Perche' di carcere non si muoia, ma nemmeno si viva...e perche' neppure ci si nasca!

Roma, 27 giu
(Adnkronos) - Ha partorito di notte, nel carcere di Rebibbia Femminile, un bambino con una malformazione congenita che ignorava.
Protagonista della vicenda una nomade di 21 anni, H. M., ricoverata per le cure post parto all'ospedale ''Sandro Pertini'' di Roma e ora di nuovo in carcere a Rebibbia. Il neonato e' invece ricoverato al ''Bambin Gesu'''. La giovane era arrivata in carcere il 6 giugno con una pena di sei mesi per il reato di furto aggravato.

La vicenda e' stata segnalata dal Garante Regionale dei diritti dei detenuti Angiolo Marroni che afferma: ''E' orrendo che una donna debba partorire in carcere e che ora non possa allattare il suo bambino, peraltro malato. Il vero problema e' che esiste una legge, la 'Finocchiaro', che prevede l'obbligo di misure alternative al carcere per le partorienti, ma troppo spesso la legge viene disattesa''.

In base alla Legge Finocchiaro (40/2001), spiega il Garante, la direzione del carcere di Rebibbia avrebbe comunicato al Tribunale di Roma prima la circostanza che H.M. era incinta, poi la necessita' di avere gli arresti ospedalieri. In entrambi i casi le richieste sarebbero rimaste senza risposta. Attualmente a Rebibbia Femminile sono detenute due donne incinte: una al quarto mese di gravidanza, l'altra al secondo. Oggi un'altra donna all'ottavo mese di gravidanza e' stata scarcerata. Un'altra e' stata invece trasferita nei giorni scorsi in ospedale per un parto cesareo. [...]

Gio, 28/06/2007 – 14:02
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