Per Chucky ….non un minuto di silenzio ma tutta una vita di lotta.
Lotta contro questo sistema di lavoro che non fa altro che ripetere il
sistema della schiavitù dell’uomo sull’uomo.
Lotta a questa precarietà, oramai condizione di vita, che ti lascia a
fine mese per strada senza un soldo in tasca per fare la spesa per te,
la tua famiglia o i tuoi figli.
…E stai lì, solo e con l’amaro in bocca e le mani in mano, finché non decidi di lottare.
Ma per lottare ci vuole la dignità e l’amore che ti fanno prendere la
rabbia in mano e capire il senso di ciò che è la violenza.
Quella che subiamo, in troppi, attraverso meccanismi di controllo e repressione – polizieschi e carcerari – che cercano di “arrestare” questo flusso di rabbia, dignità e amore che ci spingono a lottare.
Così hanno fatto per te, Chucky, ripetutamente messo in carcere senza una sola prova, perché il reato sta nel partecipare alle lotte, non nel rompere una vetrina.
Sbattuto in prima pagina, come un mostro o un trofeo per rovinarti la tua giovane vita e intimorirci tutti. E farci piegare la testa per (soprav)vivere senza dire mai una parola o compiere mai un gesto di ribellione e dignità, lasciandoti solo, lasciandoci soli.
Tanta rabbia Chucky per chi ti ha suicidato e tanto amore e dignità per continuare a lottare con te al nostro fianco.
Per Chucky, non un minuto di silenzio ma tutta una vita di lotta.