PER UN IMPIEGO REALMENTE PUBBLICO DELL’AULA MAGNA DI FACOLTÀ DI UN ’UNIVERSITÀ PUBBLICA

Riconsegnando al Preside le chiavi della facoltà, il 17 novembre, abbiamo conservato l’occupazione dell’Aula Magna P. Piovani. Questo non vuol dire che, da marzo, vi sarà impedita l’attività didattica tradizionale ordinaria e straordinaria: mantenere l’occupazione dell’Aula Magna di facoltà equivale invece a ribadire che in un’università pubblica non dovrà esistere alcuna differenza tra spazi degli studenti e spazi istituzionali.
Quando l’università e la società saranno diventate autenticamente democratiche, allora non vi sarà piú necessità di vivere, da studenti, in spazi separati e occupati. Ora come ora, invece, la presenza di spazi occupati e autogestiti esclusivamente dagli studenti è di vitale importanza, poiché serve da cuneo in edifici i cui spazi “istituzionali” sono evidentemente concepiti, dai chiarissimi ordinari, alla stregua di spazi privati.

Leggi il documento “Quando non c’è spazio per le idee” QUI

Riaffermiamo allora senza alcuna incertezza che tutti gli spazi di un’università pubblica sono essenzialmente, dunque è necessario diventino, spazi per la crescita culturale e politica degli studenti. Chi mai quindi, se non questi ultimi, potrebbe legittimamente esprimersi sulla loro destinazione?
Abbiamo cominciato il 22 settembre con l’idea che la nostra università dovesse prendere via via ad assomigliare a ciò che un luogo pubblico di ricerca, studio e insegnamento necessariamente deve essere, a partire dalle condizioni materiali in cui avvengono i rapporti didattici e in generale le relazioni umane, culturali e politiche; a partire dagli spazi, quindi, e dai tempi.
È questa traccia fondamentale di riflessione collettiva che ci ha portati, dagli incontri iniziali in aula Aliotta, alle assemblee nelle “Catacombe” e poi nell’atrio della scala D, fino ad occupare la facoltà il 29 ottobre, nella fase piú acuta del ciclo di lotte autunnale, e poi ad appropriarci in pianta stabile, dal 17 novembre, dell’ex polo storico della biblioteca, al terzo piano: lo «Spazio di Massa» che ci ripromettiamo diventi, come già comincia a fare, un punto di riferimento nella facoltà; un luogo per studiare, fare assemblee, tenere vivo il movimento in questo difficile 2009.
È il caso di chiarire fin da subito che non permetteremo in alcun modo che degli spazi di cui gli studenti si sono riappropriati dopo mesi di mobilitazione vengano loro sottratti per essere destinati a sale conferenze (né potranno venirci a dire che servono aule per i corsi, dopo che altre centinaia di metri quadrati ora sgombre dopo il trasloco della biblioteca non aspettano che di essere messe a disposizione degli studenti frequentanti)1

25 febbraio 2009
Gli studenti dello Spazio di Massa Occupato

1 L’ex polo moderno della biblioteca, scala D, 1° piano ammezzato; l’ex polo classico, scala B, 1° piano ammezzato; l’ex sezione periodici, scala C, IV livello; gli ex uffici amministrativi della medesima biblioteca, scala C, 1° piano ammezzato.

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