Carcere | Milano - Lettere dal carcere di Opera e aggiornamenti su Maurizio Alfieri

Condividiamo le ultime lettere spedite alla redazione di OLGA dal carcere di Opera, dove alcuni mesi fa diversi carcerati del Primo Reparto hanno scelto di non piegare la testa ai soliti umiliazioni, abusi, ricatti e botte. Le punizioni e l'isolamento punitivo del 14bis sono sempre dietro l'angolo, ma stavolta alcuni di loro hanno saputo reagire uniti e dimostrare solidarietà a chi tra loro viene colpito. 

Invitiamo tutte e tutti a cogliere l'incitamento alla solidarietà espresso in queste lettere, a ciascuna e ciascuno nei luoghi e con i modi che preferisce.

Per scrivere a chi è improgionato nel carcere di Opera:

NOME
- COGNOME, via Camporgnago, 40 - 20900 Opera (Milano)



LETTERE DA OPERA – Novembre 2016

Lettera di Maurizio Alfieri
4 Novembre 2016

Carissime/i compagne/i e sorelle, fratelli solidali e amiche, amici,

Due giorni fa, di sera (2 novembre 2016), ho sentito le vostre urla e i compagni dalla sezione, mi chiamavate e avete scaldato il mio cuore. Vi racconto cosa avevano preparato queste (merde), perché era un agguato preparato nei minimi particolari.
Il 17 ottobre mi chiamano e mi dicono che ci sono dieci giorni da scontare (vecchi). In un primo momento ho risposto di preparare la squadretta, che ero pronto a vendere cara la pelle. Poi ho visto che in sezione i miei compagni erano più incazzati di me, così, per non fare degenerare la situazione, ho tranquillizzato tutti, dicendo che 10 giorni non sono nulla, per cui sono sceso di mia spontanea volontà – anche per dimostrare che io non “fomento rivolte” o faccio del “proselitismo”, come avevano scritto nel 14bis che ho finito il 30 giugno e dove il direttore mi aveva promesso la sala-Hobby per scrivere il libro, il computer, di mettermi nella commissione detenuti… tutte promesse false di un’ipocrita. Ho anche saputo che è lui l’organizzatore di questa infamia (carogna).
Comunque, il 18 ottobre mi comunicano un foglio con  6-7-8 rapporti. Incazzato, lo accartoccio e lo tiro addosso allo scagnozzo del direttore, non presenzio al Consiglio disciplinare. Di quei rapporti l’unico vero era l’accaduto al colloquio con il brigadiere. Poi mi dicono che i giorni d’isolamento sono 15. Va bene, accetto tutto.
Arriva il 1° Novembre e alle 12 mi dicono di preparare le cose che devo salire. Passa il tempo, si fanno le 13, chiamo e non c’è nessuno. Allora dico che voglio andare al passeggio e mi aprono, invece mi dirigo nell’ufficio del capoposto e trovo un brigadiere, cui chiedo spiegazione: dice che non sa nulla. Così, dopo aver visto il menefreghismo, decido di spaccargli tutto l’ufficio. Prendo il computer e gli dico: “Se non chiami la sorveglianza per darmi spiegazioni, ti spacco tutto l’ufficio…”. Dice che ho ragione e chiama la sorveglianza, intanto ho posato il computer ed esco in sezione, ma, mentre arriva la sorveglianza succede che un mio compagno sta litigando forte con un agente. Mi metto a calmare gli animi e va tutto bene, solo che arriva un ispettore e inizia a far innervosire ancora questo ragazzo. A quel punto, calmo il ragazzo e ricordo all’ispettore che in realtà è venuto qua per me, quindi può anche lasciar stare quel ragazzo e dare a me delle spiegazioni del perché sono ancora qui!!!
Nel frattempo, gli altri sgherri avevano aperto le porte delle due celle dove eravamo io e l’ispettore così da coprire le telecamere. A quel punto il bastardo mi prende con forza il braccio sinistro e mi dice: “Cammina pezzo di merda”, e un altro mi blocca dietro al braccio destro, così quel figlio di puttana mi sferra un pugno in faccia. Con forza mi sono divincolato e gli ho tirato un destro, ma altri dieci mi sono saltati addosso a colpirmi e tenermi. Così non sono riuscito a pestarlo. I miei compagni urlavano mentre loro chiudevano tutti i blindati. Come vedete, ci sono le testimonianze di chi ha visto tutto. Ho chiesto il sequestro dei video delle telecamere e alcuni vogliono testimoniare, ma hanno fatto dei rapporti anche a loro.
