Siamo partiti da Piramide con un corteo territoriale che rivendicava casa, reddito e diritti, abbiamo segnalato lungo il corteo i luoghi che generano precarietà e rappresentano il governo dell’austerity.
Dopo aver calato un lungo striscione sulla Piramide, comunicato con il quartiere di san paolo/ostiense, amico e solidale, circondati da decine di poliziotti, carabinieri e finanza in assetto antisommossa, abbiamo denunciato le politiche di precarizzazione dentro Telecom, sanzionato agenzie di Equitalia e banche, salutato le occupazioni di casa come l’ex caserma del porto fluviale o le ultime occupate in zona dentro il ciclo di lotta avviato con lo tsunami tour come lo studentato e casa dei precari Alexis.
Insieme agli studenti di Roma tre abbiamo sanzionato il rettorato contro i processi di privatizzazione dell’università pubblica avviati negli ultimi venti anni all’interno di quelli più ampi e complessivi del neoliberismo selvaggio, comunicando come il diritto allo studio sia necessario riaffermarlo dentro i nuovi diritti sociali e di cittadinanza. Arrivati al parco Schuster, blindato dalla celere, abbiamo contestato e assediato la festa del PD che da giorni è al centro di polemiche e contestazioni dei residenti e abitanti del quartiere.
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La contestazione ha rivendicato l’utilizzo libero e pubblico del parco oltre a denunciare le responsabilità politiche del partito democratico, stampella del Pdl, complice e promotore delle politiche di austerity, d’impoverimento e precarizzazione generale. Un partito e il sindaco Marino che non rappresentano i romani, visto il risultato dell’astensionismo nell’ultima tornata elettorale.
Abbiamo ricevuto come risposta le manganellate della celere schierata davanti alla festa, nella migliore tradizione del PD, riportando due feriti e diversi contusi, mentre all’interno veniva interrotto un dibattito contro la crisi. In ogni caso la manifestazione si è difesa, continuando il suo percorso fino alla fine continuando a comunicare con il territorio di Roma Sud. Riteniamo gravissime le responsabilità delle forze dell’ordine e dei dirigenti del partito democratico che ancora una volta hanno fatto capire la distanza siderale che esiste tra partiti e popolazione.
Questo corteo voleva essere un punto di partenza di un percorso nel nostro territorio dedicato a tutti, giovani e meno giovani, disoccupati, precari e cassintegrati che ogni giorno sono costretti al suicidio dalle politiche della governance.
Per questo torneremo presto a farci sentire, organizzando la nostra rabbia.