[To] Presidio sotto il carcere per Arturo e harraga evasi dal Cie

18/12/2011 - 14:00
18/12/2011 - 17:00

TORINO - DOMENICA 18 DICEMBRE ORE 14.00 Carcere delle Vallette davanti al capolinea del tram 3


In sostegno ai 10 ragazzi arrestati dopo la fuga del CIE del 22
Settembre e ad Arturo, condannato a 2 mesi per avere cacciato un
giornalista di merda dal funerale di Baleno 10 anni fa.


Chiamata al presidio:



L'inverno della pace sociale è finito. Ogni giorno si infittisce di più
la trama di corrispondenze che lega insieme lotte e rivolte lontane,
incendiando le frontiere e gli animi degli sfruttati. I giovani
arrabbiati che hanno sconvolto Roma parlano con gli stessi gesti dei
loro coetanei in Libia, in Grecia o in Cile. Gli harraga (letteralmente
“bruciatori delle frontiere”) che hanno riempito le piazze di Tunisi,
oggi si ribellano dentro i centri di detenzione per clandestini, li
distruggono ed evadono. Come a Torino, dove il 22 settembre appena
trascorso i reclusi hanno cercato di evadere in massa dal Cie di corso
Brunelleschi, attaccando le guardie, sfondando le reti e il cancello per
uscire. La rabbia che hanno scatenato insieme ha permesso a dodici di
scappare, ma altri dieci sono stati arrestati e sono ancora in galera. I
potenti e i carcerieri di ovunque ricorrono ai loro mezzi di sempre. Le
sbarre, la vendetta e le punizioni esemplari servono a mostrare che le
sfide all'autorità si pagano a caro prezzo, ad impedire che si
diffondano e continuino a contagiare. In questo caso le pesantissime
accuse, dalle lesioni aggravate contro pubblico ufficiale alla violenza e
ai danneggiamenti in concorso, sono una palese ritorsione che non è
finora servita a niente. Solo nella settimana appena trascorsa il clima
dentro il Centro si è scaldato più volte. I ragazzi festeggiavano
rumorosamente la fuga riuscita di uno di loro, ma la prepotenza di
sbirri e crocerossini, disturbati dall'euforia e dal casino, ha
trasformato la festa in sommossa. Poi altri quattro arresti, di nuovo
liberi...e una nuova rivolta. Nel frattempo il prolungamento del termine
di reclusione da sei a diciotto mesi diventa chiaro ai più, alimentando
ancora più rabbia e promettendo ancora tempesta. Il 19 gennaio ci sarà
la prima udienza del processo per i dieci harraga in prigione. Siamo qui
per sostenerli anche ora, sempre davanti a muri e sbarre che ci
separano, noi e loro, dalla libertà che vogliamo strappare.



I muri del carcere rinchiudono anche altri ribelli, che vengono da altri
luoghi e altri percorsi, ma a cui questo mondo riserva lo stesso
trattamento. Come Arturo, un nostro compagno costretto a scontare due
mesi per un reato risalente a dieci anni fa, quando un pennivendolo
provocatore venne allontanato con la forza dai funerali dell'anarchico
Baleno. Un' altra vendetta dello Stato, che non dimentica mai di saldare
il proprio conto con i suoi nemici dichiarati. In questo caso si vuole
colpire la lotta contro il Tav in Val di Susa, che ormai dura da molti
anni e continua ad essere una minaccia. Per questo si rinchiude chi non
ha mai smesso di prendervi parte e a spendersi più generosamente per
essa.



Oggi come ieri sbirri e giornalisti sono un tassello fondamentale per chi vuole affossare le lotte ,



oggi come ieri la repressione e il carcere marciano affianco alle diffamazioni della carta stampata,



il manganello fa il paio con la videocamera e i fiumi di inchiostro ben pagato.


In ogni caso chi si ribella, chi affina bene la mira contro i
responsabili della sua oppressione, viene arrestato e rinchiuso. Per
quanto ci riguarda vogliamo esprimere la nostra vicinanza e la nostra
complicità a chi lotta, dentro e fuori le sbarre, come il nostro odio e
il nostro disprezzo verso ogni prigione e recinto.



Per questo vi invitiamo ad un presidio caloroso al capo linea del bus 3
del carcere delle Vallette, alle 14 di domenica 18. Vieni con una
pentola o qualcosa per fare baccano.




Solidarietà agli harraga arrestati,



Solidarietà ad Arturo,



Tutti liberi e tutte libere



Fuoco alle frontiere e alle carceri.

Mer, 14/12/2011 – 22:40
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