San Precario appare (e rimane) nella sede Inps dopo lettera aperta al ministro del welfare Elsa Fornero


Apparizione di San Precario all’Inps. Il giorno dopo:

Dall’occupazione dell’inps nelle giornate del natale precario: appuntamento pubblico 23 dicembre difronte all’inps, via dell’amba aradam 5, ore 16. Prendiamo parola davanti alla sede dell’inps dove l’apparizione di san precario ha posto la questione del futuro pensionistico ai tempi della manovra “lacrime e sangue” del governo Monti. Alla richiesta di un incontro con il ministro del welfare Elsa Fornero su nuovi diritti per le generazioni precarie – primo tra tutti un reddito garantito – non c’e’stata risposta ma solo il pesante silenzio simbolo degli ulteriori sacrifici che ci attendono.

22 Dicembre 2011. Natale Precario.

 

San Precario all’ INPS – Roma 22 dicembre 2011 from manuel fantoni on Vimeo.

San Precario, nella giornata OccupyChristmas, con un centinaio di devoti è apparso alla sede INPS di via dell’ Amba Aradam 5 a Roma.

Scopo dell’apparizione era la consegna della lettera del Santo dei precari alla piangente Ministra del Lavoro e del Welfare Elsa Fornero.
La processione ha raggiunto il 5° piano dell’edificio, ma della Ministra nessuna traccia e sembra proprio che di confrontarsi con il Santo più Santo d’ Italia non ne voglia sapere.
I devoti hanno attesola contro-apparizione del Direttore Generale dell’Inps Mauro Nori per capire le possibilità di incontro con la Ministra preannunciando che sono disposti all’occupazione ad oltranza. Digos e polizia hanno fatto il loro gioco nell’alzare la tensione nonostante l’azione fosse in uno dei luoghi che ha in mano la sopravvivenza mensile di migliaia di pensionati colpiti duramente dall’iniqua manovra del governo dove brillano le idee della Fornero.

I devoti stanno invitando precari e non a raggiungere il Santo in via dell’Amba Aradam

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Ore 22:00

San Precario e devoti al 5° piano della sede dell’Inps di Via dell’Amba Aradam 5 a Roma.

Dopo un pomeriggio a trattare per poter consegnare alla Ministra Fornero la lettera a lei indirizzata di San Precario (qui in calce) hanno avuto un incontro con il Direttore Generale dell’ Ente Mauro Nori.

L’incontro è avvenuto dopo una intensa giornata dove digos e polizia hanno fatto il loro gioco nell’alzare la tensione quando l’azione era in uno dei luoghi che ha in mano la sopravvivenza mensile di migliaia di pensionati colpiti duramente dall’iniqua manovra del governo dove brillano le idee della Fornero.

I devoti che mai vedranno pensione, così come mai hanno visto un contratto a tempo indeterminato, hanno ottenuto di continuare l’occupazione del piano e di credere alla parola data dal Direttore Generale nel farsi tramite con la Fornero assicurando di base la consegna della missiva di San Precario.

Buona notte precaria al Santo dei Precari, buona notte precaria ai devoti.

Appuntamento a domani

Ore 22:40

Dall’occupazione dell’inps nelle giornate del natale precario: appuntamento pubblico difronte all’inps, via dell’amba aradam 5, ore 16. Prendiamo parola davanti alla sede dell’inps dove l’apparizione di san precario ha posto la questione del futuro pensionistico ai tempi della manovra “lacrime e sangue” del governo Monti. Alla richiesta di un incontro con il ministro del welfare Elsa Fornero su nuovi diritti per le generazioni precarie – primo tra tutti un reddito garantito – non c’e’stata risposta ma solo il pesante silenzio simbolo degli ulteriori sacrifici che ci attendono.

Infoweb su tutte le azioni occpyXmas: www.sciperoprecario.org – www.precaria.org

ARTICOLI

REPUBBLICA

http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/12/22/news/precari-27077302/

CORRIERE (Foto)

http://roma.corriere.it/foto_del_giorno/home/index_20111223.shtml

PAESE SERA

http://www.paesesera.it/Societa/Devoti-di-San-Precario-occupano-la-sede-dell-Inps

AGENZIE

INPS, «SAN PRECARIO» IN SEDE CHIEDE INCONTRO CON FORNERO: PRONTI A OCCUPARE

(OMNIROMA) Roma, 22 DIC – «Oggi 22 dicembre ‘San Precariò con un centinaio di devoti è apparso alla sede Inps di via dell’Amba Aradam 5 a Roma. Scopo dell’apparizione era la consegna della lettera del Santo dei precario alla piangente Ministra del Lavoro e del Welfare Elsa Fornero. La processione ha raggiunto il 5° piano dell’edificio, ma della Ministra nessuna traccia e sembra proprio che di confrontarsi con il Santo più Santo d’ Italia non ne voglia sapere. Si sa: scherza coi fanti ma lascia stare i santi e infatti scatta l’occupazione del piano e così appaiono in forze gli angeli custodi della celere con Digos a seguito. I devoti sono in attesa della contro-apparizione del Direttore Generale dell’Inps per capire le possibilità di incontro con la Ministra preannunciando che sono disposti all’occupazione ad oltranza se la Fornero non si da disponibile a ricevere i devoti. I devoti inoltre stanno invitando precari e non a raggiungere il Santo in via dell’Amba Aradam». COsì in una nota i precari di «San Precario».