Mi buttano nella cella liscia mentre il bastardo urlava: “Sei un pezzo di merda tu e tutte/i gli anarchici” … ed io gli ho sputato e urlato (…). Cella liscia, butto fuori il materasso e il cuscino, sporchi di escrementi, chiedo i miei. Dopo dieci ore me li danno, ma senza copertura; altro casino e mi portano della carta da infermeria per coprire il materasso. Chiedo la coperta, altro casino fino alle 23. Minaccio che ho freddo e se non me la danno picchiavo chiunque apriva la cella. Così verso le 24 arriva la coperta – dopo che altri facevano casino. (Quando sono arrivato a Opera nel 2015 avevo avuto un diverbio con questo ispettore-merda… mi aveva detto che mi gonfiava la faccia e ero andato dentro la sorveglianza a prenderlo per vedere se era capace….è l’autista del direttore e della direttrice: non mi aspettavo che mi colpisse a tradimento).
Conclusione, passo la notte in isolamento.
Ho fatto verbalizzare le ecchimosi e i lividi; ho preso anche un colpo alla testa e mi hanno fatto le radiografie, ma il dolore è dentro lo stomaco, pieno di rabbia e rancore, per non aver potuto reagire a quel bastardo ispettore, che poi ha pure mentito! Ha scritto che lo avrei minacciato dicendogli: “Ti ammazzo la famiglia…figlio di puttana…so dove abiti… ti ammazzo i bambini”. I bambini non si toccano…non è nel mio DNA!
È dal 6 Settembre che non mi permettono di telefonare a mio nipote nel carcere di Vigevano. Ho spedito una lettera al DAP (direttamente a Santi Consolo…qui girava voce che lui fosse “mio amico” perché mi avevano concesso un 14 bis soft, ovvero la possibilità di scaldarmi una bevanda al mattino), vediamo cosa dicono, intanto invito tutti/e i/le compagni/e a mobilitarsi sotto il DAP a Roma e Milano, a scrivere in ogni parte e a protestare contro questo trattamento disumano. Bloccate il tribunale, scrivete su tutti i muri, palazzi, ponti, ovunque, di cosa fanno direttore e direttrice e comandante, dite che sono dei vigliacchi, promotori e carnefici di questo trattamento disumano e infame come loro. Io non mi piegherò ai a loro abusi (“frango potest flector non potest”): mi spezzo ma non mi piego, non abbasserò mai la testa.
Qualcuno è riuscito a tranquillizzare i compagni in sezione, dicendo che settimana prossima mi fanno salire… Pensate che mi hanno comminato 160 giorni da scontare, di cui 90 erano “nascosti” perché il Direttore non avrebbe fatto apposita richiesta a suo tempo. Ecco di nuovo un altro abuso. Comunque, ho risposto che questo ennesimo 14 bis possono metterselo nel c--o, Direttore e Direttrice e tutti quelli che hanno messo in atto questa trappola (…) Se il DAP dà ragione a loro, allora c’è in atto un disegno criminoso. Ho aiutato quei ragazzi disabili insieme a tutta la sezione, il Direttore si disinteressa e poi manda a rompere i coglioni… vorrebbe altri suicidi, perché è un sadico; poi quando vengono pubblicati i pestaggi e gli abusi parla di proselitismo (…). Qui in cella stiamo peggio degli animali e poi parlano di diritti e legalità, che vadano a fanculo! Traumatizzano i bambini, spogliandoli e il Direttore parla di “Bambini senza Sbarre”. È inutile, è solo un sadico, ipocrita! Certo ora parlo per rabbia, per tutto quello che ha promesso e non mantenuto, ma stavolta la sua vigliaccaggine ha superato ogni limite. Io non chiedevo niente, volevo solo che mi lasciassero in pace, intanto lui tramava alle mie spalle. Se torno in sezione, metterò una pietra su tutto…Dipenderà da cosa mi dice il comandante lunedì 7.11.16. Poi, se non mi fanno salire, è sicuro che non permetterò che mi lascino qui a vivere così.
Cos’ altro dirvi? Che sono anni e anni che mi dicono: se tieni i contatti con gli anarchici passerai sempre guai, e io rispondo che non sono degni di nominare le mie sorelle, i miei fratelli e tutti/e i/le solidali.
Proprio oggi il comandante è andato a dire ai miei compagni che la settimana prossima salirò in sezione! Non ci credo perché a me hanno detto che aspettano il mio trasferimento e il 14bis. Stamattina mi sono rifiutato di cambiare cella e ieri nella cella liscia ho chiuso la telecamera con il giornale, cosa che mi ha procurato un altro consiglio disciplinare perché avrei rotto la telecamera!!! Sono menzogne!

