Repressione No Tav - Comunicati solidali con Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò [in aggiornamento]

Riceviamo e diffondiamo alcuni comunicati in solidarietà con Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, in carcere per l'operazione repressiva del 9 dicembre contro la resistenza No Tav:

Comunicato in solidarietà agli arrestati del 9 dicembre 2012

9 dicembre 2013: l'ennesima operazione repressiva contro il movimento no-tav.
Quattro persone in carcere (Chiara, Nico, Mattia, Claudio), arrestate tra Torino e Milano, con l'imputazione (tra le altre) di associazione sovversiva con finalità di terrorismo, accusati di aver partecipato a una iniziativa notturna in Clarea, tra il 13 e il 14 maggio 2013, una delle tante camminate e manifestazioni popolari organizzate quest'anno contro il cantiere di Chiomonte.
Terrorista è chi devasta e saccheggia il territorio e la vita di chi lo abita!
Il movimento No Tav rivendica il diritto alla resistenza attiva contro la militarizzazione del territorio, l'imposizione violenta di una grande opera inutile e dannosa, la criminalizzazione del movimento e la negazione di diritti.
Chiara, Nico, Mattia, Claudio sono tutti noi e ne esigiamo l'immediata liberazione!!!


Movimento No Tav
Valsusa, 10 dicembre 2012





Solidarietà da No Tav Terzo Valico


Ennesimo round, ieri mattina, della Procura di Torino contro i No Tav. Questa volta, non è tutta farina del suo sacco. Le tanto pubblicizzate strette di mano e pacche sulle spalle dei mesi scorsi con la Procura di Milano hanno prodotto l’ennesima inchiesta.
Questa volta a finire sotto inchiesta è una notte di sabotaggio al cantiere di Chiomonte del 13/14 maggio. Un’azione che ha mostrato tutta la sua efficacia e incisività, veloce e imprevedibile. Ingenti danni furono portati alle strutture e ai mezzi del cantiere del TAV. Nonostante il terrorismo mediatico, altri, tanti, sabotaggi sono stati condotti, in Valle e altrove, per fermare l’Alta Velocità.
Per quell’azione, ieri sono stati arrestati in forma preventiva quattro notav, quattro compagni generosi, che si trovano ora nel carcere delle Vallette a Torino.
Da tempo abbiamo scelto da che parte stare: con i partigiani della terra, con chi lotta e difende le valli e i territori.

I terroristi sono coloro che devastano le nostre vite e le nostre terre, che saccheggiano le risorse naturali, che militarizzano e reprimono. E stanno nei palazzi del potere.

Libertà per i Notav!

NoTav TerzoValico – Valpolcevera e Valverde



TERRORISTI A CHI?
Libertà per Chiara, Mattia, Niccolò e Claudio

 
Come coordinamento trentino no tav esprimiamo la nostra solidarietà a Chiara, Mattia, Niccolò e Claudio, no tav arrestati con l’accusa di aver partecipato a una delle varie azioni contro il cantiere dell’Alta Velocità a Chiomonte, in Valsusa. Azione che il movimento no tav aveva pubblicamente difeso.
Danneggiare le attrezzature di un cantiere diventa, per le Procure di Torino e di Milano, un “attentato con finalità di terrorismo”.
Terrorismo, per il difensori del TAV, non è devastare una valle, compromettere la salute di un’intera popolazione, manganellare e gasate centinaia di manifestanti, bensì resistere a tutto questo, come il movimento popolare valsusino fa da oltre vent’anni.
Proprio ieri, ad Ala (Trento), dei lavoratori, in sciopero perché da mesi non percepiscono alcun salario, sono stati caricati e gasati mentre erano sdraiati a terra. Ma questo, ovviamente non è terrorismo!
Da anni siamo al fianco dei valsusini in lotta, e attivi sul nostro territorio contro un equivalente progetto di Alta Velocità ferroviaria.
Con le accuse mosse ai quattro ragazzi arrestati vogliono intimidirci tutti e tutte. Il progetto fallirà.
Continueremo a resistere.
Libertà per Chiara, Mattia, Niccolò e Claudio!
 