WELFARE: PRECARI OCCUPANO INPS ROMA, MINISTRO PARLI CON NOI (ANSA)

ROMA, 22 DIC – Decine di attivisti del movimento ‘San Precariò hanno occupato il quinto piano negli uffici della sede centrale dell’Inps a Roma, in via dell’Amba Aradam, nelal zona di San Giovanni. Gli occupanti chiedono di parlare con il ministro del Welfare, Elsa Fornero e protestano «contro il passaggio generalizzato al sistema contributivo anche per gli iscritti alla gestione separata dell’Inps». I manifestanti sono entrati nell’edificio riuniti in una sorta di «processione per la consegna della lettera del Santo dei precari alla piangente Ministra del Lavoro e del Welfare Elsa Fornero». «Cara Ministro – si legge nel testo della lettera – Lei sa benissimo che oggi i cosiddetti lavoratori parasubordinati, coloro che sono iscritti alla gestione separata, tengono in attivo i conti dell’Inps. Secondo le previsioni, l’ammontare medio di una pensione a gestione separata Š di 1570 euro l’anno, 130 euro al mese». «Come sa bene anche che i collaboratori a progetto non usufruiscono di alcun ammortizzatore sociale – aggiunge la lettera – se non nella ridicola formula dell’una tantum sperimentata dal precedente Governo. Con il passaggio generalizzato al sistema contributivo noi, intere generazioni di ‘intermittentì, non avremo mai una vecchiaia sostenuta da un reddito minimamente degno».

MANOVRA: PRECARI OCCUPANO INPS ROMA, ‘MINISTRO FORNERO CI INCONTRI

Roma, 22 dic. – (Adnkronos) – Un gruppo di attivisti del movimento ‘San Precariò ha occupato il quinto piano della sede dell’Inps di dell’Amba Aradam a Roma. I manifestanti, che chiedono un incontro con il ministro del Welfare, Elsa Fornero, si dicono pronti a proseguire l’occupazione ad oltranza. «Siamo precarie e precari. Nel lavoro. Nel reddito. Nel welfare. Nei diritti. Negli affetti. Nelle tutele. Nell’accesso ai saperi ed ai consumi. Nell’esercizio della cittadinanza. Nei sogni, nel tempo. Siamo precari e precarie e – si legge nella lettera indirizzata al ministro – non lo abbiamo scelto. Siamo i milioni di collaboratrici e collaboratori a progetto, partite iva, interinali, stagiste e stagisti, lavoratrici e lavoratori in affitto. Siamo il motore di un’economia in crisi ed al contempo i primi soggetti sacrificabili». «Non vogliamo tutele contrapposte a quelle di altri – si legge ancora nella lettera – vogliamo rispetto, solidarietà e libertà comune. Il reddito che voi immaginate minimo e per sostenere la libertà di licenziarci, noi lo vogliamo di base, universale e incondizionato, lavoro o non lavoro, per sostenere la libertà di scelta sulle nostre vite. Ci siamo interrogati a lungo sul significato delle Sue lacrime, cara Ministro. Ma la sola cosa che sappiamo, al momento, è quel che fa la differenza: ci sono lacrime, pietistiche e paternalistiche, compatibili col sacrificio dei nostri diritti e dei nostri sogni; e ce ne sono altre scomode, di rabbia, furore e gioia, che non hanno cittadinanza». (Asc/Ct/Adnkronos)

 

LETTERA APERTA

Perchè piange il Ministro del Welfare? Occupy Christmas #2 from Penelope on Vimeo.

Spett. Ministro del Lavoro e del Welfare

Dr.ssa Elsa Fornero

Siamo precarie e precari. Nel lavoro. Nel reddito. Nel welfare. Nei diritti. Negli affetti. Nelle tutele. Nell’accesso ai saperi ed ai consumi. Nell’esercizio della cittadinanza. Nei sogni, nel tempo.

Siamo precari e precarie e non lo abbiamo scelto.

Siamo i milioni di collaboratrici e collaboratori a progetto, partite iva, interinali, stagiste e stagisti, lavoratrici e lavoratori in affitto. Siamo il motore di un’economia in crisi ed al contempo i primi soggetti sacrificabili.

Ci può incontrare ovunque: nei call center, nelle agenzie strumentali dei vostri Ministeri, nelle università, nei centri di ricerca, nelle scuole, nei supermercati, nei giornali e nell’editoria, nelle corsie degli ospedali e nelle caserme dei vigili del fuoco. Non esistono luoghi in cui non siamo presenti, perché siamo il frutto delle politiche “per lo sviluppo e l’innovazione” e delle “riforme” del mercato del lavoro realizzate negli ultimi quindici anni da chi ci ha governato e ci governa.

