Appuntamento a Roma dalle ore 15 sotto Il Provveditorato via Pinaciani
Intervista a Massimo del Coordinamento Precari della Scuola
Il Governo ha tentato di far credere all’opinione pubblica che poco più di 11mila assunzioni nella scuola rappresentano una novità nel quadro della crisi attuale? qual è la realtà attuale nel mondo della scuola? quali sono i punti critici del decreto e quali le vostre proposte?
1. La realtà, quella vera, è di dieci a uno. Voglio dire che le 11.000 assunzioni vanno confrontate con i 100.000 incarichi annuali che vengono assegnati non come supplenze, ma su cattedre vuote, e questo ogni singolo anno scolastico. Perché non assumere allora se i posti ci sono? Semplice, per poter licenziare. La scuola viene da un periodo di tagli fortissimi realizzati con la famigerata legge 133 e la cosiddetta riforma Gelmini. In questi anni cioè sono stati licenziati circa 100.000 precari, con l’impoverimento che ne consegue per la scuola pubblica, insieme all’aumento degli alunni per classe, il taglio delle ore, il licenziamento anche del personale ATA. I numeri della Carrozza sono persino inferiori all’ultimo piano assunzioni Gelmini, e sempre vincolati dal Tesoro e dalla riforma delle pensioni Fornero. Non accettiamo quindi la logica del “si salvi chi può”, del “siete l’unico comparto pubblico in cui si assume”: lo si fa perché la popolazione scolastica in Italia cresce e non si possono lasciare le classi scoperte e, soprattutto, perché su 1 assunto gli altri 9 sono pronti per essere licenziati. Le voci sul rinnovo del CCNL infatti sottobanco lasciano riaffiorare l’idea dell’aumento dell’orario di lavoro, che peggiora le condizioni di chi è dentro e permette di licenziare chi non è stabilizzato. Le richieste che facciamo sono quindi molto semplici: sui posti vacanti si deve assumere, non darli come supplenze mantenendo il precariato; la riforma Gelmini va ritirata. Solo così si può dare una speranza a chi ancora adesso si prepara per diventare insegnante: le nuove abilitazioni non possono essere fatte solo per finanziare l’università e poi lasciare i neo abilitati ad ingrossare un esercito che conta già 200.000 persone.
Lunedi 2 settembre si è svolta l’occupazione del provveditorato in via Pianciani a Roma, quali sono le rivendicazioni del coordinamento dei precari della scuola?
2. Lunedì 2 settembre come Coordinamento Precari Scuola abbiamo occupato il CSA di Roma innanzitutto per fare opera di contro-informazione. Era necessario far aprire all’opinione pubblica che le assunzioni di cui tanto si parla sono in effetti una briciola nel mare delle cattedre vacanti assegnate ogni anno ai precari. Abbiamo quindi chiesto di incontrare il Ministro Carrozza per avere un confronto pubblico proprio su questo, dopo che tre di noi l’avevano già intercettata in un tour promozionale dei provveditorati, chiedendole di incontrarla come lavoratori e ricevendo le solite risposte che non dicono nulla. Durante l’occupazione di lunedì intanto una delegazione è stata ricevuta dalla dott.ssa Novelli, la direttrice dell’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio, quello che si è segnalato nei media gli ultimi giorni per essere il fanalino di coda nell’espletamento delle procedure del concorso beffa. Tutto rimandato al 2014/2015. La Novelli, oltre al fastidio per pratiche che ha definito demodé quali le occupazioni, non potendo giustificare il clamoroso ritardo nel concorso, ha d’altro canto difeso in toto il piano politico del Ministero, ripetendo la solita litania sulle assunzioni “meglio questo che niente”. Per questo la giornata di lunedì, tutt’altro che essere un rituale ripetitivo, ha avuto il merito di svelare la falsità delle dichiarazioni propagandistiche e di rilanciare la mobilitazione a partire dal 4 Settembre, quando alle 15,00 davanti al Provveditorato ci sarà un presidio nel quale le nostre coreografie ribadiranno il rifiuto di essere usati e gettati via ogni anno, con la richiesta del ritiro dei tagli e delle assunzioni.
Quali sono le prossime tappe della mobilitazione? ci racconti l’appuntamento che è stato indetto domani davanti ai provveditorati in diverse città?
3. Lo stesso presidio avverrà in altre città di Italia, tutte con la stessa parola d’ordine. So ad esempio che a Ravenna sono state preparate magliette tipo calciatore, in cui il numero indica gli anni di precariato e altri elementi di carriera. Ieri una assemblea di lavoratori della scuola è stata fatta a Milano e adesioni ci sono anche da Napoli e altre città, mentre a Firenze alcuni colleghi precari hanno incontrato il Ministro Carrozza, che ha riservato loro un trattamento simile al nostro. Noi oggi vogliamo essere tanti. Far capire ai colleghi che il precariato non è casuale, né una ferrea necessità. La diminuzione delle assunzioni aumenta le potenzialità di licenziamento e questo è rischiosissimo a ridosso della discussione del rinnovo del contratto. Una contrattazione che avverrà dopo che gli ultimi anni hanno mortificato il potere d’acquisto dei salari, quindi in una situazione di forte ricattabilità dei lavoratori. Oggi pomeriggio dobbiamo essere tanti, per dire che non siamo disposti a essere usati e gettati via. Che noi lavoro e scuola pubblica li difendiamo.