coordinamento trentino no tav
11 dicembre 2013


UNO ZOCCOLO TRA GLI INGRANAGGI


La mattina del 9 dicembre è stata eseguita l'ennesima operazione repressiva a danno del movimento di lotta contro il Tav.
A finire in galera con l'accusa di terrorismo sono questa volta Chiara, Mattia, Nico e Claudio, compagni che sempre abbiamo avuto al nostro fianco e di cui rivendichiamo l'immediata scarcerazione. Così come rivendichiamo, insieme al movimento No Tav, l'utilità di pratiche come quella di cui sono accusati: Il danneggiamento di alcuni mezzi del cantiere di Chiomonte in Val di Susa, il sabotaggio della macchina del Tav.
Un'azione efficace, quella portata a termine da un gruppo di persone nella notte tra il 13 e il 14 maggio scorso, che generosamente hanno messo a rischio le loro vite per dare il proprio apporto ad una lotta che scalda i cuori di molti. Un'azione tesa a "mettere i bastoni tra le ruote", un sabot  tra gli ingranaggi, al progetto di devastazione e saccheggio operato dallo stato italiano nei confronti della comunità valsusina, e non solo.
Non solo, perché come ha capito bene anche chi è al Potere, la determinazione, l'audacia e l'intelligenza di anni e anni di lotta sviluppatasi in quella valle rappresentano un simbolo. Per entrambe le parti della barricata.
La lotta No Tav ha contribuito a diffondere una visione del mondo altra da quella fondata sulla rassegnazione e la delega della risoluzione dei problemi. Lì in molti hanno imparato, e dato lezione, di cosa significhi non abbassare la testa. Il superamento della dicotomia legale/illegale, l'ostilità nei confronti di polizia e media di regime, la sfiducia nell'operato della magistratura, l'assunzione di pratiche di azione diretta, la partecipazione orizzontale, la condivisione nella lotta, l'autogestione, la fiducia nelle proprie potenzialità, la solidarietà verso chi viene colpito e/o arrestato... sono tutte cose che fanno tremare il terreno sotto ai piedi dei tutori di questo ordine sociale mortifero.
Hanno chiamato terrorismo un'azione di resistenza attiva contro la tracotanza, di chi, spudorato, sta facendo i propri interessi a scapito di una popolazione intera, violentata nella terra e nell'anima. Hanno chiamato terrorismo un'azione contro l'arroganza di tutti quei miserabili (lobby politiche, economiche e finanziarie) che traendo profitto dall'"affare TAV", ed essendo abituati a farsi strada tramite l'esercizio della violenza e della menzogna, non sentono altra voce che non quella della dimostrazione di forza. Hanno chiamato terrorismo un'azione che è una tra tante azioni del genere, perché altre ce ne sono state. Hanno chiamato terrorismo un'azione che, mirando al cantiere, ha fatto centro nei cuori di tutte e tutti quelli che hanno impresse nella mente molte immagini che chiamano vendetta: la montagna disboscata, recintata da filo spinato, cementificata e militarizzata. Le barricate, le manifestazioni per riprendersela. L'acqua gelata degli idranti e il fumo acre dei CS... sparati ad altezza-uomo. Un compagno che quasi ci lascia la pelle rincorso da un poliziotto sù per un traliccio durante gli espropri delle terre. L'assenza incolmabile di Baleno. E poi di Sole. Il racconto delle botte. Gli occhi lucidi e fieri di una donna finita nelle mani di quei porci... Chiamiamo terroristi gli Stati e i loro servitori. Chiamiamo compagne/i quelle/i che percorrono i numerosi sentieri in direzione della libertà e con coraggio si battono per una vita piena e degna di essere definita tale. Chiamiamo compagni Mattia, Nico, Claudio e Chiara ai quali va la nostra solidarietà, incondizionata, e il nostro amore. Liberi subito!
Le Compagne e i Compagni
Roma, 11 novembre 2013




Solidarietà da compagne e compagni di Milano

Lunedì 9 dicembre 2013, su mandato dei PM della Procura di Torino Padalino e Rinaudo, sono state effettuate alcune perquisizioni e quattro compagni sono stati arrestati fra Torino e Milano. I fatti contestati riguardano l'attacco al cantiere del Tav di Chiomonte avvenuto la notte tra il 13 e il 14 maggio 2013. I capi d'accusa sono pesanti: art. 280 e 280bis (“attentato con finalità terroristiche, atto di terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi, detenzione di armi da guerra, danneggiamento”).
Molti ricorderanno quell'episodio, quando anonimi comparvero nella notte, arrecarono significativi danni al cantiere e sparirono così come erano arrivati. Fu proprio in relazione a quell'episodio che un'assemblea pubblica indetta dal movimento No Tav a Bussoleno rivendicò il sabotaggio come possibilità pratica utile e necessaria alla lotta No Tav. Vennero allora richiamati i classici della non-violenza attiva (Capitini, Gandhi, Mandela) a sostegno del sabotaggio, mentre altri avranno modo di richiamare differenti scenari di lotta, da quella dei vari popoli sotto occupazione militare alle azioni contro il nucleare, dalla lotta partigiana  all'immenso bagaglio della tradizione operaia. Nonostante il terrorismo mediatico allora inscenato, i sabotaggi non si sarebbero fermati, raccogliendo diffuse simpatie in tutta Italia. Gli ultimi risalgono a qualche giorno fa, ai danni di alcune ditte collaborazioniste a Torino.
Giornalisti e opinionisti vari, politici e procuratori (con l'immarcescibile capofila Caselli) snocciolarono la loro litania del terrore, segnalando il “rischio di un salto di qualità”, le analogie con gli “anni di piombo” e via sproloquiando. Nel quadro non potevano mancare “cattivi maestri”, “covi” e “fogli clandestini”, spacciando per tali innocui romanzieri, osterie di paese e testi distribuiti pubblicamente nel corso di manifestazioni. A seguire: l'apertura di fascicoli d'indagine per terrorismo nei confronti di militanti No Tav in Valle (con relative perquisizioni), incontri ben reclamizzati tra “pool antiterrorismo” delle procure di varie città e oggi le manette.
L'uso del termine terrorismo mira a indebolire il movimento, separando le persone dalla lotta, rappresentandola come una realtà lontana, incomprensibile e assurdamente violenta. Questo termine evoca un mondo intero. Si tratta di farglielo crollare addosso.
Nel mirino non sono solo quattro compagni generosi che conosciamo bene e che amiamo, c'è un'intera Valle che si batte. Sviluppare le potenzialità di questa lotta è la nostra risposta.
'A sarà düra.



