[Radiodimassa] Repressione, nuove frontiere. Quebec in rivolta.

Bloccata la Formula Uno, ascolta l’ultimo aggiornamento (4giugno2012):

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Quebec, Montrèal. Sono ormai più di quattro mesi che gli studenti e le studentesse della regione del Quebec portano avanti la protesta contro il modello anglosassone di gestione dell’università (si parla di un aumento delle tasse pari al 75% in 5 anni!),  provacando una reazione da parte del governo fuori dall’immaginario. Si chiama legge speciale n.78, denominata anche “legge manganello”, la nuova frontiera della repressione, già saggiata durante le giornate del Blockupy Frankfurt, in cui fu vietato qualsiasi asseblamento che superasse il numero massimo di dieci manifestanti. Sulla stessa scia si muove il governo liberale di Charest, che dichiara illegali i concentramenti superiori alle 50 persone e pretende, per ogni corteo, una richiesta firmata da un responsabile almeno 8 ore prima della manifestazione, che in ogni caso non può svolgersi nelle università e a una distanza inferiore ai 50 metri da ogni edificio dei campus. Il supposto responsabile potrà trovarsi a pagare fino a 125 000 dollari per ogni violazione del codice municipale. Inoltre, muovendo dalla strana idea che il governo ha del “diritto allo studio”, si impone la sospensione della sessione invernale dei 14 licei e 11 università in sciopero e l’approvazione dell’aumento delle tasse così come era stato previsto dalla “legge finanziaria” 2011 della provincia quebecchese.  Solo negli ultimi giorni si sono visti più di 2000 arresti, alcuni feriti gravi, un paio di pub con terrazza esterna distrutti a causa delle cariche di “alleggerimento”, abusi di potere, denunce contro la polizia e contro alcuni numeri di matricola dei caschi blu canadesi. Ciò nonostante, ogni sera la città si blocca, cortei illegali partono dal’università mentre nel resto della città la popolazione tutta scende per strada, pentole e cucchiai alla mano, denunciando il clima repressivo che la opprime.


Non si tratta più solo della gestione dell’università, ciò che è in ballo adesso è la gestione dell’intera città, la libertà di sciopero, il diritto di parola e di pensiero. Ciò a cui si assiste in Quebec in questi giorni ha il sapore della resistenza, il dissenso si dipana a tutti gli ambiti e non ha alcuna intenzione di arrestarsi. Non vale a niente pensare che il Canada sia lontano, ciò che si legge da quaggiù ci chiama a una riflessione che passa anche per l’immagine dei soldati che vivono le strade di Napoli insieme a noi, che ci fermano, identificano, controllano con telecamere poste in ogni angolo.

Anche se ancora sembra lontano, ciò che accade in Quebec ci è più prossimo di quanto immaginiamo, per questo motivo Radiodimassa ha scelto la via del collegamento diretto e quotidiano con ciò che accade in quelle strade.

Una cronistoria della protesta:

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La legge speciale:

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Il clima in città:

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Collegamento in diretta con la 34esima serata di mobilitazione (27maggio2012):

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Una risposta a [Radiodimassa] Repressione, nuove frontiere. Quebec in rivolta.

  1. “Le grandi multinazionali e le grandi banche infatti, sono già, di fatto, proprietarie della maggior parte delle ricchezze del pianeta. Poche famiglie, non più di una ventina in tutto, controllano direttamente o indirettamente oltre la metà dei beni della terra e per acquisire l’altra metà non occorre provocare una crisi finanziaria; le grandi multinazionali sono già proprietarie, nella stragrande maggioranza dei casi, delle miniere di diamanti e pietre preziose dell’africa e dell’Asia; le cosiddette sette sorelle hanno il monopolio dell’energia del pianeta, non permettendo alle energie alternative di svilupparsi; controllano di fatto la maggior parte degli stati asiatici, africani, e dell’america latina, mediante governanti compiacenti, allineati, corrotti, o semplicemente incapaci di reagire alla strapotenza del mondo occidentale e dei suoi diktat.
    Le grandi superpotenze economiche sono così ricche che potrebbero tranquillamente acquistare tutto il rimanente in modo leciti o illeciti.
    Allora…. Perché provocare una crisi finanziaria di questa portata?
    Solo per acquistare altri beni, a seguito del fallimento di molti privati e molte aziende?
    La ragione delle crisi è la stessa che regge il sistema fiscale dissennato che abbiamo. Un sistema fiscale assurdo, che però ha una ragione molto profonda. Il sistema di tassazione deve essere vessatorio e non ci sarà mai un governo che ridurrà le tasse veramente. I soldi, infatti, in realtà ci sono, ma vengono dispersi decuplicando il costo delle opere pubbliche, finanziando società inesistenti grazie all’aiuto della CE, creando fondi neri, spendendo miliardi di euro per una sanità malata.
    Il vero scopo del sistema di tassazione attuale, però, non è quello di reperire fondi da spartire tra le elite (ne hanno già a sufficienza senza dover rubare anche pochi spiccioli al cittadino comune) ma quello di costringere il cittadino a non alzare mai la testa; lo scopo è cioè quello di farlo lavorare dodici ore al giorno per sopravvivere. Se non avrà troppo tempo libero, non avrà tempo per riflettere, informarsi e svegliarsi.” Paolo Franceschetti

