Video | L’acqua, paradigma dei beni comuni – Convegno alla Fondazione Basso

Lunedì 26 marzo alle ore 16:30
c/o la Fondazione Lelio e Lisli Basso  – Issoco – Via della Dogana Vecchia 5 – 00186 Roma
L’acqua, paradigma dei beni comuni
Quando il ragionamento collettivo costruisce il superamento tra pubblico e privato e afferma il comune

Video degli interventi del convegno:

 

Leggi il testo dell’appello:

Oggi, in Italia, c’è un gran parlare dei beni comuni. E’ un tema che, chiaramente, si sta ponendo in altre parti del mondo e che, qui da noi, offre tanto uno strumento nelle mani di chi contesta un modello neoliberista tanto di chi di quel modello vuole essere alfiere.
Il bene comune così si allarga e allunga divenendo, alla fine, una coperta troppo corta.

Eppure in tutta Italia, nei territori dove l’attivazione è massima, si costruiscono percorsi e ragionamenti sperimentando direttamente una pratica e costruendo suggestioni.
Per noi questo è stato rappresentato dal movimento dell’acqua.

“C’è una campagna fatta dal basso, strada per strada, ci sono spazi di comunicazione guadagnati metro per metro, ci sono ragionamenti lunghi anni che conquistano e si diffondono veloci; l’acqua diviene un paradigma nella società italiana. Non solo tra cittadini ma anche nel dibattito pubblico. I beni comuni sfondano e divengono elemento semiotico riconosciuto, una linea. Forse una barricata.
Le persone dicono infatti con il loro voto che non sono più disposte a sacrificare tutto sull’altare del mercato; la religione neoliberista vacilla anche da noi.
I privatizzatori bipartisan, si trovano improvvisamente sconfitti e, con loro, anni di beni pubblici saccheggiati a man bassa, ricette in cui le persone sono divenute risorse umane, in cui il mercato del lavoro doveva essere flessibile fino a divenire precario, l’innovazione e la garanzia passava per le formule innovative del profitto privato.
Ma ancor di più accade: si forma un ragionamento collettivo sul superamento tra pubblico e privato e che afferma il comune.”

Questo lo scrivevamo in occasione dell’adesione alla campagna di Obbedienza civile lanciata dal movimento dell’acqua a novembre, quando era ancora in fase di ragionamento, oggi, invece, è partita e ha coinvolto già migliaia di persone.
Questo vuol dire che la convinzione che la battaglia sarebbe finita con il referendum è errata. Sia per chi sperava che quella fosse una vittoria definitiva, sia per chi sperava di poter aggirare la volontà popolare.

E’ in questa fase che noi vorremmo continuare quel ragionamento. Una fase in cui la crisi continua a scavare solchi profondi tra i mercati con i suoi sacerdoti e la precarietà dilagante di milioni di persone. La Grecia è li come esempio.
Ma, in generale , è evidente che la portata di questo discorso ha carattere internazionali. Questo è dimostrato anche dall’incontro dei movimenti dell’acqua a Marsiglia, in occasione del controvertice del FAME, dove nascerà la rete europea per l’acqua bene comune.

Ad ogni modo, dal nostro punto di vista, è giusto assumere che, in questo momento, i movimenti sono in una fase di osservazione, provando a comprendere dove si può concludere l’inadeguatezza rispetto allo scontro con i poteri forti e dove inizia, invece, una nuova alterità possibile. Un’alternativa fatta di trasformazione dell’esistente, di nuovi strumenti e modelli, di una nuova democrazia diretta, di autonomia ed indipendenza.

Siamo convinti, quindi, che sia una fase di confronto e laboratorio, in cui le ricette precotte sono deisamente intutili . Per questo partiamo dai movimenti che pongono la priorità di questo tema.
Ma anche ponendoci domandae, per noi,  sostanziali: esiste un limite dei beni comuni?
E al bordo di questo confine che cosa inizia?
Per ultimo, qual’è dunque il terreno su cui i movimenti si incontrano trasformando le proposte di ragionamento in pratica costituente?

Siamo infatti convinti che esista una questione del comune, come superamento del pubblico e del privato, che ci interroga per la sua gestione ed autogestione, per la dinamica che può produrre nei territori e nel superamento della rappresentanza in drammatica crisi (Chi decide su cosa?).

Invitiamo, dunque, tutti/e a partecipare ala discussione sperando che sia solo la prima di un percorso più lungo. Proviamo a cimentarci nell’intento di fornire gli strumenti utili da mettere nella cassetta degli attrezzi da poter  utilizzare nella quotidianità in cui la resistenza diventi una definitiva riappropriazione collettiva del futuro.

– Introduce Valerio Balzametti (Laboratorio Acrobax)

– Marco Bersani (ATTAC/forum italiano movimenti acqua )

– Corrado Oddi (FP-CGIL/forum italiano movimenti acqua )

– Stefano Rodota’ (Prof. Emerito di Diritto Civile, Universita’ di Roma La Sapienza)

– Giacomo Marramao (Prof. Ordinario di Filosofia Politica, Universita’ Roma Tre)

– Gigi Roggero (Uninomade)

– Giulia Bucalossi (Punto San Precario Roma)

– Paolo Berdini (Urbanista)

– Don Sardelli

– Nicoletta Dosio (Comitato No Tav)

promuove
Loa Acrobax
Punti SanPrecario_Roma
www.indipendenti.eu

www.scioperoprecario.org

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