A Testaccio…

Contro il G8 della crisi

Noi la crisi non la vogliamo pagare!

Siamo ritornati in queste strade dopo le brutali cariche della polizia e della guardia di finanza e i rastrellamenti che ne sono seguiti.

Vogliamo raccontare la nostra verità al quartiere che ci ha ospitato ed offerto protezione e solidarietà.

Martedì mattina una rete composita di studenti, precari, disoccupati, senza casa, attivisti dei centri sociali sono partiti dall’info point allestito in uno stabile dell’università di roma tre dentro l’ex mattatoio, per esprimere il loro dissenso nei confronti del vertice del G8 ma soprattutto contro i governi e le politiche che ci hanno imposto la crisi di cui ci vogliono far pagare il prezzo.

Infatti la crisi che per i potenti della terra è un titolo di giornale o, tuttalpiù, una questione da discutere è per noi pane quotidiano; è l’impossibilità di arrivare alla fine del mese, sono gli affitti sempre più alti, gli sfratti, i licenziamenti, la precarietà e mutui impossibili con le banche.

Per questo martedì con il nome di V strategy siamo scesi in piazza, dando vita ad un corteo spontaneo che voleva raggiungere la metro piramide e raggiunge la manifestazione convocata all’Università La Sapienza. Come siamo arrivati davanti alla metro, la polizia e la guardia di finanza hanno chiuso l’accesso della stazione e hanno fatto partire una prima carica. A quel punto il corteo si è spostato verso Testaccio ed ha subito un’altra carica a cui ne sono seguite altre tre. E’ chiaro, dalle immagini stesse dei giornali e della questura, che il corteo si è limitato a rientrare nel quartiere senza contatto con le forze dell’ordine.

E’ugualmente chiaro che sono loro ad aver voluto così duramente caricare il corteo ignorando le nostre ripetute richieste di fermarsi e di darci la possibilità di andare via.

Inoltre dopo l’ultima carica si è scatenata una caccia all’uomo che ha portato a 36 fermi. Di questi sono stati confermati 8 arresti.

Sostanzialmente le immagini e e le “prove” mostrate dalla questura sono inconsistenti; nonostante questo ci hanno dipinto come teppisti.

La verità è che hanno eseguito un’indicazione politica del governo che ha voluto e vuole nascondere la debolezza con cui è arrivato a questo vertice internazionale e reprimere qualunque dissenso contro la crisi economica, finanziaria e sociale e il loro modo di gestirla.

Ringraziamo ancora una volta questo quartiere e i suoi abitanti.

E ancora una volta diciamo che rivogliamo i nostri compagni e compagne in libertà.

Andremo a gridarlo anche all’Aquila venerdì 10, riprendendoci tutte e tutti insieme il diritto di manifestare il nostro rigetto del G8 della crisi, insieme alla nostra concreta solidarietà con le popolazioni colpite dal terremoto, dalla speculazione assassina e dal malgoverno berlusconiano.

Siamo tutte e tutti terremotati!

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