Multivercity: multiversità degli studi a Testaccio

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Multivercity nasce lunedi’ 17 maggio 2010 da un percorso di rivendicazione degli spazi all’interno della facolta’ di architettura roma 3. Il padiglione 14 e’ stato rifunzionalizzato dagli studenti per sopperire a carenze di spazio, luoghi ed occasioni di confronto e servizi a danno degli studenti.

“Se abitare vuol dire dar forma agli spazi e alle cose, nella misura in cui noi stessi prendiamo forma dagli spazi e dalle cose, l’ artificio che segna la prassi abitativa identificandola nel costruire, e che si incarna in architetture, in oggetti, in rappresentazioni, si fa luogo di incontro tra la dura pienezza del mondo e la sensibilità di un corpo che l’ organizza in percezioni, desideri, comportamenti elementari”.

Siamo qui come rete sociale, come esperienza d’incontro tra chi tutti i giorni lotta per far vivere i territori della sua città, tra chi lotta per affermare il diritto all’abitare come pratica costitutiva del vivere urbano, tra chi ogni giorno ridà vita, valorizzando e riempiendo di contenuti e socialità gli spazi abbandonati nella nostra città, liberandoli dalle logiche della speculazione e della rendita. Una rete indipendente che mette a valore le esperienze di chi ogni giorno lotta per un’architettura dal basso che attraverso la partecipazione e la consapevolezza, ipotizza trasformazioni sociali e urbane sostenibili. Come chi nell’ università lotta per non essere costretto a diventare un tecnico incompetente e ultra-specializzato, ma un abitante che possa vivere nella e della linfa della città come bene comune, sentire e partecipare delle sue aspirazioni e necessità.

Siamo qui per comunicare con la città e portarla in questo luogo chiuso in se stesso, strutturato in piccole aule dedicate all’esposizione di pochi addetti ai lavori autorizzati a prendere parte ai ragionamenti, alle discussioni ed alle decisioni sulle sorti e sullo svolgimento della vita delle città.

Siamo qui oggi per denunciare le manovre legislative, mediatiche ed economiche che i vari governi, sia locali che nazionali, hanno messo in atto distruggendo, non solo le nostre città, ma l’idea stessa che i territori siano di chi li abita e di chi legge l’insieme delle relazioni materiali ed immateriali che in essi si sviluppano come bene comune e non come proprietà di chi governa attraverso le regole del mercato e del profitto.

Vogliamo denunciare in questa giornata la figura dell’architetto e dell’urbanista servo delle speculazioni economiche, sordo alla complessità dei bi/sogni sociali, sordo alle nostre aspirazioni e alla nostra creatività e muto perché complice dell’incomunicabilità.

Lavoriamo ogni giorno per costruire una pratica dell’abitare basata sulla visione comune del territorio per costruire nella nostra alterità un modello indipendente dell’economia e delle relazioni sociali, perché non è possibile dividere il territorio da chi lo abita, e abitare un territorio non è solo disporre di una casa, ma muoversi, scambiare, produrre saperi ed avere delle garanzie sociali. Crediamo che il disastro dei nostri territori non dipenda solo dall’assenza di una legislazione adeguata, quanto piuttosto dalla progressiva trasformazione culturale che ha relegato in fondo alla scala dei valori la qualità della vita dei cittadini e ha assunto il valore di mercato quale unico metro per l’idea di città che hanno in mente questi signori.

Siamo qui per palesare la dicotomia tra la vitalità spontanea e autonoma dei percorsi individuali e collettivi che attraversano la città, rappresentata dalle ipotesi in parte raccontate dai progetti sociali ed urbani che stiamo presentando e la fredda rigidezza e candida lontananza dei discorsi tecnici-accademici-istituzionali che guidano la “pianificazione” urbana e sociale delle speculazioni e delle rendite.

“Abitare è come venire al mondo e venire al mondo è già abitare”.

COSA E’ MULTIVERCITY. Multivercity nasce lunedi’ 17 maggio 2010 da un percorso di rivendicazione degli spazi all’interno della facolta’ di architettura roma 3. Il padiglione 14 e’ stato rifunzionalizzato dagli studenti per sopperire a carenze di spazio, luoghi ed occasioni di confronto e servizi a danno degli studenti.

All’interno si e’ subito iniziato a configurare lo spazio secondo i propri bisogni e le proprie esigenze. Non a caso al centro delle 3 campate dello stabile e’ nato uno spazio assembleare, ma anche uno spazio studio, un cineforum, un spazio libero di esposizione artistica, fotografica e dei lavori degli studenti.

Le attività’ all’interno si sono divise in due filoni:

  • Laboratorio Autonomo di Progettazione sociale e Autorecupero
  • Teoria e pratica dialogano in dicotomia per una riqualifica dello stabile
  • Laboratorio di Autoformazione

Sapere è potere, creare degli spazi all’interno della facolta’ per affrontare tematiche che arricchiscano realmente il proprio bagaglio personale e vengano riconosciute come valore dal’ Universita’.

Nonostante l’ampia partecipazione di studenti, la solidarietà’ di ricercatori e docenti, dopo una settimana e mezza di occupazione in cui i Laboratori stavano raggiungendo i primi risultati, l’Ateneo di Roma 3 il 27 maggio regala una gratuita saldatura dei cancelli a Multivercity, accompagnata da una preventiva lettera del preside pubblicata tra gli avvisi per gli studenti sul sito della facoltà’. La lettera e’ stata accolta dagli studenti con stupore e meraviglia in quanto la rifunzionalizzazione di un capannone abbandonato, ma agibile, e’ stata definita “una manifestazione di arroganza, di inciviltà e di prepotenza che non può essere accettata da un’istituzione che ha il suo fondamento nei principi di uguaglianza, tolleranza e rispetto reciproco” secondo le parole di F. Cellini preside della facoltà’. La risposta degli studenti a questo atteggiamento di totale chiusura al dialogo è la convocazione di un appuntamento cittadino

a Multivercity/padiglione 14 (via Aldo Manuzio 72) lunedì’ 31 dalle 10 e 30 in poi per presentare i laboratori e il percorso di autoformazione che sta’ nascendo all’interno dello spazio e condividere il percorso con le realtà’ che operano nel quartiere di Testaccio e nella città’.

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