Termino compagne/i sorelle, fratelli e solidali, anche se non ricevo posta, so che non mi lascerete mai solo, e proprio per questo il mio cuore è sempre caldo. Vi abbraccio con ogni bene, una per una e uno per uno. La giusta via è solo l’anarchia. A testa alta ribelle e solidale.

Fraternamente, Maurizio
V.V.T.T.T.T. BENE

P.S.: La lettera che segue l’hanno scritta i ragazzi che erano davanti alla cella dov’è successa l’infame aggressione.




Lettera di Peppe, Andrea, Mario
4 Novembre 2016

Carissimi compagni, amici e amiche,

Vi spieghiamo cos’è successo il giorno l’1.11.2016. Vi possiamo raccontare cosa è successo a Maurizio.
Erano passate le 12,30 e Maurizio chiedeva come mai non lo chiamavano per salire in sezione; così è uscito dalla cella per far chiamare la sorveglianza. Dopo un quarto d’ora, arriva la sorveglianza.
Solo che c’era Mario che era arrabbiato per i molti abusi. Maurizio calma Mario e chiede all’ispettore perché non lo facevano salire.
Noi eravamo presenti, perché Mario è alla cella n° 4 e io sono alla n° 19 di fronte alla n° 4.
A un certo punto, l’ispettore aggrediva Maurizio e gli urlava: “Pezzo di merda, vai in cella”. Mentre urlava, un’altra guardia bloccava Maurizio da dietro e l’ispettore gli tirava un pugno in faccia, mentre altri lo aggredivano.
Poi portavano Maurizio di peso alla cella liscia. Noi urlavamo di non picchiarlo, ma ce n’erano tanti addosso a lui. Dopo tutto questo la sera chiedeva una coperta per il freddo e non gliela davano. Per dargliela abbiamo fatto tutti casino.
Siamo testimoni del pestaggio, tutta la sezione ha sentito le parolacce che urlavano a Maurizio e io e Mario abbiamo visto tutto prima che le guardie chiudessero i blindati.
Siamo testimoni, Mario e Giuseppe.

In fede: Iovino Giuseppe, in fede Mario Mancuso


Lettera di Maurizio Alfieri, 12 Novembre

Carissime/i Compagne/i sorelle fratelli e solidali,
oggi un altro abuso, mi han dato 15 giorni di isolamento per avervi chiamato durante il presidio di pochi giorni fa … con questi sono 175 i giorni da scontare, ma stamattina mi hanno comunicato che martedì o mercoledì mi arriva un altro 14bis e da gennaio sino ad oggi ho già fatto sette mesi di celle (isolamento). Poi dicono che non c’è la tortura in Italia…ecco chi sono i veri criminali.
Intanto mi hanno fatto una radiografia alla testa perché era gonfia…
A Giuseppe e Mario, i due ragazzi presenti all’aggressione nei miei confronti, fanno pressione affinché non inoltrino l’esposto su quei fatti: Giuseppe l’hanno tolto dall’isolamento e gli hanno dato il lavoro, Mario ha preso 15 giorni (di isolamento) anche lui stamattina. Qui non vogliono far partire l’esposto… vedete voi. Almeno darete voce gli abusi che sto subendo e per la posta che mi rubano. (…)
Qui in sezione con noi avevano portato un ragazzo (Mirko) che aveva lo stafilococco, aveva ferite piene di pus e stava malissimo: siamo stati noi a sbattere e fare casino per farlo portare al centro clinico, dato che doveva stare in una camera pulita non in una cella sporca, e così è stato. Ecco la realtà di Opera…
Ieri mi hanno detto di prepararmi per andare a fare una risonanza all’ospedale (ho una contrazione muscolare da diversi mesi). Poco dopo mi vengono a dire che la visita in ospedale è stata rimandata perché la risonanza si era rotta!!! Vi rendete conto che balla? Mi sono imbestialito, poi hanno girato la frittata, dicendomi che sì, avevano inventato tutto loro.
Su quello che decide il DAP lascio la parola a tutte/i voi sorelle e fratelli e solidali, a ogni iniziativa che porterà la mia voce contro questo ignobile e criminale sistema di tortura e coercizione.
Un abbraccio a tutti/e i/le compagni/e nei centri sociali e ovunque voi siate a lottare contro lo stato totalitario di questi governanti che pensano solo a rubare (impuniti) e ad opprimere un popolo mettendolo alla fame e sfrattando i poveri dalle loro case (non passeranno i fascisti).
Da una cella d’isolamento sempre a testa alta, Maurizio.


PER SCRIVERE A MAURIZIO:

Maurizio Alfieri, via Camporgnago, 40 20141 Opera (Milano)


Mer, 30/11/2016 – 13:49
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