Risoluzione sul reddito del Parlamento Europeo

E’ stata promossa dal Parlamento Europeo e votata una risoluzione molto importante che si può trovare integralmente qui. Non è il reddito di cittadinanza per tutti, ma apre una serie di spiragli molto interessanti, molto di più che la legge regionale del lazio. Sia perchè è un livello europeo, quindi prevede un piano di intervento e di diritti che può essere reclamato da sud a nord del continente, sia perchè apre delle prospettive di iniziativa, ma anche di dibattito molto molto interessanti.
Qui di seguito una selezione di alcuni passaggi (quelli più centrati sul reddito)  molto vicini alle tesi del movimento. Il Parlamento Europeo oggi ha molti più poteri rispetto a dieci anni fa e se queste risoluzioni venissero richiamate dagli stati membri, come l’Italia, questi sarebbero obbligati a rispettarli (altro che libro bianco di Sacconi). Inoltre, siamo a ridosso del 2010, anno europeo di lotta alla povertà. Insomma gli ingredienti pare ci siano tutti…
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Alcuni passaggi:

– vista la decisione n. 1098/2008/CE del Parlamento europeo
e del Consiglio, del 22 ottobre 2008, riguardante l’anno
europeo della lotta alla povertà e all’esclusione
sociale (2010),

– considerando che il coinvolgimento attivo non deve
sostituirsi all’inclusione sociale, in quanto i gruppi
vulnerabili impossibilitati a partecipare al mercato del
lavoro hanno diritto a una vita dignitosa e a una piena
partecipazione sociale e, pertanto, chiunque deve poter
disporre di un reddito minimo e dell’accesso a servizi
sociali abbordabili e di qualità a prescindere dalla
propria capacità di partecipare al mercato del lavoro,

– considerando che la causa di un’apparente esclusione dal
mondo del lavoro può risiedere nella mancanza di
sufficienti opportunità occupazionali dignitose piuttosto
che nella mancanza di sforzi individuali,

– considerando che l’integrazione nel mercato del lavoro
non deve rappresentare un requisito necessario per il
diritto a un reddito minimo e l’accesso a servizi sociali
di qualità; considerando che un reddito minimo e
l’accesso a servizi sociali di qualità sono requisiti
necessari per l’integrazione nel mercato del lavoro,

– considerando che spesso le persone più vulnerabili sono
interessate dalla condizionalità delle politiche di
attivazione e che occorre monitorare gli effetti di tali
politiche ed evitarne le conseguenze negative per i gruppi
vulnerabili,

– considerando che il concetto secondo cui il lavoro è il
modo più efficace per affrancarsi dall’esclusione può
essere valido solo se tale lavoro è sostenibile, di
qualità e adeguatamente retribuito;

– considerando che i prestatori di assistenza familiare
forniscono servizi essenziali di assistenza, istruzione e
sostegno al di fuori del sistema occupazionale, senza alcun
reddito o diritto sociale, e non godono del diritto di
accedere nuovamente al mercato del lavoro e di ottenere il
riconoscimento delle competenze acquisite o sviluppate
durante i periodi di assistenza fornita ai familiari,

– riconosce il diritto fondamentale della persona a risorse
e a prestazioni sufficienti per vivere conformemente alla
dignità umana e definisce i principi comuni per realizzare tale diritto; approva i
principi comuni e gli orientamenti specifici presentati
nella raccomandazione 2008/867/CE sulla strategia di
coinvolgimento attivo basata su tre pilastri,
contestualmente un adeguato sostegno al reddito, mercati del
lavoro in grado di favorire l’inserimento e l’accesso a
servizi di qualità; sottolinea, in particolare, che
qualunque strategia di coinvolgimento attivo deve essere
fondata sui seguenti principi: i diritti individuali, il rispetto per la
dignità umana e i principi di non discriminazione, le pari
opportunità e la parità di genere;

– concorda con il Consiglio che occorre migliorare
l’attuazione della raccomandazione 92/441/CEE per quanto
riguarda reddito minimo e trasferimenti sociali, che
l’assistenza sociale dovrebbe fornire un reddito minimo
consono a una vita dignitosa, quanto meno a un livello al di
sopra della soglia a rischio di povertà e sufficiente a
far uscire le persone dalla povertà e che occorre
migliorare l’utilizzo dei sussidi;

– invita gli Stati membri a realizzare un adeguato sostegno
al reddito al fine di combattere la povertà e l’esclusione
sociale; sottolinea la necessità di fissare un sostegno al
reddito di livello adeguato sulla base delle raccomandazioni
92/441/CEE e 2008/867/CE e che esso deve essere adeguato e
trasparente, accessibile a tutti e sostenibile nel tempo;

– sottolinea la richiesta posta al Consiglio di concordare
un obiettivo comunitario per i meccanismo di reddito
garantito e di reddito sostitutivo a base contributiva atto
ad assicurare un sostegno al reddito pari ad almeno il 60%
del reddito medio nazionale e, inoltre, di concordare un
calendario per il raggiungimento di detto obiettivo in tutti
gli Stati membri;

– evidenzia che i beneficiari di un adeguato sostegno al
reddito e le loro famiglie avranno la possibilità di
evitare il rischio di povertà e di divenire cittadini
attivi che contribuiscono alla vita sociale ed economica e
alla solidarietà tra le generazioni;

– siano personalizzate, mirate e orientate al
soddisfacimento delle esigenze;

– saluta con favore il riconoscimento della necessità di
garantire l’accesso universale a servizi sociali
abbordabili e di qualità quale diritto fondamentale e uno
degli elementi essenziali del modello sociale europeo
nonché per favorire la permanenza delle persone nel
mercato del lavoro e i principi stabiliti nella
raccomandazione 2008/867/CE; ritiene che per essere tali i
servizi sociali debbano includere un alloggio fisso e a buon
mercato, il trasporto pubblico accessibile, la formazione
professionale di base e l’assistenza sanitaria nonché
l’accesso a servizi energetici e ad altri servizi di rete a
prezzi convenienti;

– invita gli Stati membri a valutare l’introduzione di
tariffe sociali predefinite per i gruppi vulnerabili, ad
esempio nel settore dell’energia e dei trasporti pubblici…

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