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La quarta puntata di “Siamo tutti poeti laureati” è dedicata ai “Sapori forti”. La trasmissione avrà anche un forte-saporito ospite: Andy Violet, autore di “Mutae Divae”, raffinate poesie d’amore, di sadomasochismo, di necrofilia e così via. Si parte intanto con uno spunto del Laboratorio Teatrale: un capitolo dal “Gargantua” di Rabelais, “Come Grangola s’accorse dell’intelligenza meravigliosa di Gargantua per l’invenzione di un nettaculo”, che verrà letto sia in versione originale (ancorché tradotta) sia in qualche modernosa e non meno spassosa riscrittura di laboratoristi, Luca in testa. Sulla linea della trasgressione più o meno comica, o anche tragica, ecco Palazzeschi: “Le beghine”, dedicata alle dame che passano la maggior parte della loro vita (vita?) in chiesa; e “I fiori”, altro esercizio di divertita liberazione dalla morale cattoborghese, dove le presunte più innocenti creature del creato si rivelano una fogna di vizio e perversione. Più teneri Gozzano e la sua “Cocotte”, dove si introduce il tema della prostituzione; che riprenderemo leggendo Baudelaire. Dai suoi “Fiori del male” una corposa scelta di poesie che oltre a trattare di puttanesimo, ipocrisia, angoscia e animi angelici incompresi, ci rovesciano addosso il grottesco della contemplazione di qualche carogna d’animale verminante, e dei vermi metaforici che abitano i cervelli dei lettori, o del poeta stesso, sul cui cranio pianta infine il nero vessillo la più splenetica disperazione.
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