Compagne e compagni di Milano



Che soffi ancora il vento del riscatto
Solidarietà con Chiara, Mattia, Niccolò e Claudio


Nella notte tra il 13 e il 14 maggio scorso, una trentina di anonimi no tav ha attaccato il cantiere dell'Alta Velocità in Valsusa, danneggiando alcune attrezzature. Un'azione rapida e precisa che aveva dimostrato, una volta di più, che il fortino della Clarea non è inviolabile, facendo aleggiare di nuovo il dolce vento del riscatto. L'azione era stata difesa pubblicamente, in un'assemblea popolare a Bussoleno, dal movimento no tav.
Oggi, 9 dicembre, la polizia politica, su ordine delle Procure di Torino e Milano, ha arrestato quattro compagni (altri tre risultano indagati) per “attentato con finalità di terrorismo”, con l'accusa di aver preso parte all'azione di maggio. Tutto questo a otto anni dall'invasione e dai danneggiamenti di massa del cantiere di Venaus.
Come accaduto tante altre volte (anche in Valsusa, qualche mese fa), lo Stato accusa di “terrorismo” chi resiste ai suoi progetti devastanti, ai suoi cantieri militarizzati, ai suoi gas, al suo filo spinato, alle sue “zone rosse”, ai suoi manganelli.
Non ci interessa sapere se Chiara, Mattia, Niccolò e Claudio abbiano partecipato o meno all'azione contro il cantiere di Chiomonte.
Ciò che sappiamo è che alla notizia di quell'attacco avevamo gioito come tanti altri, in Valle e non solo.
Ciò che sappiamo che i castani secolari abbattuti dalle ruspe in Clarea sono una ferita aperta, che brucia.
Ciò che sappiamo è che terrorista è chi affama, sfrutta, devasta e bombarda, non certo chi si oppone allo scempio ambientale, chi si batte per un mondo senza profitto e senza potere.
Ciò che sappiamo è che Chiara, Mattia, Niccolò e Claudio sono nostri amici e compagni, generosi e combattivi, sempre in prima fila nelle lotte, a Torino, a Milano, in Valsusa e ovunque la loro testa e il loro cuore li chiamino.
Ciò che sappiamo è che li vogliamo liberi subito, in strada e sui sentieri assieme a noi.
Ciò che sappiamo è che questi arresti non fermeranno la lotta contro l'Alta Velocità e il sistema che questa incorpora e difende.

Dentro e attorno al movimento no tav è nata e si è diffusa una solidarietà che ha sempre saputo rispondere alle manovre repressive (ogni volta preparate dalla macchina da guerra mediatica), generalizzando le proprie ragioni e le proprie pratiche. Né innocenti, né colpevoli.
Che nessun cantiere dell'ingiustizia – con i suoi mille gangli – si senta al sicuro. “Noi preferire voi scontenti”.

Truppe di occupazione, politici e giornalisti: i terroristi siete voi!
Libertà per Chiara, Mattia, Niccolò e Claudio!


anarchiche e anarchici di Rovereto e Trento




LIBERTA’ PER MATTIA, CHIARA, CLAUDIO E NICCOLO’!

Lunedì 8
dicembre è scattato l’ennesimo attacco repressivo contro il movimento
No Tav con l’arresto di quattro compagni: Mattia, Chiara, Claudio e
Niccolò, oltre alla perquisizione dell’Asilo Occupato di Torino e di
alcune case occupate a Milano. Gli arresti sono avvenuti proprio
nell’anniversario della ripresa del presidio di Venaus del 2005 e non
sarebbe da stupirsi sulla tempistica scelta dalla magistratura per
“sbeffeggiare” i No Tav.

