Come imputati dei fatti avvenuti il 19 luglio, sentiamo l’esigenza di esprimere la nostra più completa gratitudine a tutti e tutte quelli che in questi giorni ci hanno fatto arrivare la propria solidarietà. Gratitudine, ma è molto di più. Mai, nemmeno per un secondo, lo sconforto si è impossessato di noi, perché siete riusciti a farci sentire parte di quel qualcosa di immenso che è la comunità notav, comunità il cui cuore pulsante batte in valle, ma le cui vene scorrono ormai in tutta Italia (e oltre). Scriviamo questo comunicato non solo per ringraziarvi, ma per chiedervi di allargare il vostro abbraccio a tutti i detenuti del carcere “Lorusso e Cotugno” e più in là a tutta la popolazione carceraria del nostro Paese. Infatti, dopo essere stati arrestati e maltrattati, dietro quelle sbarre abbiamo trovato solo facce amiche, persone solidali e fratelli. Lì dentro, in un contesto creato per cancellare la dignità e l’umanità, queste persone non hanno mai perso la propria. Dal primo minuto siamo stati aiutati, medicati e protetti dagli altri detenuti. Durante tutta la nostra permanenza abbiamo parlato delle nostre esperienze di lotta con persone realmente interessate a capire le ragioni del movimento. D’altro canto, loro ci hanno raccontato di come il carcere ti toglie tutto, mirando a distruggerti come essere umano; ti mette alla mercè di persone abbruttite da un lavoro infame come quello del secondino.
Il valore della condivisione che in Valsusa abbiamo imparato a considerare sacro, in prigione è questione di vita o di morte. È proprio attraverso la condivisione che queste persone resistono ogni giorno. Quando si è reclusi, resistente lo diventi a forza, perché in ogni cella si resiste quotidianamente agli abusi, all’abbandono, al sovraffollamento. Per queste ragioni vi stiamo chiedendo di mettere da parte tutti i pregiudizi e guardare alla galera in maniera diversa rispetto a quanto ci propina il mainstream. La vita, per uno che viene privato della propria libertà, è veramente difficile. Ma questa difficoltà non risiede nell’essere a stretto contatto con altri detenuti, bensì in una quotidianità fatta di cancelli, sbarre, divieti, ordini, insulti e prevaricazioni. Per questo, compagni e compagne, amici e amiche, vi chiediamo di sostenere la mobilitazione nazionale organizzata dai detenuti per il mese di settembre.
E a voi detenuti, che in questi giorni avete saputo farci sentire il vostro calore, diciamo questo: Non vi dimenticheremo mai, vi porteremo sempre con noi nei boschi e nelle città.
Continuate a resistere e a dare a chiunque la stessa accoglienza e solidarietà, ma soprattutto un po’ del vostro coraggio.
La vostra forza è stata un’importante lezione di vita.
A sarà düra. Liberi tutti/e!
Arrestati NoTav del 19 luglio
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