Pubblichiamo con un pò di ritardo un comunicato di S.O.S Rosarno, un collettivo di agricoltori e braccianti, che pone l’accento sull’importanza dell’allargare le lotte e del prendere posizione.
Il 12 aprile erano, come tanti, qui a Roma per manifestare contro il governo dell’austerity e per rivendicare casa e reddito per tutti. Contadini e braccianti che prendono posizioni e solidarizzano con le lotte “della città” perchè , oggi più di ieri, se la precarietà di vita ci unisce , sempre di piu le lotte e le prospettive delle diverse anime del movimento devono unirsi.
Prendiamo spunto da questo articolo per rilanciare l’incontro di GenuinoClandestino a Roma il 16/17/18 Maggio che ha come presupposto l’incontro tra Resistenze Contadine e quelle Cittadine.
SE SOLIDALE NON VUOL DIR PER POCHI
ALLORA E’ L’ORA DI PRENDER POSIZIONE
Scorrono le immagini di agenti che si lanciano a colpire teste in protesta davanti a uno stabile occupato e di colpo senza che ce ne accorgiamo si comincia a canticchiare i versi di De André:
Anche se avete chiuso /le vostre porte sul nostro muso /la notte che le pantere /ci mordevano il sedere /lasciandoci in buonafede /massacrare sui marciapiede/anche se ora ve ne fregate, /voi quella notte voi c’eravate
NOI DI SOS ROSARNO C’ERAVAMO. C’eravamo perché non dimentichiamo quel 2010 della rivolta, quando a Roma i braccianti deportati da Rosarno trovarono ospitalità e sostegno, tra le poche altre realtà, anche presso il Coordinamento Cittadino di Lotta per la Casa.
Il 12 aprile in piazza coi movimenti di “ABITARE NELLA CRISI” http://www.abitarenellacrisi.org/
c’eravamo, tutti, anche quelli impegnati sul campo a raccogliere arance, o a zappare l’orto, c’eravamo moralmente e politicamente, e quindi ci facciamo carico di tutte le “responsabilità” di quella piazza, comprese quelle che hanno portato in carcere quattro persone.
E ci facciamo anche carico della denuncia di chi ha calpestato i nostri corpi e i nostri diritti, uno stato che come leggiamo nei comunicati dei movimenti per il diritto all’abitare “conferma e rilancia in maniera criminale esattamente le stesse politiche che fino ad oggi hanno portato, in ogni angolo del paese, allo scoppio della bolla immobiliare ed alla deflagrazione dell’emergenza abitativa”. Questo il vero senso del cosiddetto Decreto Lupi, approvato a marzo, e del “piano casa”, nella sostanza “un vero e proprio pacchetto edilizio destinato a promuovere la speculazione e ad ingrassare ancora le tasche della rendita”.
Una guerra sociale contro i settori svantaggiati condotta in nome di banche e speculatori.
Una guerra a tutti i movimenti, a partire dal provvedimento che vorrebbe staccare la spina alle occupazioni, cancellando “la possibilità di concedere la residenza e di allacciare utenze negli immobili occupati, annullando retroattivamente ciò che è stato già concesso e stabilito”.
Siamo tutti coinvolti, come cantava De André, tutti colpiti dalle cariche che due giorni fa a Roma alla Montagnola
hanno affermato il Cratos (potere) del governo contro il Demos (popolo), sgomberando un palazzo inutilizzato e accanendosi sui manifestanti, a confermare che gli episodi come quello denunciato il 12 – un poliziotto che cammina s’un corpo inerme – non sono eccessi individuali ma manifestazioni occasionali di una stabile strategia del terrore che usa i manganelli e le procure per criminalizzare chi lotta e spaventarci tutti e tutte. Un dato di fronte al quale vogliamo affermare con forza che oggi in Italia la democrazia non va difesa, oggi va costruita con la lotta. Né riconosciamo alcuna dignità alle manfrine equidistanti di chi censura gli eccessi di entrambe le parti. Affermando implicitamente che la protesta è legittima solo quando è legale.
LASCIARE MOLTITUDINI SENZA CASA E’ ILLEGALE!
OCCUPARLA E’ SEMPLICEMENTE L’ESERCIZIO DI UN DIRITTO.
Come tutte le realtà, come tutti! il 12 come due giorni fa, c’era ed è coinvolta anche la Rete dell’Economia Solidale, ed è bene chiarire una buona volta se l’appellativo di cui si fregia dev’essere una precisa scelta di campo: parteggiare coi propri simili, i propri fratelli, alla costruzione di una vita dignitosa ingaggiando così battaglie per il diritto a una casa, il diritto al lavoro, la salvaguardia dei beni comuni, o farsi vincere dalla “paura di guardare”. Scegliere se l’economia solidale debba escludere ed emarginare anch’essa, come tutta l’economia dominante, quei milioni di persone condannate a rincorrere le occasioni dei discount, per le quali la necessità della sopravvivenza materiale è in contrasto col diritto a un cibo sano, persone per cui CONSUMO CRITICO significa il privilegio di scegliere ciò che è loro negato.
A noi pare sia il momento di adeguare le strategie della RES alla fase della crisi e volgersi a queste moltitudini per praticare verso loro quella solidarietà, politica e materiale, che gli consenta di partecipare alla costruzione di un’altra economia, e noi con loro a un’altra politica, a una vita altra.
Una scelta, sia chiaro, che non ha niente a che vedere con gli schieramenti partitici e tantomeno elettorali, ma solo con le pratiche e con l’impegno delle risorse, ormai significative, che la rete dell’economia solidale mette in circolo nei propri circuiti. Risorse economiche e umane. Si può andare fisicamente a protestare contro gli sfratti come GAS, dare il contributo gratuito a piani casa alternativi come “tecnici”, o costruire forme di sostegno materiale coordinando le forze (si pensi cosa potrebbero mobilitare “tasse di solidarietà” ad hoc applicate alle nostre “transazioni”).
ANCHE SE NOI CI CREDIAMO ASSOLTI
SIAMO TUTTI COINVOLTI!
DA CHE PARTE A NOI DECIDERLO
E DI CONSEGUENZA AGIRE
SOS Rosarno
GASSancho – la dispensa di Don Chisciotte
http://www.abitarenellacrisi.org/wordpress/?p=3273
abitare, economia, mercato, modelli alternativi, sos rosarno