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DOSSIER SARDEGNA 03/05/2002
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La sindrome di Quirra


In Italia si muore, oltre che di smog, di incidente d'auto, di AIDS, di infarto, di cancro ed altre amenità, anche di un nuovo male. Si muore di Sindrome di Quirra.
Un male raro? Non sembra affatto: due decine di morti per leucemia o sindrome di Hodgkin in pochi anni, e per giunta distribuiti in un'area nella quale sono presenti cinquemila abitanti. Un tasso di incidenza superiore alla media nazionale degli infarti. Accade al centro del Mediterraneo, accade oggi.

Il teatro di morte è il Sarrabus, sulla costa sud-orientale della Sardegna, a circa 80 km da Cagliari, poco più di duecento km più a sud della Costa Smeralda e di Olbia.
Proprio sul mare, a Capo San Lorenzo, nella zona del Salto di Quirra, lungo la Statale 125 che da Cagliari porta i camper dei vacanzieri sino ad Olbia, in un angolo splendido, amato dal turismo poco costoso e molto ambientalista, dove se si fa attenzione si possono osservare i fenicotteri rosa al tramonto. Scogliere dolci e una lunghissima spiaggia bianca e per chilometri e chilometri niente cemento, su cui non è possibile costruire alcunché e non certo per vincoli ambientali/paesaggistici, ma perché zona militare.Sorge qui infatti la più grande base NATO del Mediterraneo, il più vasto poligono sperimentale interforze d'Europa. Una presenza oscura che è lì da più di trent'anni, chiusa e inquietante con i suoi strani bersagli per le esercitazioni sparsi sul litorale o negli altopiani dell'entroterra.

Una presenza che semina morte e solo oggi emerge la portata del disastro: un incremento esponenziale negli ultimi due anni dei casi di leucemia: al momento quelli accertati sono poco meno di 20 di cui una decina già deceduti. A Villaputzu ma sopratutto a Quirra, frazione di 150 abitanti, proprio a ridosso del poligono a cui da il nome delle sue campagne.
Quasi tutte le vittime hanno in comune il fatto di aver lavorato all'interno del poligono di tiro per una ditta, la Vitrociset, che si occupa della manutenzione delle apparecchiature interne, o di aver lavorato o vissuto nelle campagne circostanti. Le persone colpite sono di tutte le età, compresi alcuni bambini.
Ma la lista non finisce qui: ci sono anche i ragazzi che hanno prestato il servizio militare nella base militare di Quirra-Perdasdefogu o a Teulada. Una dozzina quelli accertati.
All'inizio di questa vicenda, con i primi casi di morti sospette segnalati nel 2000, pareva che ad essere colpiti dal male fossero reduci dai Balcani e dalle altre guerre umanitari. Ma l'aumentare del numero dei ragazzi morti di leucemia o tumore, ha fatto emergere un dato comune anche a chi in zone di guerra non c'è mai stato: tutti avevano fatto il servizio militare nella base militare di Quirra-Perdasdefogu o a Teulada. L'ultima recente vittima: il venticinquenne Antonio Vargiu, che aveva prestato servizio di leva a Capo San Lorenzo.
Da tempo diverse persone, abitanti della zona, il comitato Gettiamo le basi, i medici di base di Villaputzu, cercano di far luce sulla questione, sono stati svolti seminari ed incontri per informare gli abitanti del paese, sono stati eseguiti diversi prelievi ed analisi del terreno: è stata rilevata la presenza di uranio impoverito e cesio 136 ma non si riesce ad andare oltre a questo.
Neanche il sindaco del paese, per quanto tenti le vie istituzionali, riesce ad ottenere risposte esaustive circa la natura e la gravità del problema. Anche se una sentenza del Tribunale di Venezia dice a chiare lettere che a Quirra si muore di uranio impoverito sin dal 1977.


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