Spazi di speranza

«Ritieni che ci siano ancora spazi non sfruttati, nelle società vernacolari come in quelle industrializzate, […] i che possano essere indirizzati a quello che una volta hai definito ‘un mutamento fondamentale di direzione alla ricerca di un futuro di speranza’?». «Sì, questi spazi ci sono. La maggior parte di noi, a prescindere dalla povertà delle nostre circostanze di vita, può ancora rivendicare o marcare una soglia. Possiamo farlo anche con la memoria di qualcosa che è assente. Possiamo essere una fonte di limpidezza e di bontà per ogni altro individuo; questo, più gli spaghetti, è tutto ciò che abbiamo da condividere. […]. Il dedicarsi agli altri, a ogni altro, è il generatore di un minispazio nel quale possiamo essere d’accordo sulla ricerca del bene».

Colloquio di Majid Rahnema con Ivan Illich, da “Il manifesto” del 22/10/2010.