Rewind: tutti liberi subito!

L’operazione “Rewind“, condotta su mandato della Procura di Torino e con il coinvolgimento dei massimi livelli degli apparati di “sicurezza” dello Stato italiano, ha colpito il 6 luglio 21 compagni, dei quali 15 tuttora in carcere e altri 6 agli arresti domiciliari.

Nel giorno dell’udienza del Tribunale del Riesame a Torino sulla conferma o sulla revoca di queste gravissime “misure cautelari”, vogliamo dire a piena voce che insieme a quei compagni si è voluto colpire molto altro. Anzitutto l’Onda universitaria, criminalizzandone l’ultima grande mobilitazione che aveva contestato il G8 dei Rettori a Torino, e facendolo proprio alla vigilia del G8 dei capi di Stato e di Governo. Con l’Onda,

ancora, si è voluto colpire tutto ciò che materializza gli incubi d’una classe dirigente fallimentare e bancarottiera: ossia tutto ciò che nella società si muove alla ricerca di nuove forme del conflitto sociale, tutto

ciò che esprime intelligenza collettiva della lotta, tutto ciò che afferma quel fallimento e quella bancarotta, tutto ciò che dal basso riprende parola politica e propaga il messaggio più chiaro: “Noi la crisi

non la paghiamo, noi la crisi ve la creiamo”.

Dentro e fuori le università italiane si è levato in questi giorni un nuovo grido: “Adesso arrestateci tutti”. E’ la risposta al senso reale, profondo, degli arresti del 6 luglio. Noi, che siamo stati direttamente colpiti dalla repressione immediatamente successiva delle azioni di protesta contro il summit del G8, facciamo nostro quel grido. In verità, la guerra preventiva ai movimenti in divenire rivela tutto il panico del potere riguardo a quanto è ancora di là da venire in termini di risposte

sociali alla crisi e alla sua permanenza.

Oggi noi vogliamo far sentire a questi 21 compagni la nostra totale solidarietà e complicità. E vogliamo far sentire a chi li vuole privare della libertà che abbiamo capito il gioco: e che poiché in gioco è la libertà di tutte e tutti, ci ritroverà tutte e tutti in movimento sulle stesse strade che ci vuole chiudere.

Non è che l’inizio.

Roma, 16 luglio 2009

Indipendenti nella V-Strategy, Roma

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