’azienda cerca di dividere gli operai dagli impiegati, dal personale viaggiante. Facendo leva su due fattori e combinandoli fra loro:

  • Più i lavoratori organizzati operano ad ampio raggio (facendo valere la loro “rete” che collega un capo all’altro delle città) maggiore è la loro forza, si tratta di mobilitare organismi, sindacati, associazioni, istituzioni locali, commercianti della zona, che vengono tutti danneggiati dalla privatizzazione di un’azienda;
  • i lavoratori come collettivo non hanno niente da perdere: la direzione aziendale farà quello che le conviene, è un’illusione pensare che quando calerà la scure dei licenziamenti si verrà salvati perché si è stati buoni

PRESSO SALA CROCE VERDE

Indirizzo: Viale Castracani, 468/D, 55100 Lucca LU

https://www.google.it/maps?q=croce+verde+lucca&ion=1&espv=2&bav=on.2,or.r_cp.&bvm=bv.119745492,d.bGg&biw=1440&bih=760&dpr=1&um=1&ie=UTF-8&sa=X&ved=0ahUKEwjf3KXPkZHMAhUEnRoKHdhBD_oQ_AUIBigB

Leggi anche:

L’INNOVAZIONE È OSTAGGIO DEL GRANDE CAPITALE

COORDINAMENTO NAZIONALE AUTOFERROTRANVIERI SOLIDALE COI LAVORATORI ILVA

Facebook

YouTube