Due volte sfruttate e represse, due volte ribelli, due volte punite!

fonte indymedia.ch
Italia Amarilli scrive dal carcere

Stralci di una lettera del 19/4/2006 di Amarilli dal carcere di San Vittore dove sta rinchiusa, da quasi tre mesi, ancora in isolamento. Si trova in infermeria per cui, oltre al regime di EIV disposto dal Ministero e al divieto di incontro disposto dal magistrato, subisce arbitrariamente le limitazioni a cui vengono sottoposti i malati (non può tenere effetti personali in cella, non può avere il fornello per farsi il caffè, e nemmeno l’accendino per fumare!). Questa situazione è allucinante in quanto le vengono applicate norme che non corrispondono al suo stato.
Inoltre, grazie al divieto d’incontro disposto dal magistrato (donna pure lei, sic!) non può vedere il suo compagno incarcerato nella stessa inchiesta.
Sicuramente in una società come quella in cui viviamo l’essere donna rivoluzionaria merita un po’ di punizione in più!
A tutte le donne, le compagne un appello a inviarle solidarietà e a mobilitarsi!


Mi stanno arrivando tanti libri che parlano di compagne (l’altro giorno un’agente mi ha chiesto se sto mettendo su una biblioteca). E’ bellissimo leggere il coraggio di tutte queste donne che a testa alta hanno deciso di prendere voce nella lotta di classe.
Quando scende la sera e si è spenta la luce rossa del sole che cerca di farsi strada tra le sbarre penso che un altro giorno è finito.
Mi metto a letto e inizio a leggere, così mi pare di vedere i volti fieri di queste compagne attorno a me come se mi volessero dare forza.
L’imbrunire è il momento più triste della giornata: durante il giorno mi tengo impegnata, studio, faccio ginnastica, faccio le pulizie in cella, vado all’aria; ma la sera ti ricongiungi con i tuoi pensieri, con la nostalgia, con la voglia di essere libera assieme a tutte le persone che ami. Ma queste donne dal cuore rosso e dagli occhi grandi non mi lasciano sola e mi danno la serenità.
Io sto bene anche se sto isolamento è proprio un pacco!
In sto corridoio non passa nessuno e se per caso mettono qualche detenuta è perché è completamente fuori o perché fa casino per il metadone.

Quando mi hanno arrestato ho sentito subito la responsabilità, come compagna, di mostrare quanta forza infiamma il nostro cuore. Finalmente mi hanno permesso di fare l’aria con altre tre detenute, non puoi immaginare come passano veloci quelle due ore rispetto alle altre 22!
Loro mi raccontano dei loro figli e dei loro uomini, di quanto è importante sentirli vicini. A me la repressione ha voluto togliere anche questo.

Va beh! Come sai ho molta fiducia nell’avvenire e grazie a questo non perdo il mio sorriso!

Come sempre a pugno chiuso
Amarilli

Gio, 03/05/2007 – 13:24
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