San Pellegrino (Terme) – Doveva essere il rilancio della Città delle Terme. La visione di chi ha voluto affidare a un imprenditore le sorti della bella cittadina della Val Brembana si sta trasformando in un incubo. A più di sette anni dall’appalto per lo sviluppo di San Pellegrino Terme al Gruppo Percassi solo l’ex Casinò è stato restaurato (peraltro con fondi della Regione Lombardia). Tutto attorno è il vuoto. Le terme sono chiuse ed hanno lasciato spazio ad un’immensa voragine. In attesa che sia rilasciata la licenza per la quinta sala giochi legale sul territorio nazionale, tutto tace in merito alla sistemazione del Grand Hotel. Quello che un tempo era un gioiello architettonico giace in stato di totale abbandono. Privata delle sue terme, il futuro di San Pellegrino è quello della sua valle. Una valle sprofondata in una crisi certamente economica, ma aggravata ancor più da precise scelte politiche. Forse ispirate dall’ammaliante “canto delle sirene” di potenti speculatori privati.
San Pellegrino, anziché simbolo del rilancio della Val Brembana, si sta trasformando nella sintesi di tutti i problemi che la attanagliano. Depredata per decenni da politiche edilizie a favore delle seconde case, svilita da un turismo del fine settimana che non favorisce reale sviluppo, soffocata da un’unica ed intasata via di collegamento per il solo traffico automobilistico, San Pellegrino rispecchia una valle in crisi profonda. Le risorse più preziose del circondario seguono destini diversi, ma lasciano poco spazio alla visione di uno sviluppo alternativo. Le innumerevoli fonti d’acqua di cui il territorio è ricco sono finite nelle mani della multinazionale Nestlè. Le fabbriche ormai chiuse. Lo sviluppo dell’eco-turismo e la valorizzazione dei prodotti tipici, possibile sbocco lavorativo per giovani agricoltori ed allevatori, sono lasciati a pochi coraggiosi ed isolati pionieri. La valorizzazione del Liberty, con la creazione di un museo delle vecchie terme, è lettera morta.
Di questo e di altro ancora abbiamo parlato con Fabrizio di Unità Popolare Val Brembana – Collettivo “Domenico Belotti” .