Le accuse si basano sull’articolo 280 e
280bis “attentato con finalità terroristiche, atto di terrorismo con
ordigni micidiali ed esplosivi, detenzione di armi da guerra,
danneggiamento”. I fatti si riferiscono a un’azione notturna contro il
cantiere/fortino della dilaniata Val Clarea avvenuta la notte tra il 13 e
il 14 maggio scorso.

Com’è accaduto per vari episodi repressivi
precedenti, anche in questa inchiesta la magistratura e la classe
politica tentano di far passare per terrorismo la lotta e la resistenza
in Val di Susa contro il progetto capitalista dell’alta velocità. Non ci
stupisce il noto copione della borghesia: chi si batte contro questo
sistema classista basato sullo sfruttamento dell’uomo e della natura
viene etichettato puntualmente come un terrorista. La volontà è sempre
quella di dividere il fronte della lotta No Tav criminalizzando i
compagni. Tentativo completamente andato a vuoto poiché la Valle anche
questa volta ha serrato le proprie fila attorno agli arrestati con
un’estesa e unitaria solidarietà.

Ci stringiamo attorno agli
arrestati, esprimendo loro la nostra massima solidarietà e complicità.
Terroristi sono i responsabili dell’attuale crisi economica che ci
affamano quotidianamente, che scatenano guerre imperialiste in giro per
il mondo, che devastano e saccheggiano in nome del profitto. Terrorista
non è certo chi si oppone e combatte contro questa barbarie.

 

LA LOTTA NO TAV NON SI ARRESTA E NON SI DIVIDE!

 


Collettivo Politico Gramigna


Libertà per Niccolò, Claudio, Mattia e Chiara!
Libertà per Giobbe e Toffo!


Aderiamo alla solidarietà nei confronti dei quattro compagni arrestati nell'ambito delle inchieste contro il movimento No TAV. Non siamo spaventati, né rassegnati. Rinnoviamo anzi il nostro impegno nelle lotte contro le devastazioni del territorio in cui viviamo (Pedemontana e bretella Gallarate-Vanzaghello, Varesina Bis, sversamenti nel fiume Olona, vasche di laminazione del Lura...).


Assemblea delle realtà di movimento della provincia di Varese

 




Comunicato solidale da Radiocane

ERRECÌ


“Lo strumento basilare per la manipolazione della realtà è la manipolazione delle parole. Se controlli il significato
delle parole, puoi controllare le persone che devono usare le parole”.
Philip K. Dick

“La stampa più libera del mondo è la stampa italiana. Il giornalismo italiano è libero perché serve soltano una causa e
un regime”.
Benito Mussolini, 1928


Reggio Calabria
Radio Caribe (LE)
Ricerca e Cooperazione
Radio Canalicum (SV)
Reggimento Cavalleria
Radio Capital
Raffaella Carrà
Radio Calipso (CE)
Rolla la Canna
Radio Company (RM)
Roma Capoccia
Radio Cattolica (Troia)
Rapporto Completo
Radio Cuore (TO)
Rino Ceronte
Radio C1 (PE)
Registro di Commercio
Radio Cittanova (CR)
Roberto Cota
Radio Campagnola (PD)
Relazioni Circolari
Radio Città (BO)
RC – Taiwan
Radio Cristal (LC)
RC – auto
Radio Charly (Bitonto)
Radio Control
Radio Cuneo (CN)
Rugby Club
Radio Capo (LE)
Racing Club
Radio Color (PT)
Richy Cunningam
Radio Campione (CO)
Rotary Club
Radio Capri (NA)
Release Candidate
Radio CA.RI.TA. (CZ)
Rifondazione Comunista
Radio Centrale (FG)
Radio Comando
Radio Carmine (NU)
Real Club
Radio Chianti (FI)
Riccardo Cuordileone
Radio Clusone (BG)
Rotto in Culo
Radio Christus (AP)
Radio Cooperativa (PD)
Rivoluzione Cinese
Radio California (PE)
Radio Codogno (LO)

… e loro che cosa ti vanno a pensare?

