Comunicato dal Carcere - arrestati 12 febbraio 2007

Noi, alcuni arrestati del 12 febbraio 2007, vogliamo portare alcune considerazioni in merito alle circostanze che hanno portato al nostro arresto.Questo comunicato vuole essere, oltre ad una testimonianza dell'esperienza che stiamo vivendo, anche un contributo alla lotta che tutti i/le compagni/e comunisti e anarchici conducono ogni giorno.
L'ondata repressiva che ci ha colpiti con 15 arresti, 80 perquisizioni e una campagna mediatica di criminalizzazione senza precedenti, è caratterizzata da un quadro di crisi politica nazionale e internazionale che l'ha resa necessaria. Il governo Prodi, in continuità con quello precedente, si trova ancora una volta protagonista di uno scenario di guerra internazionale: chi, fino allo scorso anno sventolava le bandiere della pace nei cortei contro la logica guerrafondaia, ora si mette a capo della politica di rifinanziamento delle missioni di occupazione, come quella in Afghanistan. Per non parlare del totale asservimento agli americani, che comporta la costruzione di una nuova base di guerra a Vicenza. Le conseguenze sono immediate: la loro finanziaria succhia a noi lavoratori ben 3257 milioni di euro da investire nelle spese militari, con il conseguente attacco ai nostri diritti e condizioni di vita. Sin da subito le promesse della campagna elettorale di ritiro delle truppe, di modifica della legge Biagi, di chiusura dei CPT etc..., si rivelano una truffa; anzi, la precarietà resta la "conditio sine qua non" per chi affronta oggi il mondo del lavoro, aumentano le tasse, i morti sul lavoro, gli attacchi a pensioni e sanità.
Tutto questo ha portato il governo a vedere il suo destino sempre più in pericolo: l'ala riformista, di quelli che prima si opponevano alla guerra e si ergevano a difesa degli interessi delle masse (vedi sindacati, rifondazione etc...) sono sempre più smascherati. I lavoratori sono sempre più delusi e si rendono conto che in questa società non esistono governi in grado di salvaguardare i loro interessi. Alla luce di questo, in Italia si moltiplicano, sempre più determinate e radicalizzate, le mobilitazioni: dalla FIAT alle lotte per il contratto dei metalmeccanici con blocchi stradali e ferroviari, dai precari di Atesia a Roma, alla lotta di Vicenza contro la base U.S.A.... ATM, TAV, Alitalia, contestazioni a Bertinotti o a sindacalisti vari...
C'è quindi il pericolo che si diffondano "ipotesi rivoluzionarie"; il riformismo ha svelato il suo vero volto e le masse si rendono conto che non rappresenta una via d'uscita dalla politica di attacco alle condizioni di vita, anzi! Partiti di "sinistra" al governo perdono il consenso della base e i sindacati hanno sempre più difficoltà a frenare le proteste dei lavoratori.
Si è reso così indispensabile, da un lato incentivare la mobilitazione reazionaria sempre più legittimata nel suo sporco lavoro che mira a dividere le masse sia sul fronte interno (rompere la solidarietà di classe che lega i proletari italiani con quelli immigrati), sia sul fronte esterno (rompere la solidarietà con i popoli nel mirino delle aggressioni imperialiste). Questo sporco lavoro si concretizza con le aggressioni (vedi il campo nomadi a Opera dato alle fiamme), la caccia all'immigrato, gli assassini di compagni (Dax e Renato) e la propaganda xenofoba, sessista e anticomunista da parte di neofascisti e di campagne mediatiche volte a creare l'equazione immigrato uguale = terrorista. Dall'altro lato dovevano colpire duramente singoli e realtà comuniste che da sempre condannano le ruberie dei padroni: nei posti di lavoro dove contrastano l'attacco ai lavoratori attuato dai singoli padroni o dalle manovre dei governi (pensioni, articolo 18. finanziaria, legge Biagi etc...); nei vari centri sociali o centri di documentazione, realtà che condannano la politica guerrafondaia dettata dalla crisi la repressione, i soprusi subiti dalle masse ad opera delle giunte comunali (politica delle case popolari) o dei vari governi.
Sono stati colpiti compagni che stanno in mezzo alla gente riconosciuti per la fermezza con cui portano avanti i loro ideali. Non è un caso che le realtà attaccate, a cui i compagni facevano riferimento, stessero vivendo un periodo in cui sempre più gente si avvicinava, non vedendo alternative nella politica istituzionale, infatti sempre più studenti, operai, proletari puntano ad autodeterminarsi e organizzarsi autonomamente. Non è un caso neanche l'isolamento in cui siamo tenuti, a testimonianza del timore che possiamo avere un dialogo con gli altri detenuti e nemmeno l'attacco mediatico che punta a fare terra bruciata attorno a noi e alle realtà coinvolte. La conferma della volontà di indebolirci e intimorirci sono le prove del tutto inesistenti per molti di noi e l'uso dei reati associativi.
Siamo Comunisti e questo fa loro paura perchè abbiamo sempre denunciato l'asservimento dei governi italiani alla politica imperialista U.S.A. che li porta a seguire come un cane fedele gli "alleati" in tutte le missioni di "pace" o "anti-terrorismo" nelle varie parti del mondo nella speranza di avere qualche pozzo di petrolio o qualche zona dove poter sfruttare manodopera a basso costo.
Diamo fastidio perché diciamo che per mantenere i contingenti e per le varie spese militari veniamo sempre più tartassati con nuova tasse e attacchi ai nostri diritti. Perché sosteniamo che l'unica via d'uscita per le masse sia organizzarsi autonomamente nella lotta contro questi attacchi, al di fuori da partiti o sindacati istituzionali che puntano ad imbrigliare la mobilitazione per soffocarla.
Chi ancora oggi non ha dimenticato i nobili valori della resistenza non si è certo dimenticato che i partigiani venivano indicati come banditi. Chi ancora oggi ha deciso di non essere indifferente e quindi complice dello sfruttamento, non può accettare di essere additato come terrorista. La nostra è, è sempre stata, una lotta sincera al fianco della gente che rivendica quei diritti calpestati dal capitalismo. Rifiutiamo l'accusa di essere terroristi perché i veri terroristi sono quelli che massacrano i popoli sganciando bombe all'uranio impoverito su donne, uomini e bambini. I veri terroristi sono i complici delle morti sul lavoro, chi affama la gente, sono quelli che riabilitano il fascismo concedendo agibilità alle estreme destre assassine e funzionali al sistema.
Il 12 febbraio i veri terroristi hanno incarcerato, come in altri casi, studenti e lavoratori proletari colpevoli di aver rivendicato il diritto a lottare contro la precarietà, gli stipendi da fame contro i brogli sindacali, contro le guerre imperialiste e il fascismo. Questo attacco non ci stupisce nè ci indebolisce, ci sono tanti nuovi compagni che prenderanno i nostri posti, che crescono anche grazie all'esperienza che stiamo vivendo, che ci rafforzano con la loro solidarietà.

SOLIDARIETA’ A TUTTI I/LE COMPAGNI/E PRIGIONIERI/E
LA NOSTRA LOTTA NON SI FERMA!

ALCUNI ARRESTATI DEL 12 FEBBRAIO

Lun, 21/05/2007 – 10:28
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