Abitare

Diritto all’abitare.

[singlepic id=753 w=320 h=240 float=left] Una strage, di patrimonio pubblico e collettivo, di un bene comune. Narra la leggenda che a Roma ci siano quasi 300.000 appartamenti vuoti, in attesa che la legge del mercato stabilisca cosa farne o li lasci marcire per decenni. Appartamenti contenuti in palazzi contenuti in quartieri contenuti in territori distrutti dal cemento. Chiunque ha notato l’esplosione di metri cubi di costruzioni che, nonostante la crisi globale e la crisi del mercato immobiliare, continua a strangolare Roma, a stringerla d’assedio, a toglierle il verde, l’aria e la vista. La popolazione di Roma non aumenta da anni, ma da anni si continua a costruire e da anni l’emergenza e la precarietà abitative continuano a crescere.

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Nell’incapacità totale di pianificare una città, i suoi spazi pubblici, i luoghi d’incontro e di attraversamento, si continua a drogarla di cemento, riempiendo ogni buco disponibile e allargandola a dismisura. Ciò che non trova posto, da nessuna parte, è invece il diritto delle persone a vivere non solo una casa, ma un quartiere, un territorio, una città. Un diritto negato non di fronte ad una carenza strutturale, ma di fronte all’abbondanza di un banchetto cui non ci si può neanche avvicinare. Il diritto all’abitare per tutti e tutte, infatti, non può essere neanche paragonato al diritto al profitto per alcuni, e i bisogni della vita restano in balia delle fluttuazioni del mercato.

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