Il primo maggio della CGIL: non è un paese per vecchi

liscioSempre al passo con i tempi, i sindacati confederali milanesi. Con uno sguardo di prospettiva, e un occhio attento ai temi della precarietà, alle nuove generazioni che si districano fra contatti co.co.pro., call center e part-time hanno organizzato un primo maggio coi fiocchi.

Se decine e decine di migliaia di precari e precarie occuperanno in
maniera colorata e cospirativa le strade dell’ex “capitale morale”
d’Italia, la “triade” CGIL CISL e UIL non sta a guardare: memore dei
ripetuti concerti-baracconi di piazza S.Giovanni pensa bene di portare
un’offensiva culturale anche nel Nord Italia dove la Lega Nord ha
spopolato, con l’attenzione e la perizia che dimostra durante tutto
l’anno nei confronti delle giovani generazione. Non lo fanno certo per
recuperare lo scollamento che c’è fra le burocrazie confederali e il
Paese reale, fatto di nativi e migranti equilibristi dell’esistente. Lo
fanno con l’entusiasmo e l’attenzione di chi ogni giorno è al fianco
dei giovani che condividono spesso – oltre che una situazione di
precarietà diffusa – anche stili di vita comuni.

Et voilà un programma di “musica – animazione – solidarietà” adatto a tutti. Ovviamente, a tutti coloro che hanno compiuto i 65 anni, e quindi di
solito non sono più nel mondo del lavoro. “non è un paese per vecchi”,
ma i sindacati non se ne sono resi conto probabilmente, organizzando un
primo maggio milanese a base di ballo liscio, risottata da caserma,
animazione “itinerante” [ma dove vanno con gli aquiloni? Fanno una
comparsata in mayday accompagnati da anziani con il cappellino SPI e
bambini circuiti da un paio di palloncini?], concerto che sa di muffa e
di microfoni che fischiano fra cover e musica latinoamericana
annacquata, e poi ristoro succulento a base di fondi pensione che si
inabissano in maionese concertativa, piadina alla collusione con un
pizzico di confindustria, panini agli enti bilaterali appena scottati,
yogurt al 33% di quota garantita, insalate miste di tessere stracciate
dai lavoratori ma pagate lo stesso dalle aziende, con uno spruzzo di pd
fresco di stagione e, per dare un tocco etnico, una stizza di
sinistrarcobalena, ormai quasi introvabile.

Quindi via alla
musica per pensionati, ad una festa delle dentiere, con lo stile
ineccepibile che da sempre contraddistingue i sindacati confederali che
si dimenticano in maniera automatica dei milioni di precari e precarie
ma sono sempre attenti a riempire pullman di anziani da portare in gita
a ballare il liscio, magari proponendogli non una batteria di pentole
in acciaio 18/10 ma un bel fondo pensionistico… e allora, via col
liscio!

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