Il 10 dicembre 2013, “la Repubblica” e “Il Fatto Quotidiano”, a commento dei quattro arresti di due giorni prima, riportando come di consueto una velina questuresca, scrivono che il manipolo di ardimentosi che in una splendida nottata di maggio, fra il 13 e il 14, ha attaccato pirotecnicamente il cantiere Tav in zona Clarea era suddiviso in tre gruppi:
“Marmotte”, “Trento” e “Rc”. Ed “Rc” – devono aver pensato gli sbirri – che altro può essere se non un acronimo che sta per “Radio Cane”? Perbacco, ma questa è la chiave per svelare anche altri due misteri: “Marmotte” sta per “Montanari Anarchici Rivoluzionari Militanti Organizzati Talvolta Travolgentemente Espansivi” e “Trento” per “Torinesi Ritardatari E
Neanche Tanto Organizzati”. Per inciso, Radiocane si scrive tutto attaccato, non ha un acronimo e, notano i più arguti, permette di scandire in almeno due modi i suoi sostantivi interni.
Con l'accusa rivolta a questi quattro compagni di essere dei terroristi lo Stato mostra per l'ennesima volta di “Avere La Faccia Come Il Culo” (Alfcic). Mattia è nostro amico e compagno, oltre a essere redattore di Radiocane, e insieme a lui
abbiamo gioito alla notizia dei danneggiamenti dei macchinari con cui viene devastata un'intera vallata. Danneggiamenti solo parziali rispetto all'aupiscabile, ma comunque rivelatori della debolezza di tutto l'apparato militarpoliziesco.
Gli siamo vicini, a lui come a Chiara, Claudio e Niccolò, a Giobbe, Toffo e Lollo, a tutti coloro che sono prigionieri e che lottano all'interno delle galere.
Continueremo il progetto Radiocane con una marcia in più: un nostro inviato speciale nel ventre della bestia.
Ne sentirete delle belle.
TERRORISTA È LO STATO, SEMPRE!
Milano, 12 dicembre 1969/2013
www.Radiocane.info



Comunicato in solidarietà agli arresti notav

Lunedì 9 dicembre alle 5 del mattino arrivava la notizia della presenza della digos e della celere sotto due case occupate torinesi: l'asilo occupato e l'occupazione abitativa di via Lanino. I solidali accorsi, dopo una prima ipotesi di sgombero realizzarono che si trattava dell'ennesima caccia all'uomo, infatti le autorità infami entrate in entrambi gli stabili con un mandato di cattura per quattro indagati, arrestano Chiara, nel suo appartamento in Via Lanino e Claudio, a cui tocca la stessa sorte, fermato poco dopo fuori città. Nel frattempo anche a Milano gli sbirri entrano in casa di Mattia, con lo stesso mandato, traducendolo nel carcere di Torino insieme agli altri. Le accuse contro questi nostri compagni a cui se ne aggiunge uno, Niccolò già da un mese alle vallette, sono pesanti: riguardano un'azione diretta contro il cantiere del TAV avvenuta nella notte fra il 13 e il 14 maggio di quest'anno, durante la quale sono stati provocati ingentissimi danni ai macchinari che si trovavano al suo interno. L'accusa (tra le tante) è quella di associazione sovversiva con finalità terroristiche.
Noi siamo e saremo sempre solidali a chi rischiando la propria vita e la propria libertà, attacca in modo deciso il capitale e i suoi tentacoli, a chi, ben cosciente di quanto la violazione della giustizia in Val di Susa a causa dell'esistenza del cantiere TAV sia schiacciante, ha cercato di aprire una breccia nel cuore di tutto un popolo che lotta contro il mostro tecnologico. Conoscendo le gravi accuse per cui Chiara, Nico, Mattia e Claudio sono stati arrestati, vogliamo cercare di portare loro il massimo sostegno, anche economico, per tutte le spese utili e per far sentire loro che fuori da quelle mura che spezzano vite, c'è sempre gente che gioiosamente combatte contro tutte le forme di autorità e oppressione, per l'autogestione e la libertà. Ogni azione contro il potere ci riempie il cuore e sappiamo che la solidarietà ai compagni ora arrestati si porta avanti sempre più sicuri ed agguerriti con la lotta che noi assieme a loro faremo contro tutte le forme di sfruttamento.
Terrorista è lo stato, solidarietà con i detenuti No Tav e non.

Barocchio Squat



Testo di un volantino solidale distribuito a Bologna dopo gli arresti:

