Don Rigoldi: si inventano emergenze per avere consenso
Pubblicato il 26.01.2009 in cronache || 1 Commento
leggiamo sul corriere della sera on line e riportiamo una intervista con Gino Rigoldi, cappellano del carcere Beccaria di Milano.
26 gennaio 2009
«Tanti anni fa aveva anche un nome: strategia della tensione. E oggi la rivedo uguale, solo più in piccolo»
«Come dire: mi sembra tutto molto, e purtroppo sempre più, scientificamente premeditato».
Premeditato cosa?
«Oggi i centri sociali, ieri i rom, un giorno gli islamici, domani chissà: ogni volta la creazione di un’emergenza per provocare una reazione che giustifichi una risposta forte. È l’unica cosa che chi comanda oggi, a Milano e in Italia, sa fare».
Un’accusa grave.
«Tanti anni fa aveva anche un nome: strategia della tensione. E oggi la rivedo uguale, solo più in piccolo. Per ora». L’analisi è di don Gino Rigoldi, cappellano del Beccaria nonché presidente di Comunità nuova.
Il Cox andava ripulito, dicono.
«Mi facciano il piacere. Se il problema era impedirne l’usucapione bastava una raccomandata. È stato solo un pretesto, ripeto, per provocare la reazione di due teste calde e poterla additare come l’ennesimo nemico dell’ordine pubblico da affrontare».
I vandalismi restano tali.
«E nessuno li giustifica, che ovvietà. Ma un altro conto è buttare un’esca in acqua e poi stupirsi che qualcuno abbocchi».
Ma perché buttarla?
«Perché, in mancanza d’altro, la repressione di chi fa casino è comunque la più solida garanzia di consenso e voti per chi comanda».
È il suo ritratto di Milano?
«No: di chi la governa e non ha una politica vera sui giovani. Certo, ci sono i concerti dell’assessore Terzi. Ma su lavoro, cultura, aggregazione, la radio è spenta. Li stiamo facendo crescere in una città con grandi interessi economici e di facciata ma per loro zero».
Parole. Ma una ricetta ce l’ha?
«Di più, ho una ragione di ottimismo nonostante tutto. E si chiama società civile. Milano, intendo la gente di Milano, non è quella che il potere ci vuol far credere. Saprà ritrovare il modo per dialogare con tutte le sue anime e ricostruire la sua scala di valori e priorità. In cima alla quale non sta certo lo sgombero di un centro sociale».
Paolo Foschini
26 gennaio 2009
Foschini uomo di merda.
scommetto che non sarebbe
così aggressivo se dovesse intervistare Totò Riina,
lo stronzetto.