Solidarietà e aggiornamenti su Jean-Marc Rouillan

riceviamo e diffondiamo:

Che fine ha fatto Jean-Marc Rouillan dopo la traduzione italiana di Je hais le matin (Denoël, 2001) fatta da Nautilus (Odio il mattino, 2008)?

Chi è oggi Rouillan, dopo 23 anni di prigione quasi ininterrotta? Militante di Action Direct (A.D.) è stato murato in galera dal 1987. Dopo una breve parentesi di semilibertà fra il 2007 e il 2008, concessagli senza contropartita o sconti di alcun genere, Rouillan si inimicò la magistratura sarkozista con una dichiarazione  politica sul proprio gruppo: «Che non mi esprima è già una risposta perché solo se sputassi su tutto ciò che ho fatto potrei esprimermi. È evidente che mediante questo obbligo al silenzio si  impedisce anche alla nostra esperienza di fare un bilancio critico». Un “reato” di opinione, dissero in tanti; un crimine di lesa maestà, tuonarono i cani del potere… La “sfrontatezza” gli regalò un nuovo paio di manette.

Di nuovo in carcere, nell’aprile del 2009 gli venne riscontrata una rarissima malattia tumorale, autoimmunitaria, definita “sindrome di Chester-Erdheim”, di cui Jean-Marc parla con ironia nel suo ultimo libro (Paul des Epinettes et moi…, Agone, Marsiglia, 2010). Grazie alla mobilitazione sociale, nel 2010 ha ottenuto il ricovero ospedaliero in un centro specializzato della Salpétrière di Parigi. Nel frattempo veniva scarcerato il suo compagno Georges Cipriani, ammesso alla semilibertà, dopo anni di negazione arbitraria della misura alternativa da parte dell’amministrazione.

Oggi, dopo 24 anni di carcere quasi ininterrotto, Rouillan è imprigionato a Muret, nei pressi di Tolosa. A maggio si è svolta a Parigi una manifestazione per la sua semilibertà, il 3 giugno è previsto un concentramento di fronte alla direzione dell'Amministrazione penitenziaria, sempre a Parigi. Il 5 giugno si svolgerà un’altra manifestazione a Muret e nel corso di questo mese sono previsti incontri e concerti  in varie parti della Francia, con dibattiti e filmati su A.D. e Rouillan.

Perché conoscere meglio Jean-Marc, la sua esperienza politica e penitenziaria? Se otterrà, come da legge vigente, la semilibertà, in quanto abolizionisti non loderemo un sistema che gli ha concesso qualche “ora d’aria in più”, spacciando per una sorta di grazia una modesta misura alternativa col “guinzaglio lungo”. Importante è la sua testimonianza vissuta contro la bestia carceraria, la sua lotta senza quartiere contro la sofferenza legale che produce malattie e patologie di ogni genere, la sua scrittura contro la prigione che non ha mai fatto distinzioni fra detenuti “comuni” e “politici”.

Jean-Marc con dignità e talento ha contribuito a combattere mediante i suoi scritti, purtroppo poco noti in Italia, il cancro sempre più esteso della carcerazione. Anno dopo anno la sua “bibliografia armata” si è arricchita di titoli e temi, fra cui: Le Roman du Gluck (L’Esprit frappeur, 2003), Le Capital humain (L’Arganier, 2007), e per la casa editrice Agone, di cui è anche collaboratore, Lettre à Jules (2004), La Part des loups (2005), De Mémoire 1 e De Mémoire 2 (2007 e 2009), Chroniques carcérales (2008).

Jean-Marc ha scritto prima con l’azione, scrive oggi con la penna: «La mia scrittura non mi allontana mai dalle cause profonde del mio impegno per un mondo migliore senza classi né prigioni…».


Nautilus autoproduzioni, giugno 2010
 



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Collectif NLPF - Ne Laissons Pas Faire - c/o: LPJ - 58 r. Gay-Lussac - 75005, Paris
nlpf@samizdat.net

Ven, 04/06/2010 – 10:14
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