Critical Mass Interplanetaria 2010

A Roma, alla fine di maggio, per il settimo anno consecutivo migliaia di ciclisti da tutto il mondo si incontreranno per pedalare insieme. Dal 28 al 30 di Maggio la Critical Mass sarà “Interplanetaria”, la “Ciemmona” (la grande CM).
La città sarà invasa dai colori, dai souni e dagli scampanellii del più gioioso e critico evento dei ciclisti di tutto il mondo.
La Ciemmona è nata dall’idea di alcuni partecipanti della Critical Mass Romana, per condividere questo momento di gioia e consapevolezza, con i ciclisti di altre Critical Mass italiane ed internazionali. Dopo la prima edizione del 2004, questo evento è cresciuto fino a contare 6000 ciclisti.
Tutti intenzionati a riprendersi la strada e dimostrare che l’automobile in città è un mezzo ormai obsoleto.

Dal sito www.ciemmona.org riportiamo il comunicato stampa…

29/05/2010 Roma Ciemmona o Critical Mass Intergalattica: ciclisti terrestri e ciclisti provenienti dalle galassie e dai pianeti più lontani si preparano all’annuale pacifica invasione della capitale. Si partirà alle 16:00 dai giardini di piazza San Giovanni per andare in giro nel nome del pedale e del caso per la città eterna. Sarà una festa e sarà protesta, sarà rivendicazione e riappropriazione, per Roma e per tutte le galassie dell’universo. Se siete in possesso di campanelli o fischietti siete fortemente invitati a portarli e a farne uso. L’abbigliamento stravagante o particolarmente colorato è benaccetto. Il sorriso d’obbligo. Pedaleremo alla riconquista della città e dell’universo.Ancora oggi l’economia si basa sul presupposto che le risorse naturali e la capacità di assorbire rifiuti della terra siano infinite, anche a un bambino è evidente che non è così. Il riutilizzo, il riciclaggio e ogni comportamento che permette di risparmiare energia andrebbero incentivati invece del consumo. Riempiamo le nostre case di oggetti spesso inutili o superflui erroneamente conviti che il benessere si raggiunga attraverso un illusorio bene-avere; allo stesso modo riversiamo nelle strade automobili e scooter sempre più grandi e rumorosi, che hanno bisogno di sempre più spazio e che consumano sempre più energia coerentemente col modello di sviluppo neoliberista.

La bicicletta è l’esatto opposto di quanto ci viene proposto: leggera, veloce, economica, di facile riparazione e manutenzione, non inquina, non fa rumore, ha bisogno di un piatto di pastasciutta per muoversi e di uno spazio quasi nullo per essere parcheggiata. Conviene perché permette di recuperare una libertà rubata dal traffico e dai suoi costi sociali ed economici.

Nel 1992 a San Francisco nasce Critical Mass, una coincidenza disorganizzata tra individui, biciclette e città che una volta al mese rivendica le strade come luogo comune e pubblico. In questo spazio temporaneamente autonomo e vagante può prendere corpo e voce la libertà negata, il bisogno di contatto e solidarietà tra umani e non tra macchine. Oggi, in più di 500 città nel mondo, Critical Mass realizza dal basso ciò che non esiste più nelle nostre città: la strada sicura e silenziosa per camminare; la strada dove pensare, parlare, incontrarsi; la strada come luogo in cui i bambini possono tornare a giocare e ad essere liberi; la città come ambiente comune in cui respirare e crescere. Dimostra che con piccoli cambiamenti personali, come l’uso quotidiano della bicicletta ,
si può mutare la qualità della vita di tutti e rendere più vivibili le nostre città: la bicicletta libera le città dallo smog, dal traffico, dal rumore, è un attività fisica e quindi produce endorfine, che fanno bene al corpo e all’umore, è economica e quindi democratica, ecosostenibile ed estranea ai meccanismi che producono guerre e sfruttamento.
Critical Mass non è una manifestazione, è arte vissuta, celebrazione dell’umano, coniugazione positiva tra disobbedienza civile e festa, azione diretta e sovversiva contro i trasporti privati motorizzati, che insanguinano le nostre strade e inquinano la nostra aria e le nostre relazioni sociali. Critical mass rivendica l’uso delle strade da parte delle biciclette come atto rivoluzionario e necessario, come riappropriazione della strada come spazio sociale e come ribellione al neoliberismo.