Trento - Compagni portati in questura per un sit in contro la futura base militare | Dai media

Trenta compagni/e sono stati fermati questa mattina durante un sit in di protesta nel cantiere della futura base militare di Mattarello.
I poliziotti li hanno portati via di peso in questura, dove gli hanno preso foto e impronte digitali.
Sono stati tutti rilasciati con una denuncia per manifestazione non autorizzata, invasione di terreni, violenza privata, interruzione di servizi di pubblica utilità.
Le ultime informazioni li danno tutti liberi.

Secondo lo Stato "l'interruzione di servizi di pubblica utilità" è la costruzione di una base addetta a "servizi di pubblica morte"

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fonte: trentinocorrierealpi

Scontri per le caserme
denunciati in 36

TRENTO. Un ragazzo all'ospedale dopo una caduta dalla ruspa e 36 denunciati, 5 agenti feriti e la statale chiusa. È questo il bilancio di una mattinata di presidio al cantiere della caserma di Mattarello. Una mattinata movimentata e difficile iniziata poco prima delle 9 con l'arrivo dei contestatori e terminata alle 11 quando polizia e carabinieri hanno caricato in macchina uno ad uno i ragazzi che applicavano la resistenza passiva. Alle 11.15 le ruspe del cantiere hanno ricominciato a lavorare.

Per il comitato contro la base, quella di ieri doveva essere una giornata interlocutoria. Dopo il blitz di mercoledì e il presidio permanente dei giorni successivi, erano convinti che i lavori non sarebbero ricominciati prima di giovedì, giorno in cui avrebbero consegnato al sindaco le 500 firme raccolte contro le caserme. E così erano pronti ad un normale presidio. «Quando siamo arrivati - raccontano - c'erano i mezzi al lavoro e la zona del cantiere era già presidiata dalle forze dell'ordine». Un veloce tam tam e poco dopo erano una trentina i contestatori presenti, dal centro sociale Bruno, agli anarchici e cittadini del comitato no base. Alcuni sono saliti sui mezzi per bloccare il lavoro degli operai. Coperti dalle bandiere hanno manifestato il loro dissenso fino a quando non sono stati invitati a scendere. In tre lo hanno fatto in relativa tranquillità. Per il quarto, invece, è stata una discesa brusca. Alan Ravanelli, infatti, è caduto dal tetto della ruspa. Secondo i manifestanti è stato strattonato e fatto cadere da un poliziotto, secondo la questura, si sarebbe lasciato cadere. Quello che è certo è che è stato portato al pronto soccorso con l'ambulanza ed è stato trattenuto per una serie di contusioni. Per fortuna nulla di grave. La tensione intanto sale.

I manifestanti decidono di restare lì, nonostante le forze dell'ordine, nonostante la pioggia. La situazione potrebbe protrarsi all'infinito. Iniziano i contatti istituzionali. Viene contattato Pacher che spiega che la competenza dei lavori (su un terreno privato) è della Provincia e quindi non può fare nulla. «Li incontrerò giovedì - ha dichiarato - e mi auspico che sia ripristinata una situazione di tranquillità. L'azione appare comunque poco tempestiva visto che la creazione della caserma risale al 2001». Si cerca anche il presidente Dellai ma senza successo. Alle 11 la svolta. Carabinieri e poliziotti casco in testa lasciano la statale (che nel frattempo era stata chiusa nel tratto compreso fra la rotatoria di Stella di Man e quella di Mattarello) e scendono verso il cantiere. I contestatori si siedono uno vicino all'altro e si stringono in una catena umana. Sono pronti ad opporsi con la resistenza passiva alle forze dell'ordine. Resistono per circa un quarto d'ora.

Una ad uno vengono presi e portati o trascinati fino ai furgoni e alle auto di polizia e carabinieri e portati in questura. Qui sono stati tutti identificati e fotosegnalati. Alla fine per tutti e 36 la denuncia. Le accuse sono le stesse: manifestazione non autorizzata, violenza privata, invasione di terreno e blocco di lavori di pubblica utilità. Alle 16.30 erano tutti fuori dalla questura con l'appuntamento alla sera stessa per decidere le nuove manifestazioni per dire no alla costruzione delle caserme. In arrivo anche contestatori da fuori regione.

Intanto nel cantiere di Mattarello restava un solo contestatore che era salito sul braccio di una ruspa con la sua bandiera e il suo no alla caserma. Portato a terra da uno degli operai del cantiere e dagli agenti, i lavori sono poi ricominciati.

(17 giugno 2008)

Lun, 16/06/2008 – 15:58
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