Scuola. Qualche preside vorrebbe scegliere i docenti via video, “figura intera”

Sarà che le “linee guida” della cosiddetta “buona scuola” li lascia liberi di fare come gli pare. Sarà che sono dirigenti di scuole toscane, quindi forse si sentono più vicini al trono (del contafrottole fiorentino). Sta di fatto che in almeno due istituti – l’Istituto Comprensivo Pier Cironi di Prato e l’istiutto Comprensivo Statale “A. Frank – Carradori” di Pistoia – hanno diramato l’invito a presentare la candidatura ai posti liberi, da docente, tramite un video.

Iniziativa che sarebbe soltanto curiosa (il decreto governativo parla di e-mail, ma non vieta di far ricorso a media supplementari) se gli inviti non contenessero una specifica davvero singolare: nel video l’aspirante insegnante, erede delle antiche supplenze annuali, si deve presentare “a figura intera”.

Chiunque abbia frequentato le scuole guardando ogni tanto verso la cattedra sa che gli insegnanti possono coprire l’intero arco delle corporature umane, dall’atletico trentenne di educazione fisica al barilotto di qualsiasi età e di qualsiasi materia, indipendentemente dalla materia di competenza.

Inevitabile dunque chiedersi che senso abbia pretendere un’autopresentazione “a figura intera”, visto che le forme di presentazione dello scibile umano prescindono sempre dalla configurazione fisica del presentatore. In video a “mezzobusto” si può forse apprezzare la capacità di eloquio del/la candidato/a, ma non certo la competenza nella sua materia (e infatti gli inviti non parlano di una “lezione mimata”, ma di una semlice autopresentazione). Fin troppo semplice obiettare che però il video “blocca” una rilevante quota di persone, che davanti a una telecamera diventano incapaci di profferir parola oppure sproloquiano nervosamente.

Qualche insegnante ha colto invece il lato spettacolare della proposta, parlando di passaggio storico dalla “domanda di assunzione” al “provino tv”. Fioccano perciò le foto in costume da bagno, per ironizzare almeno un po’ sulla scarsa deontologia di “dirigenti” convinti che l’aspetto fisico “intero” di un docente sia un requisito rilevante ai fini dell’assunzione (temporanea, sia chiaro!).

Del resto, dall’avvento di Berlusconi in poi, e con Renzi soprattutto, l’aspetto fisico di alcune ministre sembra esser stata una qualità molto più apprezzata della (indefinibile) competenza.

Diciamo che è una subcultura che lancia un’ombra inquietante sull’effettivo concetto di “merito” dominante nei meandri della “nuova” scuola italiana. Insomma, dalla ‪#‎buonascuola‬ alla ‪#‎bonascuola‬.

Tratto  da: contropiano

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