14 novembre Sciopero generale
Il volantino distribuito dai Clash Worker e dal CollettivoPolitico di Scienze Politiche, in occasione dello sciopero generale
QUESTA E’ UNA GIORNATA DI LOTTA!
Non si può restare rinchiusi nelle proprie case mentre ci costruiscono intorno una prigione. Oggi è importante scendere in piazza non solo perchè c’è lo sciopero, ma parchè in tutta Europa tanti altri lavoratori come noi si stanno astenendo dal lavoro, bloccando la produzione, per dire qualcosa. Queste piazze oggi devono essere dei lavoratori…è un’occasione per prendere parola, per essere protagonisti della lotta, relazionarci con altri come noi e decidere in autonomia cosa vogliamo. Oggi dobbiamo dimostrare di essere una classe unita.
IN TEMPI DI CRISI SUL TAVOLO DELLA CONCERTAZIONE NON RESTANO NEANCHE LE BRICIOLE
Proprio perchè con lo sciopero mettiamo in gioco prima di tutto noi stessi, è importante essere chiari sui nostri obiettivi e sulla controparte che ci troviamo ad affrontare. Le banche di tutta Europa hanno contribuito e contribuiscono alla speculazione sui mercati immobiliari e sui titoli dei debiti sovrani; gli imprenditori, le grandi multinazionali (anzi, riappropriamoci dei giusti termini, i padroni), attraverso i burocrati della Commissione Europea, i governi tecnici e le forze politiche, impongono un regime di ristrettezze, l’Austerity, fatto di tagli ai servizi sociali, precarizzazione del lavoro, compressione dei salari. Di fronte a ciò, l’atteggiamento della CES (Confederazione Europea dei Sindacati, alla quale aderiscono i nostri confederali) è quello di battere la strada della concertazione, cioè di moderare i conflitti in cambio della mera riconoscibilità dell’apparato sindacale. A noi, nemmeno le briciole; siamo in tempi di crisi, in fondo… In Italia la scelta di concertare la politica economica e del lavoro con Governo e Confindustria ha prodotto risultati catastrofici. Dirigenti CGIL-CISL e UIL hanno scelto di barattare i nostri interessi con quelli dell’accumulazione di profitto, chi pensando che potesse servire a qualcosa, chi totalmente in malafede. In 22 anni, dal 1983 al 2005 i padroni hanno aumentato la fetta di ricchezza nazionale che intascano annualmente a danno dei lavoratori. Se prima a noi spettava il 76% e a loro il 23% del PIL, alla fine del periodo ci resta il 68% e a loro il 31%. Ecco i risultati della concertazione! Oggi, i dirigenti confederali ci dicono che bisogna rinunciare ai salari, che ci vogliono i sacrifici, per salvare l’Europa dalla crisi, che è necessario un ennesimo tavolo di “dialogo”, per la produttività,dicono loro, per sfruttarci meglio, diciamo noi.
RIPARTIRE DALLE LOTTE: IKEA, ILVA, POMIGLIANO, MA ANCHE GINORI, ATAF, GKN
Riprenderci la parola, dicevamo, abbandonando la concertazione per trovare un terreno comune nelle lotte. Recuperare la solidarietà tra lavoratori non è solo un modo utile per non soccombere, ma è il primo passo per costruire e rafforzare l’unità di classe. La lingua dei lavoratori è la stessa in tutto il mondo, serve solo iniziare a comunicare, a condividere, ad impegnarsi, lottare ed organizzarsi per far valere le nostre ragioni. Ce lo dicono i lavoratori dell’IKEA di Piacenza, che parlano anche a nome di chi all’ILVA di Taranto non cede al ricatto tra lavoro e salute, o chi a Pomigliano non vuole barattare la propria dignità per mantenere l’occupazione. Con questo orizzonte mentale, possiamo iniziare a ricostruire la solidarietà stringendoci intorno alle lotte che nascono a partire dal nostro territorio: ai lavoratori Richard Ginori di Sesto Fiorentino, a quelli di ATAF o della GKN di Campi Bisenzio, ai lavoratori della Grande Distribuzione. L’unità della classe lavoratrice fa paura a molti, anche e sopratutto all’interno dei sindacati, non è un caso che un acceso protagonismo dei lavoratori inneschi spesso tentativi di moderazione o di vera e propria dissociazione dalla lotta da parte di chi dovrebbe fare i nostri interessi. Ci basti annotare come a Piacenza i sindacati confederali abbiano firmato un’intesa con le cooperative di movimentazione merci e la stessa IKEA pur di sedare il conflitto e ristabilire le ordinarie condizioni di sfruttamento.
OPPONIAMOCI ALL’AUSTERITY DEL GOVERNO MONTI, PER UN MOVIMENTO EUROPEO DEI LAVORATORI!
In tempi di campagna elettorale sembra che tutti i contendenti in gara ruotino intorno all’unico punto fermo, l’agenda Monti. Anche la Camusso, senza nemmeno rendere conto alla propria struttura, ha impostato una trattativa al ribasso sulla riforma Fornero, nella convinzione che “qualcosa bisogna pur cedere”. Disoccupazione da record, non si arriva a fine mese, sul lavoro i ritmi stanno diventando insostenibili, cos’altro c’è da cedere!!! Non è il momento di azioni simboliche, di mezzi scioperi e di sfilate in centro, né tantomeno di impostare semplicemente vertenze categoriali o aziendali. È il momento di ricomporre gli interessi dei lavoratori rifiutando di delegare a chi pensa che la cinghia non è ancora abbastanza stretta.
Come in Spagna, Portogallo e Grecia, uniamo le lotte!
Collettivo Politico di Scienze Politiche – Clash City Workers