Ad oggi sono circa 50 i processi in corso contro il movimento NO TAV e circa 460 le persone coinvolte. Lo Stato non abbassa la guardia contro chi contesta una delle sue grandi opere più inutili, dannose e costose e continua ad utilizzare la repressione per difendere i suoi interessi. La mattina del 9 dicembre 4 persone sono state arrestate con l' accusa di atti terroristici con ordigni micidiali o esplosivi (art 280 e 280 bis) in relazione ai fatti avvenuti al cantiere TAV di Chiomonte nella notte tra il 13 e il 14 maggio 2013. Nello specifico i compagni sono accusati di aver attaccato 4 cancelli del cantiere. Altri compagni sono indagati.
Gli arresti sono avvenuti tra Torino e Milano per mano di digos e polizia scientifica in seguito a più perquisizioni tra cui le abitazioni di diversi compagni e l'Asilo Occupato di Torino. In due occasioni sono state sfondate le porte per entrare, le perquisizioni sono andate avanti per un paio d'ore e si sono concluse con gli arresti dei 4 compagni, il fermo di altri in questura per diverse ore, il sequestro di vari oggetti (effetti personali, computer, materiale da lavoro preso dall'officina dell'Asilo) e dei telefoni di tutte le persone presenti durante la perquisizione all'Asilo, poi restituiti. L'abitazione di una delle arrestate è stata messa sotto sequestro.
Le firme di questa nuova operazione repressiva sono sempre le stesse: i pm Padalino e Rinaudo che da anni portano avanti la maggior parte dei processi contro i NO TAV, tra cui anche il maxi-processo che vede 52 compagni inquisiti per le giornate del 27 giugno e 3 luglio 2011, quando il cantiere TAV della Val Susa fu messo sotto assedio da migliaia di manifestanti. Proprio in quel processo Padalino e Rinaudo stanno cercando di accelerare i tempi con ogni mezzo possibile e stanno conducendo il teatrino infilando testimoni a sorpresa, spingendo per continuare ad avere un calendario di udienze paurosamente fitto (circa 2 a settimana) e facendo le veci di un giudice fantoccio che asseconda ogni loro richiesta.
In Val Susa intanto i lavori del cantiere TAV proseguono, anche quelli ad una velocità pazzesca. Le forze dell'ordine in difesa del cantiere sono decuplicate negli ultimi due anni. Letta incontra Hollande per mettere di nuovo in chiaro che quest'opera si farà. Intanto c'è chi continua a dire a gran voce che quell'opera non la vuole, chi continua a rallentarne il più possibile la realizzazione con ogni mezzo possibile.
Attraverso questa marea di inchieste vogliono indebolire la lotta contro il TAV in Val Susa e ovunque, dividendo fra buoni e cattivi, chiamando terrorista chi non ha mai fatto segreto di essere contro quest'opera nefasta. Terrorista è chi devasta i territori con le grandi opere, non chi li difende.
Sta a noi continuare a non abbassare la testa.

Complici e solidali degli arrestati NO TAV!
Chiara, Claudio, Mattia, Niccolò liberi!
A SARA'DURA!

Per scrivere agli arrestati:

Mattia Zanotti, Chiara Zenobi, Niccolò Blasi, Claudio Alberto
c.c. via Maria Adelaide Aglietta 35, 10151 Torino



SOLIDARIETA' AI  COMPAGNI  NO TAV ARRESTATI


LA TENACE E DETERMINATA RESISTENZA POPOLARE AL PROGETTO DELL'ALTA VELOCITA', PORTATA AVANTI DA OLTRE 20 ANNI IN VAL DI SUSA, E' GIUNTA A UNA FASE CRUCIALE.

LO STATO, CHE HA SUBITO NEGLI ANNI IL RAFFORZAMENTO DEL MOVIMENTO NO TAV, RISPONDE CON LA MILITARIZZAZIONE DELLA VALLE CON L'USO DI ESERCITO, POLIZIA E CARABINIERI, CON L' INTERDIZIONE ALLA POPOLAZIONE DEL TERRITORIO E CON L'INASPRIMENTO DELLE ACCUSE NEI CONFRONTI DI CHI LOTTA E DI CHI SI OPPONE SENZA MEDIAZIONI E IN MANIERA AUTONOMA ALLA VIOLENZA DI UN SISTEMA CHE INVECE VUOLE IMPORRE GLI INTERESSI DEL CAPITALE

LA CRIMINALIZZAZIONE DEL MOVIMENTO NO TAV NON BASTA PIU' A PLACARE LA PROTESTA CHE IN TUTTI I MODI E NEGLI ANNI SI E' TENTATO INVANO DI CONTROLLARE, DIVIDERE E ANNIENTARE ATTRAVERSO NUMEROSE OPERAZIONI REPRESSIVE: RICORDIAMO LE DECINE DI ARRESTI E IL PROCESSO A CIRCA 50 MILITANTI, ANCORA IN CORSO A TORINO.

E' IN ATTO UN NUOVO E VIOLENTO ATTACCO AL MOVIMENTO POPOLARE DI LOTTA: SIAMO IN PRESENZA DI ACCUSE DI TERRORISMO NEI CONFRONTI DI CHI LOTTA E SI OPPONE  AL VOLERE DELLO STATO.

