[Radiodimassa] La Libia delle libertà

GIOVEDI’ 8 LUGLIO

“L’UMANITA’ NON E’ UNA MERCE”

SIT-IN PIAZZA BELLINI

ORE 19:00

CONTRO LE POLITICHE DEL RESPINGIMENTO, PER IL DIRITTO DI ASILO DI TUTTI I MIGRANTI DETENUTI IN CONDIZIONI DISUMANE NELLE CARCERI LIBICHE, PER LA SCARCERAZIONE E PROTEZIONE DEI 250 ERITREI A RISCHIO DI DEPORTAZIONE E LAVORI FORZATI IN LIBIA!

Si è verificato lunedì scorso a Misurata, in Libia, l’ennesimo episodio di violenza nei confronti di centinaia di richiedenti asilo: una repressione violentissima con decine di feriti gravi e con l’iniziale dispersione di un gruppo di eritrei in altri centri di detenzione segreti che la Libia ha aperto grazie al sostegno politico e finanziario italiano. Sconcertante a questo proposito la dichiarazione di Margherita Boniver, inviata del ministro Frattini  per le emergenze umanitarie, che nega che ci siano responsabilità italiane nel respingimento dei 250 eritrei che da giorni  denunciano maltrattementi e torture facendo appello all’Italia e all’Europa  affinchè vengano riconosciuti come rifugiati politici. (leggi la testimonianza di un cittadino eritreo)

Al momento si sa che il gruppo di eritrei è da 8 giorni rinchiuso nel carcere di Brak, (nel sud del paese) in condizioni disumane e che la Libia ha annunciato la loro “liberazione” in cambio di “lavoro socialmente utile in diverse Shabie (comuni) della Libia”. Lavoro forzato, dunque, e “librazione” assume a questo punto una connotazione del tutto particolare. Rispettare un governo come quello di Gheddafi è l’invito dell’inviata del governo, laddove in gioco sono le vite di donne e uomini che fuggono dalla guerra e dalla fame e trovano un terreno di respingimenti, torture, violenze e uccisioni gratuite. Del resto, se è il “popolo delle libertà” ad insegnare alla Libia che intendiamo con quel termine, la concessione non ci stupisce!


Non è certo nuova la notizia che in Libia vengano ripetutamente violati i più elementari diritti umani delle persone migranti, da mesi se ne denuncia la preoccupazione, tanto che addirittura il Parlamento Europeo vi ha prestato attenzione manifestando, con una risoluzione dello scorso 17 giugno, forte preoccupazione per la sorte dei migranti bloccati in Libia, non scevri della possibilità di imprigionamenti, espulsioni e addirittura esecuzioni, dopo che processi-farsa legittimano la giustizia libica ad agire in questo modo.

In solidarietà agli eritrei detenuti in Libia e per urlare forte il dissenso nei confronti delle politiche del respingimento, sono previsti nella giornata di domani sit-in in tutta Italia.

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