Morte le speranze, uccise le libertą
29 morti e 82 superstiti. Un bilancio tragico quello del naufragio di una delle tante precarie imbarcazioni avvenuto la mattina di sabato 14 settembre. Il primo bilancio era di 15 morti, ma tra il pomeriggio di mercoledi' 18 e la mattina di giovedi' 19 altri 12 cadaveri sono riaffiorati sulla superficie del mare al largo di Capo Rossello (Agrigento). Una strage, quasi alla fine di una stagione molto intensa, le cui vittime sono uomini e donne che nella speranza di una vita migliore, affrontano viaggi tanto costosi quanto pericolosi la cui gestione e' frutto degli accordi tra organizzazioni criminali di diversi paesi. Tutto questo nei giorni in cui i migranti irregolari che vivono in Italia fanno la fila davanti agli uffici postali per ritirare i moduli per la regolarizzazione, prevista dalla legge Bossi - Fini di colf, badanti e lavoratori in nero, nella speranza di liberarsi dall'incubo del rimpatrio e di cominciare a vivere una vita tranquilla. Ma nonostante la possibilita' di legalizzare i rapporti di lavoro, dal giorno dell'inizio della sanatoria si e' registrato un aumento dei licenziamenti e, come si era gia' verificato in occasione di provvedimenti simili in passato, il fiorire del mercato nero dei contratti di lavoro. Un rischio che evidentemente il governo non ha voluto prevedere. Ma di orrori la Bossi - Fini e' piena, come e' stato denunciato da piu' parti durante e subito dopo la sua approvazione da parte del parlamento. Una di queste e' l'obbligatorieta' di prendere le impronte digitali a tutti i migranti, regolari e non. Una sorta di inaccettabile presupposizione di delinquenza per il solo fatto di essere stranieri. Per non parlare dalla totale assenza di regolamentazione dello status di rifugiato politico, riguardo il quale l'Italia e' sempre stata carente. In oltre, la nuova legge sospende gli ingressi per sponsor previsti dalla normativa precedente, eliminando praticamente anche l'ultimo, insufficiente, modo di ingresso regolare in Italia.
Intanto i centri di permanenza temporanea, ribattezzati non a caso lager di stato, esplodono e sono teatro di gesti di disperazione e tentativi di fuga continui. E aumenta la richiesta di mano d'opera straniera in tutto il Paese.
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