Alla luce di quanto accaduto domenica in Val Susa, quando una lotta territoriale e di popolo supportata da molti solidali si è scontrata con l'arroganza e la violenza di uno Stato capace solo di fare la guerra e incarcerare chi si pone direttamente e senza delega in contrasto con le scelte di governo;
per cercare di dare una visione dei fatti che non sia quella, assolutamente falsa, incoerente e infamante che riportano i giornali.
Per riflettere insieme su quanto sta succedendo, sul clima repressivo che si respira quotidianamente e su quanto accaduto nei mesi passati tra Bologna, Firenze, Padova e altre città dove con arresti, teoremi associativi costruiti ad arte e misure preventive di vario genere, si vuole tagliare le gambe a movimenti, collettivi e individualità che portano avanti battaglie di giustizia sociale;
per ricordarsi che uscire cadavere da una caserma o da una questura è una possibilità reale che riguarda molti, non solo i cosiddetti "delinquenti, anarchici dei centri sociali".
Riflettendo su tutte queste cose cerchiamo di costruire una risposta agli arresti, alle provocazioni poliziesche e alle vili menzogne raccontate dai media.
Invitiamo tutte le individualità e le realtà di movimento a intervenire.