DOPO LE MANIFESTAZIONI E LE AZIONI MILITANTI DEL MAGGIO SCORSO, LA  MACCHINA REPRESSIVA STATALE  HA COMINCIATO A LAVORARE A PIENO RITMO, CON PERQUISIZIONI E INTERCETTAZIONI, NONCHE' L'ESAME DI FILMATI E FOTOGRAFIE DEI FATTI CONTESTATI, PER GIUNGERE POI ALL'ARRESTO DI 4 COMPAGNI. SONO ACCUSATI DI ALCUNE AZIONI CONTRO IL CANTIERE DEL TAV CHE, FRA L'ALTRO, UN'ASSEMBLEA DEL MOVIMENTO NO TAV, TENUTASI A MAGGIO IN VAL SUSA, DEFINI' PIENAMENTE LEGITTIME.
COME ACCADUTO RISPETTO ALLE OPERAZIONI REPRESSIVE  SCORSE, ANCHE QUESTA VOLTA IL MOVIMENTO NO TAV HA SAPUTO DARE UNA RISPOSTA IMMEDIATA: OLTRE 300 MANIFESTANTI ERANO PRESENTI AL PRESIDIO DEL 14 DICEMBRE A TORINO, DAVANTI AL CARCERE DELLE VALLETTE DOVE SONO RINCHIUSI I COMPAGNI E LA COMPAGNA ARRESTATI. TUTTO CIO' HA ANCORA PIÙ VALORE, TENUTO CONTO CHE QUESTA MOBILITAZIONE SI E' TENUTA IN UN CLIMA CARATTERIZZATO DA UN'INFAME CAMPAGNA MEDIATICA E DA UN MASSICCIO SPIEGAMENTO DI SBIRRI IN ASSETTO ANTISOMMOSSA, CHE HA TENTATO IN PIÙ MOMENTI DI IMPEDIRE LO SVOLGIMENTO DEL PRESIDIO.
LE RISPOSTE A QUESTI ATTACCHI REPRESSIVI SONO IL RILANCIO DELLA LOTTA IN MANIERA SEMPRE PIU' DETERMINATA E LO SVILUPPO DELLA SOLIDARIETA' DI CLASSE NEI CONFRONTI DEGLI INQUISITI E DI TUTTI COLORO CHE VENGONO REPRESSI.    

ESPRIMIAMO LA NOSTRA SOLIDARIETA' AI COMPAGNI ARRESTATI.

ESIGIAMO LA LIBERAZIONE IMMEDIATA DI  CHIARA, MATTIA, NICCOLO' E CLAUDIO!

CONTRO IL TAV, CON OGNI MEZZO NECESSARIO!

                                                                
Dicembre 2013                                
COLLETTIVO CONTRO LA REPRESSIONE PER UN SOCCORSO ROSSO INTERNAZIONALE
ccrsri1@gmail.com

  



DAL MESSICO ALLA VAL DI SUSA: TERRORISTA E' L'INGANNO
DEL PROGRESSO CHE INVADE I TERRITORI


Giungono notizie di fuoco dalla Val di Susa: la conferma degli arresti in carcere e dei reati comminati dalla procura a Chiara, Claudio, Niccolò e Mattia.
Un'ennesima provocazione, tanto grave quanto incredibile che costringe in carcere con l'accusa di terrorismo i compagni/e ai e alle quali sono state applicate norme speciali di detenzione, sintomo di una deriva autoritaria dello stato che evidentemente teme forme di autorganizzazione popolare come quella del movimento NOtav.
Quelle stesse forme di autorganizzazione che abbiamo ritrovato percorrendo i polverosi sentieri messicani, bagnati dal sangue di donne e uomini, contadini, indigeni e lottatori sociali morti, sequestrati ed imprigionati.
E' in quelle terre che respiriamo la stessa dignità e forza che riflette la lotta del popolo NOtav. Vent'anni di resistenze che idealmente si ricongiungono in una pratica costante: quella emersa dalla Libera Repubblica della Maddalena e quella del lungo cammino dell'autonomia delle comunità indigene Zapatiste in Chiapas. Un camminare domandando in conflitto col governo messicano, contro qualsiasi istituzione governativa o partito politico, che si Ú articolato nella costruzione di scuole ed ospedali autonomi, come emerso ad Agosto, Dicembre e Gennaio, dopo una lucida analisi dell' attuale sistema mondiale di sfruttamento, esproprio, repressione e devastazione e durante il primo turno dell'Escuelita Autonoma Zapatista.

Ad inizio estate abbiamo avuto il privilegio di partecipare, assieme a tante altre lotte sorelle, all'accompagnamento in Europa ed in Val di Susa di Nacho e Cayo, compagni provenienti dalla vittoriosa lotta contro la costruzione dell'aeroporto di Atenco, il cui popolo subì nel 2006 la violenta vendetta di Stato con due morti, numerosi feriti, donne violentate e condanne fino a 106 anni di reclusione.
Ci siamo nutriti del ponte di complicità  tra Atenco e NOtav, abbiamo condiviso storie di lotte, giungendo fino al cantiere della devastazione. Giusto in tempo per essere fermati e controllati dalle truppe invasori, solo pochi giorni prima che, una nuova donna, Marta, dovesse subire l'infame violenza dello Stato maschio e che altri compagni e compagne venissero arrestati/e, picchiati/e, indagati/e.
Dal Messico alla Valle soffiano venti di ribellione. Dall'opposizione alle grandi opere come l'autostrada San Cristobal-Palenque, dall'aeroporto di Atenco agli eolici nell'Istmo di Tehuantepec dalla liberazione dei prigionieri politici alle lotte sui nostri territori, da Venaus a Notres Dames des Landes, contro l'idiozia di un progresso devastatore e contro qualsiasi forma di prigione.
Crediamo fermamente solo la lotta pagherà . Quella che saboteà i loro progetti imposti ed inutili in una pratica costante, complice e determinata, che non permetterà di stravolgere ulteriormente vite e territori.

