Lavoratori GDO ancora nell’occhio del ciclone: la situazione a Carrefour

Il 2017 non è iniziato bene. Carrefour ha annunciato 500 esuberi e la chiusura dei punti vendita di Borgomanero, Trofarello e Pontecagnano. Ai “fortunati” che restano, l’azienda chiederà ulteriori sacrifici su stipendio e diritti, soprattutto negli ipermercati.

Unicoop Tirreno riesce a fare anche di peggio. I lavoratori in esubero sono 600, a causa della chiusura di ben 13 punti vendita e la cessione di altri 8, oltre alla disdetta del contratto integrativo per abbassare il costo del lavoro. Altre cattive notizie arrivano dal Gruppo Brico proprio in questi giorni.

Le motivazioni poste a sostegno delle ristrutturazioni sono sempre le stesse: il calo del fatturato (vero o presunto)… Ma la GDO è realmente così in crisi?

Nel 2016 il “fresco” – ambito in cui solitamente si verificano le perdite più ingenti – ha visto un incremento progressivo dello 0,6% in termini di valore e di un 1,3% per quanto riguarda i volumi. Ottobre è stato il mese d’oro, con un aumento generale dell’1,2% per il valore e del 2,7% per i volumi. I cosiddetti discount la fanno da padroni, trainando tutto il settore e raggiungendo le punte più alte di profitto (Fonte dati: www.gdonews.it).

Dov’è allora la crisi? Dai numeri sappiamo che Unicoop Tirreno naviga in cattive acque da oltre 10 anni e che la Banca Italia è intervenuta imponendo alla cooperativa di risanare il proprio bilancio disastrato, opera di una dirigenza incompetente e furbetta. Va detto però che il Gruppo Coop a livello nazionale è in positivo. Di Carrefour, invece, abbiamo meno informazioni ma poco importa. Il ragionamento che vogliamo sottoporvi è un altro, più generalizzato, che va oltre la singola catena e abbraccia tutto il settore anzi, tutto il mondo del lavoro.

Innanzitutto, se la GDO non è in crisi, vuol dire che ciò che è in atto è una guerra tra le varie sigle per accaparrarsi quote di mercato sempre maggiori. Fin qui tutto nella norma, ma i conti non tornano: se da una parte si chiudono negozi, dall’altra dovrebbero aprirne di nuovi o almeno esserci maggiori assunzioni, dato che nel 2016 le vendite sono aumentate. Ciò non avviene, perché?

In secondo luogo, la ricerca di nuovi mercati non è l’unico modo in cui le grandi catene riescono ad accrescere i propri profitti. La tabella di seguito mostra chiaramente come la voce variabile di risparmio principale, quindi di maggior profitto per le aziende, è proprio il costo delle risorse umane.

Siamo dunque noi lavoratori, un numero che si può abbassare o alzare a piacimento nel bilancio aziendale, a garantire sempre e comunque il profitto di chi non paga sulla propria pelle le scelte catastrofiche di cui è responsabile.

Ecco poi svelato il segreto dei discount, che sono tali anche nel trattamento retributivo della propria forza lavoro, come dimostra la tabella riguardo ad Eurospin e Lidl. Le catene che hanno chiuso l’anno positivamente non hanno interesse ad assumere nuovo personale perché si garantiscono un guadagno sicuro ridistribuendo i carichi di lavoro in più tra gli stessi dipendenti. Un maggior profitto delle aziende corrisponde quindi ad uno sfruttamento maggiore nei punti vendita: ecco cosa si cela dietro alla parola produttività!

E’ vero che i negozi dov’è diffusa una sindacalizzazione più ampia e strutturata, presentano un costo delle risorse umane più alto, ma l’andamento degli ultimi anni segna comunque una contrazione. La disdetta di numerosi contratti integrativi proprio per risparmiare su aumenti e benefit riconosciuti ai dipendenti, mostra chiaramente la linea di tendenza.

Allora il problema non è tanto o solo il mercato del “fresco”, ma soprattutto il mercato del lavoro. Un mercato dove la merce consiste nella nostra capacità di trasformare in profitto oggetti o alimenti prodotti per essere venduti. Senza questa “merce”, ovvero il nostro lavoro, produzione e vendita si fermerebbero e il profitto sarebbe inesistente. Con i prossimi scioperi abbiamo la possibilità di ricordarlo a chi vuole lasciarci a casa o pretende di farci lavorare di più e peggio solo per risparmiare sulle assunzioni. E’ la nostra arma, usiamola!

Partecipiamo tutte e tutti a sostegno dello sciopero dei dipendenti Carrefour venerdì 27 e sabato 28: non sarà solo un momento di lotta per i lavoratori della GDO, ma un’occasione di solidarietà che dobbiamo cogliere per organizzarci e non subire più le leggi di un sistema che ci riserva solo sfruttamento.

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