    “Uno stato è un monopolio territoriale della coercizione, un’agenzia che può dedicarsi a continue violazioni istituzionalizzate dei diritti di proprietà e allo sfruttamento dei proprietari privati tramite esproprio, tassazione e regolamentazione.” Hans Hermann Hoppe

    “Ogni rivoluzione moderna ha visto furbi e spregiudicati razziatori tirare le fila nell’ombra, spingendo avanti una rozza e ottusa plebaglia sanculotta a versare il sangue per eliminare fisicamente i re e la nobiltà ai re fedele. Sono questi razziatori di un nuovo tipo, banchieri e appartenenti all’alta borghesia, che intendono impadronirsi dello stato-apparato e in particolare del fisco per aumentare enormemente le proprie ricchezze a spese di tutti gli altri membri della comunità. Razziatori che sanno avvalersi di una sleale mistificazione della realtà utilizzando a tale scopo intellettuali prezzolati per far apparire al popolo la menzogna come verità.” Filippo Matteucci

    “E tutto questo non sarebbe possibile senza la complicità dell’informazione ufficiale, il cui scopo unico è ormai diventato quello di tenere distratte le masse mentre qualcuno agisce contro i loro interessi, magari inscenando attentati che servono a giustificare aggressioni a paesi stranieri con la menzogna della “difesa preventiva”, oppure amplificando la paura e l’allarme per certe “catastrofi”, come l’AIDS o il global warming per cui è richiesta una gestione a livello planetario, un Nuovo Ordine Mondiale.” Alberto Medici

    “Il potere viene esercitato dal dominante sul dominato e consiste nella possibilità per il dominante di imporre al dominato prestazioni fisiche e/o prestazioni patrimoniali. Le prestazioni fisiche possono andare dalla mera schiavizzazione alle antiche corvé medioevali, dal servizio militare al lavoro dipendente sottopagato di oggi. Le prestazioni patrimoniali tipiche sono la tassazione, il pizzo, l’inflazione. Entrambe le tipologie di imposizione costringono il dominato a destinare parte delle risorse della sua vita, soprattutto tempo ed energie, a vantaggio di un estraneo. Per detenere il potere il dominante deve ideare e porre in essere forme di controllo sul dominato, e queste forme di controllo possono concretizzarsi ed essere organizzate in apparati, anche, ma non solo, statuali.” Filippo Matteucci

    “Piano di fuga fai-da-te
    Primo: liberarsi dalla schiavitù della televisione
    Secondo: liberarsi dalla falsa informazione
    Terzo: liberarsi dalla paura della malattia
    Quarto: liberarsi dalla paura della povertà
    Quinto: liberarsi dalla paura del diverso e del terrorismo
    Sesto: liberarsi dalla schiavitù del denaro
    Settimo: liberarsi da tutti i legami
    … L’amore è una attività, presuppone un movimento, qualcosa che si fa nei confronti dell’amata: la curo, la veglio, la coccolo, sono premuroso, cerco di capire… il legame invece è una passività: sono soggetto passivo di un legame, non posso muovermi, non sono libero, non posso andare dove voglio, agire come mi pare… sono diversi come il giorno e la notte!” Alberto Medici

    “Sotto il profilo economico, sia il diritto positivo, con il prescrivere contro la natura del mercato la burocratizzazione del mercato medesimo e la scomparsa della libera concorrenza, sia la tassazione, ovvero l’assoggettamento al tributo, sia infine il controllo sull’emissione della moneta e la conseguente voluta inflazione, permettono ai dominanti di stroncare sul nascere l’accumulazione di ricchezze da parte di famiglie concorrenti. Viene così impedita la costruzione di patrimoni a quelle élites che, in assenza di tali vessazioni, sarebbero emerse naturalmente per i loro meriti e le loro capacità, probabilmente ben maggiori di quelli dei dominanti stessi.” Filippo Matteucci

    “Anche il diritto penale è pensato per tutelare i delinquenti e non le vittime.
    Tra i delinquenti c’è una suddivisione in categorie.
    1) Reietti. I reietti sono quelli che vanno in galera sicuramente, se vengono beccati. Sono in genere mafiosi, che sono quelli che subiscono le pene più dure.
    2) Sfigati. Sfigati sono in genere gli extracomunitari o i drogati, che subiscono pene di media entità e nel cinquanta per cento dei casi possono finire in carcere.
    3) Eletti. Appartengono a questa categoria quelli che non vanno mai in carcere e se ci vanno gli danno tutti i privilegi e li trattano come se fossero in albergo; sono gli amministratori pubblici, che hanno pene ridicole o inesistenti, e comunque nei pochi casi in cui vengono processati il processo va in prescrizione.
    Poi ci sono i cittadini ordinari, che rientrano in una delle tre classi sopraelencate, a seconda dei soldi di cui dispongono, della loro appartenenza ad organizzazioni massoniche o paramassoniche, e da altre variabili.
    Rubare un cesto di mele da un negozio di frutta e verdura, o un portafoglio su un autobus, ad esempio è un reato punito con la pena da 1 a sei anni (articolo 625).
    Rubare un miliardo di euro agli azionisti, in una società che fattura dieci miliardi all’anno, non è punibile. Rubare un miliardo di euro in una società che fattura un miliardo di euro all’anno è punito con la pena da quindici giorni ad un anno (articolo 2621 e ss del codice civile).
    Quindi chi ruba una mela è uno sfigato; chi ne ruba mille è un reietto; ma se rubi mille miliardi sei un eletto.” Paolo Franceschetti

    http://www.facebook.com/#!/groups/402769933086787/

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