A SARA' DüRA! LA VALLE NON SI ARRESTA! SI TOCAN A UN* TOCAN A TOD*S

Solidarietà  e libertà  immediata per Chiara, Claudio, Niccolò, Mattia e a tutti e tutte coloro che stanno pagando le ritorsioni giudiziarie contro il movimento NOtav.

Piattaforma P.I.R.A.T.A.
Nodo Solidale - Roma e Messico
Nomads - Bologna e Berlino
Collettivo Zapatista Lugano  
  



Comunicato di solidarietà dalla lotta contro l'aereoporto di Notre Dames des Landes al movimento No Tav


Nella notte tra il 13 e il 14 maggio 2013, una trentina di anonimi No Tav ha attaccato il cantiere  della linea ad alta velocità Lione-Torino in Valsusa, entrando all'interno e incendiando del materiale e delle attrezzature.
Un'azione di sabotaggio inserita all'interno della lotta di cui è stata rivendicata pubblicamente l'importanza dal movimento No Tav.
Il 9 dicembre 2013, la polizia politica, su ordine delle procure di Torino e Milano, ha incarcerato quattro compagni/e, Chiara, Mattia, Niccolò e Claudio sospettati di aver preso parte all'azione di maggio.
I capi d'imputazione sono “attentato con finalità di terrorismo”, e di aver avuto come obiettivo di “costringere i poteri pubblici o un'organizzazione internazionale a compiere o astenersi dal compiere un determinato atto” (in questo caso il finanziamento e la realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione), “causando così un grave danno al'Italia e all'Unione Europea” (articolo 270 sexies del codice penale italiano che ricalca una definizione elaborata a livello europeo).
L'8 gennaio 2014, il coordinamento dei comitati No Tav ha espresso la sua solidarietà ai compagni arrestati e ha dichiarato che “questo attacco repressivo non è diretto tanto contro un'azione specifica, ma contro tutto il movimento e contro tutte le esperienze, i saperi, i confronti e le azioni maturati negli anni”. In più il coordinamento dei comitati denuncia “come tutto ciò che mette in discussione un progetto statale è passibile di terrorismo. Resta solamente il dissenso platonico e il limitarsi ad essere un movimento d'opinione. La democrazia parla oggi un linguaggio chiaro: le nostre decisioni non ti piacciono? Sei un terrorista”.
Da Notre Dame des Landes e dalla lotta che noi portiamo avanti contro l'aereoporto e il suo mondo noi sosteniamo che l'utilizzo della categoria di terrorismo contro il movimento No Tav è l'ap plicazione di un dispositivo che tenta di distruggere qualsiasi lotta che non si rassegna di fronte agli espropri, alle espulsioni, alle manganellate, ai gas lacrimogeni, agli arresti, alle carcerazioni. Le nostre lotte contro il saccheggio del territorio orchestrato dai governi e dai loro alleati “del cemento” si sostengono reciprocamente.
Qui come in Valsusa, il nostro NO non è negoziabile.
Le nostre vite e i nostri spazi di vita non sono contrattabili.
In Valsusa, la resistenza al progetto continua nonostante l'inizio del cantiere.
A Notre Dame des Landes, noi cotinuiamo ad opporci a tutti i lavori del'aereoporto.
Non dimentichiamo che la repressione che colpisce qualcuno è stata, è e sarà utilizzata per indebolire i movimenti di lotta: questa è una vecchia tecnica per dividere e terrorizzare.
Vogliamo anche mandare un messaggio di solidarietà a Chiara, Niccolo, Claudio e Mattia, ai quasi 400 NoTav indagati e alla resistenza No Tav.
Terroristi sono coloro che saccheggiano e distruggono le nostre vite e i luoghi dove abitiamo.
In Val Susa come a Notre Dame des Landes, non ci lasceremo intimidire da queste manovre repressive. Al contrario, questo rinforzerà la nostra solidarietà e la nostra determinazione.

La lotta non si arresta.

L'assemblea del movimento contro l'aereoporto riunitasi a Notre Dame des Landes il 21 gennaio 2014
                                                                            
Mar, 10/12/2013 – 16:03
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