Se volete comprare delle armi, contattateci!

Israele è davvero all’avanguardia in campo tecnologico e militare, Alle manifestazioni, ad esempio, usano le armi soniche.
ecco un sito tanto disgustoso quanto significativo:

http://www.israeli-weapons.com/ Where you discover all about Israeli Weapons, military technology and state-of-the-art defense systems. We registered with Israeli Ministry of Defense and we supply military hardware overseas. If you want to buy military equipment/arms please contact us…

Da notare il video del “Jerusalem online” in hompeage . Il servizio, ignorando le vittime fa vedere quanto siano efficaci le armi Israeliane nell’operazione piombo fuso.
Il tutto intervellato da grottesche pubblicità che mostrano ragazzi felici che fanno rafting ed escursioni nella bellissima terra di Israele (la palestina).


Fortunatamente i soldati Israeliani di COURAGE TO REFUSE dichiarano:

“Non possiamo restare in disparte mentre centinaia di civili vengono macellati dall’Idf (l’esercito israeliano). In questo momento la cosa più pericolosa è la falsa speranza che questo tipo di violenza possa portare sicurezza a Israele. Invitiamo i dunque soldati a rifiutarsi di participare alla campagna di Gaza”. Queste parole segnano il ritorno dei refusenik, i soldati israeliani di Courage to Refuse, che si oppongono alla politica di oppressione militare del loro governo ai danni della popolazione palestinese. L’atteggiamenti dei media rispetto alle manifestazioni contro la guerra è molto ostile, le proteste vengono presentate come esternazioni marginali organizzate da traditori. In generale si può certamente dire che i media presentano la linea dell’esercito e hanno un pregiudizio nei confronti dei refusenik e degli attivisti contro la guerra. Questa situazione, però, sta lentamente cambiando. Ad esempio, durante la prima settimana a protestare erano pacifisti, comunisti e anarchici, dunque le notizie su di loro sono state accantonate. Ma una settimana dopo alle proteste hanno partecipato anche ex soldati, allora anche la stampa ha iniziato a dare più spazio al movimento. É difficile, ma poco alla volta le ragioni di chi si oppone a questa guerra stanno guadagnando spazio e attenzione”. fonte peacereporter

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