Cascina Merlata

Venerdì sera sono stato alla Cascina Merlata, periferia nord di Milano, dove è iniziata – flagellato da un temporale e da stormi di zanzare assatanate – l’occupazione dell’area che confina col terriorio di Pero, lungo la via Gallarate, al centro delle trasformazioni legate ad Expo e previste nel PGT di Milano. L’iniziativa è patrocinata dal comitato NoEXPO, tant’è che si chiama NO Expo Camp, e si conclude stasera. Il progetto Casina Merlata (una cascina stupenda nell’area del Gallaratese, in criminale stato d’abbandono) prevede la trasformazione di circa 520mila metri quadrati (l’equivalente di 52 campi di calcio) con un mix così composto: edificazione residenziale di 323507 metri quadrati; 200mila parco; ad uso commerciale 45mila metri quadrati, 10 mila ad uso terziario, 15 mila per uso “ricettivo”. Della quota di residenza circa 45mila metri quadrati saranno destinati all’housing sociale (occhio a non confoderlo con la casa popolare e pubblica). Sorgeranno palazzi di 70 metri in una zona dove già sorgono quartieri di palazzacci che soffocano l’area pesantemente conurbata e congestionata.Una città nella città, senza servizi e senza piani di sviluppo razionale e civile. La delibera, portata al voto in fretta e furia dalla Moratti e votata (ahinoi) pure dal Pd, regala milioni di euro di plusvalenze alla società proprietaria dell’area, la Cascina Merlata spa, in cui confluiscono nomi noti del mondo finanziario ed immobiliare, suddivisi in modo bipartisan: dalla CdO alla Legacoop, dall’Unipol ad Intesa SanPaolo e chi, dell’ANCE (Associazione nazionale costruttori edilizia) di Milano rimasti esclusi dal business dell’Expo (dove guadagneranno il gruppo Cabassi e la Fondazione Fiera di Milano,) e dalle altre grandi trasformazioni urbane previste dal PGT o già in corso come CityLife. Inoltre, Cascina Merlata Spa è anche proprietaria di un’altra area nel mirino degli appetiti speculativi legati all’Expo, ossia l’ex Alfa di Arese.

Contestare la città degli affari occulti e del cemento, dei gas serra e delle polveri sottili pm10 è stata la molla decisiva che ci ha spinto a votare Pisapia, a rovesciare la giunta Moratti, a scrivere sì sulle schede del referendum: cioè a bocciare Berlusconi e una politica ricattata dalla minoranza razzista della Lega.  La gente che aderisce all’occupazione simbolica del prato sinora abbandonato di Cascina Merlata vuole più verde, vuole una città vivibile e non una città che esclude (grattacieli e aree residenziali sono per ricchi). La disuguaglianza sociale istituzionalizzata sta devastando Milano. La metropoli dell’iperconsumismo e della sovranità immobiliare emargina progressivamente la società più debole, quella che vive – si fa per dire – di precariato e di sogni spezzati. I giornali stanno già dimenticando che il voto di Milano  è stato sostenuto e propiziato dall’attivismo di una miriade di comitati locali schierati contro chi toglie lavoro, spazio, ossigeno. E’ un mondo sempre più arrabbiato che non vuole essere deluso. Non basta continuare a dire: il vento è cambiato. Come ogni buon marinaio sa, il vento cambia spesso direzione, e sono guai se non stai attento e non lo assecondi.

Repubblica.it, 19/06/11, fonte

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Posted: June 21st, 2011 | Author: admin | Filed under: Rassegna stampa | No Comments »

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