LA GUERRA DEI BAMBINI

No, non si tratta di un articolo su chissà quale guerra in chissà quale paese.
Parliamo della nostra circoscritta Lettere e Filosofia. E’ ormai un mese che abbiamo
problemi con la connessione, un mese che le trasmissioni procedono in maniera irregolare e che il mediacenter spende soldi, tempo, fatica per cercare di trasmettere comunque.
Qual’è il problema?
Gli occupanti dello Spazio di Massa hanno fornito il Wi-Fi agli studenti prima che lo facessero le istituzioni. Abbiamo fatto prima di loro e si sono infuriati. Ora scatenano tutta la loro potenza. Magicamente compare il Wi-Fi al primo piano dell’edificio, torna internet ovunque dopo due settimane di assenza (lavori alla rete ci sono stati sul serio, ma in quindici giorni è stato tutto risolto), ma nello Spazio di Massa Occupato sembra che il guasto sia irreparabile!
Che dire? Bella mossa, davvero. Ora che abbiamo visto quanto siete forti, però, la facciamo finita coi dispettucci?
La radio è una cosa seria, garantire indipendenza d’informazione a chi sia ancora interessato a non lasciarsi lobotomizzare il cervello è quanto di più importante, almeno per ora, la rete ci regala. Radio di Massa in pochi mesi ha raccolto intorno a sè esperimenti differenti e molteplici culturali e politici. La controinformazione è fondamento del cambiamento innanzitutto di noi stessi. “Don’t hate the media, be your media” è il nostro motto, scegliamo la strada più faticosa e più dura per essere il nostro stesso mezzo d’informazione, perchè questo ci permette di restare in piedi, di continuare ad essere collegati con le altre realtà in lotta, di continuare a crederci nonostante il fatto che al telegiornale si continui a parlare di stronzate.
Questo le autorità lo sanno troppo bene, perciò internet è sotto attacco, e ciascuno si muove come può: c’è chi approva un disegno di legge in parlamento e chi ordina ai tecnici di staccare un cavo.
Com’è bello notare la differenza di atteggiamento tra questa primavera e lo scorso autunno, quando il baronato credeva ancora di potere operare tramite gli studenti per conservare il proprio potere, sotto attacco dalla 133. Preside De Vivo, all’epoca non serviva il permesso per attaccare un manifesto nel portico, è vero??
Divertente, veramente divertente. Adesso basta giocare però: più siamo stanchi e più siamo incazzati. Basta sorrisini e parole gentili per lubrificare bene prima di penetrare. Se volete fare la guerra dei bambini accontentatevi delle guerre che fate tra di voi – tra docenti, ricercatori, cattedre, dipartimenti, facoltà, atenei…sono tante le occasioni per giocare- e lasciateci fare a noi gli adulti.
Abbiamo un lotta da portare avanti, non fateci perdere tempo.


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3 risposte a LA GUERRA DEI BAMBINI

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