Siamo donne alle prese con una parità di genere tutta apparente, senza tutele, a partire dalla maternità; siamo migranti che sotto il ricatto del permesso di soggiorno legato al contratto di lavoro contribuiamo al benessere di questo paese, pagando pensioni che non avremo mai, partecipando ad un sistema che non ci vuole cittadini, mentre un’aria pesante e razzista arma le mani più brutali. Siamo giovani e meno giovani, intere generazioni precarie costrette a vivere un presente dilatato che non permette di progettare il futuro: giovanissimi diplomati e laureate in un sistema di istruzione e formazione martoriato, vissuti all’ombra della retorica della meritocrazia ma senza un lavoro degno di questo nome; ultra 40enni, iperqualificati e supertitolati, spesso madri e padri di famiglia, costretti a cercare altrove il nostro destino; gli over 50, i reietti, quelli che il mercato del lavoro una volta espulsi considera “vuoti a perdere”.

I nostri figli nascono già precari: per via del debito, del futuro oscuro e di un globo che non sa se sopravvivrà ai prossimi anni.

La crisi ha fatto esplodere la precarietà, rendendo incerto il presente anche dei cosiddetti lavoratori “garantiti”. Noi che eravamo le giovani e i giovani in difficoltà abbiamo visto i nostri padri e le nostre madri diventare precari come noi, rischiare di essere licenziati a più di 50 anni e di vedere le loro pensioni sempre più lontane e sempre più misere.

E se una crisi iniziata 4 anni fa e negata nel corso degli ultimi 2 anni è stato il frutto avvelenato del governo Berlusconi e dei suoi ministri “nani e ballerine”, questo governo è certamente più serio e preparato. Lo è talmente tanto che riuscirà ad imporre per l’ennesima volta ricette fondate sul presupposto che il mercato (anzitutto finanziario) è sovrano e le nostre vite al suo servizio.

E noi, precari e precarie, continuiamo ad avere contratti di ogni tipo, con l’unica garanzia di uno sfruttamento costante ed un debito, condiviso con tutti i cittadini e le cittadine del nostro paese. Un debito chiaramente non nostro, che ci chiedono di pagare per soddisfare gli appetiti insaziabili di una divinità onnipotente e dagli umori incostanti: il mercato,  appunto, che sembra placarsi solo con sacrifici umani.

Per noi non sono previste che briciole di uno stato sociale sempre più ridotto all’osso. Altro che workfare: WorkFear, un welfare fatto solo di paura messa al lavoro!

Il Governo Monti, il Suo Governo, si è dato come prossimo impegno quello di convocare un tavolo “con le parti sociali al fine di riordinare il sistema degli ammortizzatori sociali e degli istituti di sostegno al reddito e della formazione continua”.

Cara Ministro, Lei sa benissimo che oggi i cosiddetti lavoratori parasubordinati, coloro che sono iscritti alla gestione separata, tengono in attivo i conti dell’INPS. Secondo le previsioni, l’ammontare medio di una pensione a gestione separata è di 1570 euro l’anno, 130 euro al mese. Come sa bene anche che i collaboratori a progetto non usufruiscono di alcun ammortizzatore sociale, se non nella ridicola formula dell’una tantum sperimentata dal precedente Governo. Con il passaggio generalizzato al sistema contributivo noi, intere generazioni di “intermittenti”, non avremo mai una vecchiaia sostenuta da un reddito minimamente degno. Dopo aver fatto i conti quotidianamente con la giungla della precarietà, passeremo la seconda parte della nostra vita a fare i conti con i deserti della povertà. La riconfigurazione dell’attuale sistema degli ammortizzatori sociali, iniquo ed arretrato, passando per la riforma del sistema previdenziale, creerà inoltre un inevitabile conflitto generazionale.

Non vogliamo tutele contrapposte a quelle di altri, vogliamo rispetto, solidarietà e libertà comune.

Il reddito che voi immaginate minimo e per sostenere la libertà di licenziarci, noi lo vogliamo di base, universale e incondizionato, lavoro o non lavoro, per sostenere la libertà di scelta sulle nostre vite.

Ci siamo interrogati a lungo sul significato delle Sue lacrime, cara Ministro.

Ma la sola cosa che sappiamo, al momento, è quel che fa la differenza: ci sono lacrime, pietistiche e paternalistiche, compatibili col sacrificio dei nostri diritti e dei nostri sogni; e ce ne sono altre scomode, di rabbia, furore e gioia, che non hanno cittadinanza.

Noi precarie e precari, che distribuiamo quotidianamente ricchezza sociale ad un paese che la utilizza non certo per il nostro benessere, il nostro futuro e la nostra felicità, noi “l’Italia peggiore,” oggi riprendiamo la parola sul lavoro, sul reddito, sugli ammortizzatori sociali, sul sistema pensionistico, sulla maternità/paternità, sul welfare, sul modello di sviluppo, sulla vita.

Cordialmente,
San Precario

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